Gli agenti inquinanti sono molteplici e quando si parla di inquinamento in genere si fa riferimento ai gas di scarico dei veicoli. In realtà l’inquinamento atmosferico è costituito da sostanze gassose, semivolatili, liquide e da particolato fine e ultrafine ovvero di minime dimensioni, non visibile a occhio nudo e gli inquinanti sono anche di origine naturale, basti pensare alle eruzioni dei vulcani e alla combustione di alcune foreste ed in parte legate alle attività umane. Il mondo degli agenti inquinanti è quindi complesso e tali agenti interagiscono con il nostro organismo in vario modo a seconda delle loro caratteristiche, alcuni vengono inalati, respirati, altri ingeriti, altri assorbiti attraverso la nostra pelle e le nostre mucose. Sono soprattutto le sostanze semivolatili, i gas ed il particolato però che una volta “respirati” superano le fini barriere di difesa che proteggono i nostri vasi dall’esterno, penetrano nel nostro sistema circolatorio e danneggiano sia direttamente sia indirettamente i nostri organi e in particolare il nostro cuore e nello specifico tutto il sistema cardiovascolare, quindi non solo cuore ma anche vasi e tutti gli organi che il nostro sistema vascolare perfonde e “nutre”.
Se pensiamo ad esempio a quanto scritto recentemente su tutti i quotidiani relativamente alla “Sabbia del Sahara” che ha tinto di rosso i cieli di molte città, anche quello di Roma, e al relativo invito a tenere chiuse le finestre ed a stare in casa, capiamo molte cose. Se ai fenomeni naturali si sommano nel quotidiano quelli che non sono eventi sporadici come la sabbia del Sahara, ma una costante come gli inquinanti derivati dai sistemi di riscaldamento, dai gas di scarico, tutti i “fumi” e non solo il fumo di sigaretta , l’aria che respiriamo perde le sue caratteristiche fisiologiche e veicola con se sostanze oltremodo dannose per la salute e in particolare per l’apparato cardiovascolare e respiratorio. L’inquinamento atmosferico è stato responsabile di un numero impressionante di morti in tutto il mondo negli ultimi anni, circa nove milioni e di questi molti più della metà sono relativi a malattie cardiovascolari e cerebrovascolari come l’infarto acuto del miocardio e l’ictus. È necessario tenere presente che la maggior parte dell’energia (60 – 80 per cento), ad oggi derivata da substrati che generano inquinamento, è consumata nelle aree più urbanizzate, nelle città quindi, e si stima che la popolazione europea già viva per la maggior parte, circa i due terzi in aree urbane, nelle città, e che questa popolazione cittadina è destinata a salire. Nel 2050 il 75 per cento della popolazione mondiale sarà concentrata in ambiti urbani, queste sono le stime.
Un punto importante da prendere in considerazione è relativo al fatto che viviamo in un unico grande ambiente, globo terraqueo e atmosfera che lo circonda, pertanto anche tutto ciò che apparentemente accade lontano dai nostri centri urbani è in realtà molto vicino e via correnti aeree, via condotti di superficie via “strade” marine raggiunge ogni luogo e si somma agli inquinanti presenti in loco.
Come fanno a danneggiare il cuore e i vasi le sostanze che respiriamo? Superano le “barriere di difesa”, invisibili a occhio nudo, infiammano e stressano tutti i nostri organi e sistemi e questo tipo di stress, il più pericoloso di tutti gli stress si chiama “stress ossidativo”.
Lo “stress ossidativo” contribuisce a innescare meccanismi che da soli o in associazione con i “fattori di rischio” noti per malattie cardiovascolari quali l’ipertensione, il diabete, l’aumento del colesterolo ematico ed in associazione con il fumo di sigaretta e con tutti gli altri fattori codificati tra i quali obesità e inattività fisica non solo aumentano il rischio di morte per malattie cardiovascolari ma anche di disabilità e quindi un prosieguo di vita non valida a dispetto dell’allungamento della vita media.
Gli inquinanti operano già da prima della nascita, se durante la gravidanza la madre viene esposta, agiscono in modo deleterio per tutta la vita sommandosi e potenziando i fattori di rischio presenti relativi a ciascun individuo e il danno è maggiore e più rapido in coloro nei quali le patologie cardiovascolari già sono presenti e conclamate. Ad esempio in tutti quegli individui che già hanno avuto un infarto del miocardio.
Esistono delle linee guida nazionale e internazionali formulate ad hoc per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, tutte però, anche le più recenti sono incentrate pressoché esclusivamente sui comportamenti individuali e sui fattori di rischio metabolici (diabete e aumento dei valori di colesterolo ad esempio). A oggi la riduzione dell’inquinamento non ha ricevuto la meritata attenzione nei programmi di prevenzione e controllo delle malattie cardiovascolari. Inserire l’attenzione alla riduzione dell’inquinamento nei programmi di prevenzione delle malattie cardiovascolari e non solo in tale ambito potrebbe salvare milioni di vite.
L’articolo Inquinamento e cuore: una relazione pericolosa proviene da ytali..