[BERLINO]
A Berlino, pochi lo sanno, ci sono trentacinque luoghi considerati montagne. Diversi quartieri hanno la parola “Berg”, monte, nel loro nome: Prenzlauer Berg, Schöneberg, Kreuzberg, Lichtenberg.
In questa storia vi racconto di un ragazzo cresciuto nell’insediamento nel verde Eichkamp, ai piedi del Teufelsberg, la Montagna del Diavolo. Quando nacque Lutz-Graf Ulbrich, nel 1952, questa altura non esisteva ancora. Negli anni successivi è cresciuta in altezza. Un’altura di macerie e rifiuti. Man mano che Lutz cresceva, cresceva anche il colle, fino a raggiungere 120 metri di altezza.
Eichkamp è un progetto pilota nell’urbanistica berlinese, case unifamiliari in un complesso residenziale a schiera – con orto e pollaio – spazio abitativo per operai e dipendenti pubblici a basso reddito, progettato appena dopo la Prima Guerra Mondiale dal noto architetto Max Taut.
Il ragazzo del quartiere della collina divenne un musicista. Lüül, come si fece presto chiamare, sapeva già da quando frequentava la scuola Wald-Oberschule che la musica era ciò che faceva per lui. Con i suoi compagni di classe fondò la sua prima band: The Agitation, che più tardi divenne Agitation free.
Ma torniamo a Teufelsberg! Prende il nome dal lago vicino. Uno stagno celeste alimentato solo dall’acqua piovana. Molto tempo fa, vuole la leggenda, cercarono di santificarvi il diavolo.
Dopo la costruzione del Muro, nel 1961, quando fu creata l’isola di Berlino Ovest, i suoi abitanti dovettero vedere dove venivano smaltiti i calcinacci e i rifiuti. Le macerie della città distrutta e i rifiuti dei primi giorni dei settori della città dominati da inglesi, francesi e americani furono riversati in discariche a cielo aperto. Le norme ambientali non furono rispettate. Una bomba a orologeria biologica. C’era odore di putrefazione.
Ma i berlinesi occidentali si adattarono in modo molto creativo alla loro nuova vita da isolani. Ben presto gli hippy del movimento dei Figli dei Fiori dichiararono il Teufelssee zona naturista. A volte il prato assomigliava a una grande comune, dove durante le lunghe notti d’estate le canne giravano all’infinito e, per il sostentamento, venivano aperti deliziosi cestini da picnic. Le coppiette si avvolgevano tra coperte colorate, i tamburi salutavano la luna, dall’oscurità del bosco i cinghiali osservavano il trambusto grugnendo.
Sulla cima del Teufelsberg gli americani costruirono una stazione radar, da cui potevano spiare da lontano i Paesi del Patto di Varsavia, si dice addirittura fino a Mosca. L’edificio – un emblema futuristico di Berlino. Degne di nota sono le cupole, bianche come la neve, sulle torri d’acciaio. Piccole cupole progettate dal visionario architetto Buckminter Fuller secondo il principio della costruzione geodetica – cupole sferiche con un guscio reticolare di triangoli. Spesso si vedono sui tetti dei planetari, ma anche nei film di fantascienza. Questo emblema della guerra fredda sta cadendo in rovina, come molti edifici di Berlino. Ad esempio, il vicino centro congressi ICC. Nessuno si assume la responsabilità della sua conservazione. L’irresponsabilità è una delle più grandi debolezze della democrazia.
Dalla cima del Teufelsberg si ha una buona vista panoramica sull’ex Berlino Ovest. La Torre della Radio, l’Avus, lo Stadio Olimpico – luoghi costruiti o plasmati, con l’uso, dai nazionalsocialisti. Nuova è la casa Corbusierhaus. Chiamata così in onore dell’architetto francese Le Corbusier, può essere considerata un modello d’insediamento residenziale, proprio come Eichkamp. Qui le case unifamiliari furono distribuite su 17 piani. All’interno della Casa, le strade conducono a 530 appartamenti, per lo più a due piani. L’Unité d’habitation, type Berlin, fu realizzata nel 1957 per la Mostra Internazionale dell’Edilizia di Berlino Ovest. L’edificio è ritenuto un modello dell’abitare in rete, chiamato anche Wohnmaschine im Grünen, macchina da abitare nel verde.
Quando Lüül scrisse una pagina della storia della musica con Agitation Free, ero uno studente della neonata Accademia tedesca del cinema e della televisione – dffb, del 1966, dalle cui finestre vedevamo la Torre della Radio e il Teufelsberg. Alla fine del mio film di formazione Santa Lucia, il mio amico Enzio Edschmid corre sulla cima della collina con un walkie-talkie in mano, sullo sfondo la stazione di ascolto. Drammaturgicamente un’anticipazione visionaria del mondo in rete che verrà. Per il film utilizzo le musiche del grande maestro indiano del sithar, Ravi Shankar, le cui incantevoli melodie avevano estasiato anche i Beatles.
L’area intorno al luogo di nascita di Lüül la vedo come un campo di forze di contraddizioni estreme: la Casa della Radio, lo Stadio olimpico, l’anfiteatro Waldbühne, la Torre della Radio, l’Avus – centri dell’attività nazionalsocialista. Teufelsberg, il museo Gropius Bau, il Centro Congressi Internazionale ICC – centri della guerra fredda – mentalità isolana.
Questo campo di forze odora di ruggine, è grigio-azzurro, ronza forte. Tutto si sfregava e si sfrega tra lo sferragliare di un motore Volkswagen, l’abrasione dei pneumatici su una strada asfaltata, il cigolio della metropolitana leggera. Rumori radiofonici nell’etere, macchine da scrivere tintinnanti, luci al neon che ronzano, paternostri tremanti … . Attrito da cui nasce qualcosa di nuovo?
Io ero nel bel mezzo mezzo di tutto questo: hippie, combattente di strada, comunardo, operaio, marito, padre, fotografo e regista. Quando nel 2012 realizzai il film Video Vertov – il mio testamento elettronico – a partire dai miei documenti dell’epoca, cercai disperatamente musica e trovai Agitation Free.
Lüül e gli anni Settanta. Era possibile sentire nuovi suoni, nuovi ritmi, nuove sfere. Conoscevo i nuovi gruppi Ash Ra Tempel, Tangerine Dream, Amon Düül, Kraftwerk. Li avevo conosciuti ai festival – ma quando riscoprii Agitation Free per il mio nuovo film, fu come una redenzione. Tutte le impressioni di quell’epoca, i suoni, i luoghi, mi sembrava di sentirli in questa musica. Mi vibrava piacevolmente nelle orecchie, muoveva il mio cuore, faceva danzare il mio corpo – un brivido di gioia mi pervade.
Video Vertov inizia con il discorso di Joseph Goebbels al Palazzo dello Sport nel 1941, il mio anno di nascita: “Volete la guerra totale? Gli uomini presenti in uniforme gridarono: Sì! La volete più radicale e più totale di quanto possiamo immaginare? Sì! Heil Hitler”. Erano suoni che il mio orecchio di bambino aveva sentito: approvazione incondizionata.
Mettere insieme il discorso del Palazzo dello Sport e la musica di Agitation Free è un esperimento.
Cosa scaturisce da questa connessione? Una purificazione, un annullamento del senso di colpa a vita legato alla storia nazista della Germania? Un cambiamento di ciò che chiamiamo coscienza? Un’espansione?
I musicisti del gruppo Agitation Free erano ancora studenti quando, nel 1972, furono invitati dal Goethe-Institut a fare una tournée in Egitto, in Libano, in Grecia e a Cipro. Ragazzi di Berlino Ovest in Medio Oriente: cosa ci poteva essere di meglio? Per entrambe le parti. Le molteplici impressioni del viaggio – le orge sonore delle città – si tradussero nel loro primo album Malesch, che significa qualcosa come “Macht nichts, nimms leicht”, Non far niente, rilassati. Krautrock esotico – una miscela di rock improvvisato abbinato a elementi di musica elettronica, etnica, jazz e trance. Presto gli Agitation Free raggiunsero uno status di cult. Il gruppo è considerato un pioniere della world music. Una musica nata ai piedi del Teufelsberg dal campo di forza della tecnologia e dell’ideologia, suonata da giovani che esprimevano le loro sensazioni. Musica contemporanea che fa percepire il passato diversamente.
Anni dopo, nel 1995, Lüül co-fondò il gruppo 17 Hippis. Una big band che combina stili musicali di tutto il mondo con musica rock e pop suonata prevalentemente con strumenti acustici. La loro musica è una miscela di melodie e ritmi dell’Europa orientale e della chanson francese e la musica folk americana. Un modello di successo che per oltre venticinque anni ha esportato la musica di Berlino in tutto il mondo e che si può ascoltare in molti CD. Lüül lasciò la band durante il periodo del covid – troppo diversi erano, al suo interno, gli atteggiamenti verso il covid.
Qualche giorno fa sono andato a un concerto della nuova band di Lüül, Der wilde Ballon (La mongolfiera selvaggia). La voce inconfondibile di Lüül, il suo slancio, il suo amore per la musica e soprattutto per le musiciste e i musicisti si trasmettono al pubblico. Si balla con allegria e leggerezza. Lüül fa volare la gente.
La mia storia non è ancora finita.
The Velvet Underground and Nico nel 1966: Dall’alto a sinistra in senso orario: Lou Reed, Sterling Morrison, John Cale, Moe Tucker e Nico
Molto vicino all’insediamento dove vive Lüül, Eichkamp, nel mezzo della foresta Grunewald, c’è l’idilliaco cimitero dei senza nome. Qui si trova la tomba della cantante Nico – Christa Päffgen, una figlia delle macerie di Berlino. Famosa in tutto il mondo come voce e paroliera del leggendario gruppo Velvet Underground. Come musicista, è stata all’avanguardia del punk, della wave, del gothic. Anche come donna è stata all’avanguardia, per il suo ruolo nella musica pop e rock.
Lüül ha scritto un’autobiografia: Una vita da musicista tra Agitation Free, Ashra, Nico, la Neue Deutsche Welle e i 17 Hippis.
Quando gli Agitation Free a Parigi, con il loro primo concerto, conquistarono la città, conobbe Nico.
Arrivò Nico. Solo un riflettore. Una donna di una bellezza inaudita, sola con il suo harmonium indiano. Incredibile. Inavvicinabile. Mi ha tolto il fiato. Non avevo mai visto una personalità simile. Era unica. Da un lato sembrava fragile e timida, dall’altro irradiava una forza incontenibile. Come se venisse da un altro mondo. La magia della solitudine. Le sue semplici canzoni, con l’incantevole organo e il canto da brivido, creavano nella sala un misticismo sacro, medievale e inebriante. Il pubblico la amava,
scrive Lüül nel suo libro a proposito di questo primo incontro.
Nel corso del tempo, Nico e Lüül diventano una coppia – rimangono insieme per molti anni. Nico muore a Ibiza, colpita da un ictus mentre si reca in bicicletta in città. Troppo tardi viene trovata e portata in ospedale, un’operazione non può più salvarla. Lüül organizza il trasferimento a Berlino. L’urna contenente le ceneri di Nico viene seppellita nella tomba della madre.
Berlino si candida a ospitare l’EXPO nel 2035, l’Exposition Universelle Internationale, Exposition Mondiale o World’s Fair.
Una buona occasione per fare del campo di forza di Eichkamp un paesaggio, una scultura percorribile a piedi, una sinfonia di tonalità – un paesaggio temporale in cui persone, animali e natura convivono in un’armonia ancora sconosciuta.
Appendice
Lo Stadio olimpico, inaugurato nel 1936, è ornato da sculture che sono espressione della più pura arte nazionalsocialista. Arno Breker le creò prendendo come modello le sculture dell’antica Grecia per simboleggiare gli ideali estetici della teoria della razza, il tipo d’uomo sano e ariano. Arte fascista nello spazio pubblico.
L’International Congress Centre Berlin, ICC, è stato inaugurato nel 1979 come uno dei più grandi e moderni centri congressi del mondo. L’edificio, sotto tutela monumentale per la sua architettura high-tech, la cui caratteristica più evidente è la facciata in alluminio grigio-argento, è vuoto dal 2014.
Se traccio un cerchio intorno al luogo di nascita di Lüül con un compasso, osservando il mio campo di forza penso a un diametro di sei chilometri. Mi piacerebbe girarci intorno con un pallone aerostatico motorizzato – al più tardi all’Expo 2035. Come in autostop in astronave attraverso la galassia. Da Eichkamp allo spazio.
La domanda resta: come mi è venuta in mente questa idea? Dov’è l’inizio, dov’è la fine della mia immaginazione visiva nell’era della multiplanetaria, computer vision?
Traduzione di Sandra Paoli
L’articolo La mongolfiera selvaggia proviene da ytali..