L’importanza dell’esercizio fisico per invecchiare in modo sano
La necessità di avere uno stile di vita attivo copre tutto l’arco della vita, dalla gioventù alla vecchiaia; per questo motivo sempre più spesso sentiamo parlare di attività fisica e invecchiamento sano. Con l’aumento dell’aspettativa di vita, più persone vivono oltre i 65 anni e fino a un’età molto avanzata. I dati Eurostat per il 2019 ci dicono che l’Italia ha la popolazione più vecchia d’Europa con il 22,8% del totale di ultrasessantacinquenni a fronte del 20,3% della media dell’Ue. In pratica quasi 14 milioni di anziani over 65, e di questi la metà sono over 75. L’invecchiamento sano è la capacità di mantenere l’indipendenza, lo scopo, la vitalità e la qualità della vita fino alla vecchiaia nonostante condizioni mediche impreviste, incidenti e determinanti sociali.
L’esercizio fisico, o attività fisica, è una componente importante di un invecchiamento sano, poiché aiuta a mitigare cadute, dolore, sarcopenia, osteoporosi e deterioramento cognitivo.
Un programma di esercizi ben bilanciato include componenti giornaliere di aerobica, forza, equilibrio e flessibilità. La maggior parte degli anziani non rispetta i minuti attualmente raccomandati di regolare attività fisica settimanale. La consulenza da parte degli operatori sanitari può aiutare gli anziani a migliorare le loro abitudini, ma è anche importante sfruttare le opportunità di esercizio basate sulle risorse della comunità. Studi prospettici identificano la sedentarietà come uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo della malattia di Alzheimer (AD). Una maggiore attività fisica può invertire questo rischio migliorando il flusso sanguigno cerebrale che promuove la neurogenesi. Un’attività fisica moderata aumenta il metabolismo del glucosio nelle aree del cervello che sono ipometaboliche nell’AD. La riduzione delle alterazioni cerebrali grossolane tipiche della demenza (macroinfarti, perdita neuronale nigrale e patologia della sostanza bianca) è correlata all’aumento dei livelli di attività giornaliera totale. L’attività fisica non fa solo bene al corpo ma anche alla mente. L’Istituto Superiore di Sanità ricorda che non è mai troppo tardi per cominciare a muoversi e i benefici si percepiscono subito, non appena si inizia a essere più attivi. In questi tre brevi articoli ho voluto delineare l’importanza dell’attività fisica nella prevenzione indipendentemente dall’età.
Per questo motivo mi sono soffermato sull’attività cognitiva nelle fasi estreme della vita, gioventù e vecchiaia. Ho tralasciato, colpevolmente, argomenti di pregnante attualità quali le malattie neoplastiche e l’obesità sarcopenica che meritano più ampie trattazioni; ma non posso esimermi da un rapido cenno.
L’attività fisica può inibire la crescita neoplastica e lo sviluppo di metastasi, migliorare la tolleranza dei pazienti al trattamento e ridurne gli effetti collaterali influenzando positivamente la qualità della vita. Nel corso della ultima pandemia abbiamo verificato che lo sviluppo della sarcopenia acuta, ovvero la perdita progressiva di massa muscolare, correlata a COVID-19 può influenzare negativamente il decorso della malattia. L’attività fisica può aumentare l’espressione di miochine muscolari e interferire positivamente con la morbilità e la mortalità relativa.
Prevenzione, corretto sviluppo e invecchiamento sano sono i nuovi paradigmi della salute che dobbiamo perseguire.
L’articolo I nuovi paradigmi della salute proviene da Costozero, magazine di economia, finanza, politica imprenditoriale e tempo libero – Confindustria Salerno.