Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Gentile redazione,
Sono abituale clente, da molti anni, di Coop (piazzale Roma, Venezia), ne apprezzo i prodotti e la loro varietà, trovo il personale sempre inappuntabile e cordiale, faccio la spesa anche con un certo orgoglio di appartenenza a una comunità di consumatori e soci animata da un’impresa cooperativa con valori etici e con finalità non profit.
Di solito non prendo il carrello grande – ci fosse una volta che ho con me la moneta di un’euro o cinquanta centesimi! – quindi m’acconento del cestello di plastica rosso che riempio all’inverosimile. Sabato scorso entro in Coop, ed ecco che questa volta ho la fatidica monetina. Tiro fuori il carrello, lo riempio passando tra gli scaffali di frutta e verdura, poi di biscotti e marmellate, finché all’altezza del settore acque minerali e tovaglioli e piatti di carta m’accorgo di una cosa che avrebbe dovuto colpirmi fin dall’inizio: vedo una pubblicità piazzata sul lato opposto del carrello, d’un brutto colore.
Compro Oro di Dentice Gioacchino. Si potrebbe scherzare sull’autogol comunicativo di un negozio dove bisogna impegnarsi l’orologio o la collana per fare la spesa, in un periodo d’inflazione e di prezzzi in aumento vertiginoso, ma qui c’è poco da scherzare…
Sarà tutto in regola, per carità, dal punto di vista contrattuale. Ma è un’iniziativa in linea con la politica e con i valori etici fondanti di Coop?
Aggiungo che non ho visto altre ditte in esposizione sui carrelli.
Grato per l’attenzione
Cesco Toneli
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