Roma, 7 nov – In Albania due centri di accoglienza di clandestini provenienti dalle coste italiane. L’accordo tra Tirana e Roma si concentra su questo. L’idea, a naso, sarebbe quella di dissuadere partenze e traffico “forzando” la meta di arrivo verso i balcani.
Albania, ecco i due centri per i clandestini
Come riporta l’Ansa, dalla primavera 2024, i clandestini raccolti dalle navi italiane saranno condotti in Albania. “Dissuadere” è l’obiettivo primario, dicono. Nella fattispecie, i trafficanti dovrebbero essere meno ingolositi ad organizzare partenze. Il premier Giorgia Meloni ed Edi Rama, primo ministro albanese, si stringono la mano a Palazzo Chigi, le cui fonti parlano di un accorto “sostanzialmente chiuso a Ferragosto, durante l’incontro che i due leader hanno tenuto in Albania e che è stato narrato come una semplice vacanza, ma altro che aperitivi…”, sottolineando che è una svolta “storica non solo per l’Italia ma per tutta l’Unione europea”. Da Rama parole dolci: “Se l’Italia chiama l’Albania c’è”, parlando del suo Paese come di “uno Stato europeo: ci manca la U davanti ma ciò non ci impedisce di essere e vedere il mondo come europei”. Si parla di 36mila clandestini all’anno.
Finché non si dirà “no”, non si affronterà il problema
A cosa servono i due centri di accoglienza di clandestini in Albania? A dare “respiro” ai flussi italiani, lo dicono gli stessi protagonisti degli accordi. Come tampone, la “soluzione albanese” può essere considerata positiva, se davvero alleggerirà una situazione che nel Sud Italia – specialmente quello più estremo – è diventata davvero tragicomica. Perché neanche questo è scontato, visto che, se i flussi dovessero aumentare ancora come si paventava già all’inizio dell’anno, potremmo ritrovarci di fronte ai “soliti” numeri italiani più il “surplus” inviato in Albania. Anche se, per il momento, queste sono solo ipotesi. Di sicuro, è arduo pensare di continuare ad affrontare un problema “hard” con soluzioni “soft”. Dopo le decisioni sui porti di destinazione – triste tentativo del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – per scoraggiare l’attività delle Ong, ora l’Albania per scoraggiare trafficanti probabilmente interessati a far sbarcare in Italia. Ma si tratta sempre di girotondi sui problemi concreti, non affrontati mai di petto perché semplicemente non si ha la forza ma neanche la voglia per farlo.
La certezza è una soltanto: non si riesce a concepire un’idea di diniego totale del fenomeno e di opposizione decisa ad esso. Si oscilla sempre tra l’accoglienza “ricollocata” (come da triste tradizione Ue, peraltro ampiamente fallimentare) e quella semi-indiscriminata. Adesso se ne aggiunge una terza, quella deportata. Fin quando non si ristabilirà un principio che è sacrosanto nel diritto dei popoli oltre che degli Sati, ovvero quello di non far entrare nessuno nel proprio territorio salvo le eccezioni concesse, ritenute idonee e disciplinate, non si uscirà mai da un tunnel ideologico che è perdente in partenza: quello di non contrastare l’immigrazione di massa ma di studiare mille sistemi per gestirla e, quindi, accettarla supinamente.
Alberto Celletti
L’articolo In Albania due centri italiani per accogliere clandestini: non si esce dalla solita “logica” perdente proviene da Il Primato Nazionale.