Pittrice, musicista, scrittrice, linguista e matriarca, Rosalba Carriera fu una donna di sorprendente successo nella Venezia del XVIII secolo, tanto più straordinaria per la sua scelta di non sposarsi e di condurre invece una sua vita indipendente. Rosalba Carriera di Angela Oberer è la prima biografia illustrata in lingua inglese di questa celebre artista rococò, le cui squisite miniature e innovativi dipinti a pastello erano ambiti da reali e aristocratici di tutta Europa. La monografia prende in esame la vita di Carriera nel contesto storico della cultura e del commercio veneziano e offre nuove sorprendenti interpretazioni per aiutarci a comprendere la sua arte, vita e influenze.
Abbiamo parlato con l’autrice Angela Oberer del suo lavoro su questa affascinante figura.
Come storica dell’arte, cosa t’ha avvicinato inizialmente all’opera di Rosalba Carriera?
Devo ammettere che, inizialmente, Rosalba Carriera non aveva attirato il mio interesse per la sua arte ma per il fatto che aveva due sorelle. A quel tempo, studiavo le relazioni tra sorelle. Così, quando mi sono imbattuta nell’autoritratto di Carriera agli Uffizi, dove la pittrice si raffigurava presumibilmente con Giovanna, la sorella che divenne sua assistente, mi sono incuriosita. Dopo aver letto l’intero carteggio di Rosalba – due volumi pubblicati da Bernardina Sani nel 1985 – sono rimasta ipnotizzata e ho iniziato a guardare i suoi dipinti. Praticamente nessuna delle sue opere è mai stata interpretata, approfondita o inserita in un contesto iconografico o sociale. Un’enorme quantità di materiale è sostanzialmente intatta e a ogni passo si presentano nuove intuizioni. M’intriga molto e non posso che invitare gli studenti che sono alla ricerca di qualcosa su cui lavorare a tuffarcisi. C’è ancora tanto da fare.
Nel corso delle tue approfondite ricerche e scritti, quale considera il risultato più sorprendente di questa pittrice veneziana estremamente talentuosa?
L’unica cosa che mi ha davvero sorpreso è stata scoprire che Carriera non faceva solo tendenza nella tecnica e nello stile – ha dato lei il via alla moda dei ritratti a pastello in Europa – ma che ha prodotto una notevole quantità di arte erotica ed erotizzante. Alcuni dei suoi clienti parlano chiaramente dell’effetto che i suoi dipinti hanno avuto su di loro. Non me l’aspettavo. Inoltre, in fondo, ai suoi clienti bastava possedere un’opera di Carriera; la cosa in sé non aveva più tanta importanza. E, se è corretta la mia interpretazione della sua formula di seduzione e d’esaltazione della bellezza nei ritratti di donne, non stupisce l’importanza di “possedere un Carriera” ancora più mi ha stupito l’importanza di “essere una Carriera”; cioè essere riconosciuto come Carriera, che significava appartenere a una certa classe sociale e rappresentare un certo ideale di bellezza. Queste donne sembrano aver condiviso un senso di identità collettiva che implicava uno status sociale e culturale elevato, gusto esclusivo, modi raffinati, femminilità e molto probabilmente una rilevanza pubblica. È un vero fenomeno che non avevo mai visto prima.
Rosalba Carriera era una poliedrica linguista, scrittrice, musicista e pittrice. Un intelletto, iò suo, abbinato a una fertile mente creativa e a sagaci abilità finanziarie. Con tutti i successi conseguiti, ho trovato molto sorprendente il fatto che non avesse imparato le sue abilità artistiche da un membro maschio della famiglia, ma fosse principalmente un’autodidatta. Pensi che possa aver ereditato il talento artistico dal nonno, che poi fu d’ispirazione alla sua dedizione alla pittura?
La ricerca sull’insegnante o sugli insegnanti di Carriera è in corso. Vari nomi sono stati e continuano a essere menzionati come possibili maestri, ma non è stata ancora pubblicata alcuna analisi conclusiva. Lascio questa discussione ai miei colleghi. Ora che Carriera sta finalmente tornando nel dibattito e nell’interesse degli storici dell’arte, vengono pubblicati altri studi. Forse dobbiamo solo aspettare che qualcuno trovi una risposta più soddisfacente. Tutto quello che posso dire è che potrebbe aver imparato molto da sola, ma non insisto davvero su questo punto. Sarei più che felice se qualcuno scoprisse qualcosa di più preciso.
Per quanto riguarda il nonno, anche in qiesto caso, non ne sappiamo abbastanza per poter parlare di un’influenza diretta su Rosalba. Finché non troveremo nuovi documenti, temo che si tratterà di pura speculazione.
Sono rimasta perplessa dal fatto che quando Rosalba fu invitata a realizzare una proposta per la prestigiosa Accademia di San Luca a Roma si fosse rifiutata di inviare l’autoritratto richiesto. Alla fine, il suo ritratto fu dipinto e presentato da Sebastiano Bombelli, e ricevette il titolo più alto di “accademia di merito”. Tuttavia, tutto il procedimento di candidatura le risultò doloroso. Puoi ipotizzare perché si sarebbe rifiutata di soddisfare lo specifico requisito di un fornire un autoritratto? Per un’artista che controllava ogni aspetto della sua vita, la sua decisione sembra controintuitiva.
Sono completamente d’accordo. Non mi sarei mai aspettata che lasciasse questo compito a qualcun altro. È una congettura, come hai detto tu, ma considerando quanto ha lottato, quante scuse ha inventato, procrastinando più e più volte la presentazione del suo pezzo di ammissione, che era una miniatura, proprio l’arte in cui si era specializzata fino a quel momento, potrebbe essersi sentita troppo intimidita per portare a termine la cosa. Forse voleva evitare ciò che avrebbe potuto essere criticato o considerato dagli altri (e forse da lei stessa) come inferiore o addirittura imbarazzante. Ma ancora una volta, queste sono tutte congetture.
Sebbene la maggior parte delle opere di Rosalba Carriera si trovi fuori Venezia, è comunque possibile vedere suoi dipinti alle Gallerie dell’Accademia, a Ca’Rezzonico, a Palazzo Grimini e alla Fondazione Giorgio Cini. Puoi dirci le opere che preferisci da vedere a Venezia e che raccontano della sua crescita artistico?
Adoro la miniatura di Philip Wharton a Ca’ Rezzonico in cui questo giovane inglese ti guarda con un accenno di sorriso sulle labbra. Mi ha colpito il fatto che sia raffigurato senza parrucca, cioè senza un segno visibile di ordine ma con un copricapo rosso a forma di turbante. Mostrarsi in questo modo significava scegliere deliberatamente di essere visti come eccentrici o addirittura devianti. È un pezzo bellissimo e affascinante che merita sicuramente di essere studiato più nel dettaglio.
Un altro pezzo che adoro è il ritratto a pastello di Suor Maria Caterina, nello stesso museo, una delle rappresentazioni più intense e impressionanti di una suora anziana che io conosca.
Tuttavia, l’autoritratto di Carriera all’Accademia è per me in assoluto il numero uno. È l’ultimo autoritratto di Carriera. A quel punto aveva più di settant’anni, stava lentamente diventando cieca, e si raffigurava con un viso stanco, triste e pensieroso, sottili capelli bianchi. Ho letto il dipinto come una rappresentazione della vecchiaia e della malinconia che porta con sé il declino fisico ma anche le caratteristiche di un genio. Non a caso Carriera si cinge d’una corona d’alloro, sottolineando il suo successo e la sua realizzazione professionale. È anche un attributo di origine divina, a sottolineare così ulteriormente il suo orgoglio. A quel punto, alla fine della sua vita, Carriera era lungi dall’essere intimidita da nessuno. Che affermazione potente è questo dipinto.
Rosalba Carriera è riuscita a elevare le miniature e il lavoro con i pastelli a fama internazionale. Sembrava avesse un talento innato nell’individuare aree meno popolari da perseguire, cosa che ha contribuito alla sua fortuna. Come per la sua decisione di rimanere single, la sua vita sembra essere stata una serie di decisioni intelligenti e controcorrente, tanto più impressionanti se ricordiamo che eravamo nel XVIII secolo. Storicamente liquidata come pittrice rococò, ritieni che una comprensione più profonda della sua illustre vita la porterà a riconquistare nuovamente la ribalta come artista straordinaria?
La sua vita illustre e di straordinario successo è decisamente accattivante. A parte le strategie intelligenti che ha utilizzato nella sua vita privata e professionale, Carriera è davvero una figura molto affascinante. Ma penso anche che abbia riacquistato importanza perché abbiamo nuove chiavi per svelare il significato della sua opera. Invece di limitarsi a guardare i suoi dipinti, riconoscendone la superba tecnica e apprezzandone la straordinaria bellezza, oggi i visitatori dei musei possono finalmente comprendere più profondamente il suo lavoro e di conseguenza apprezzare le sue capacità artistiche e intellettuali. Sono riuscito a convincere la Gemäldegalerie di Dresda, il museo che possiede la più grande collezione di dipinti di Carriera al mondo, a organizzare una mostra delle sue opere. È stato spettacolare. Ca’ Rezzonico aveva una bella mostra delle sue miniature. Rispetto a quando ho iniziato la mia ricerca, negli ultimi cinque anni il numero di studi, articoli o semplicemente voci presenti sul web riguardanti Carriera è cresciuto enormemente. Sta tornando e ne sono felice. L’arte di Carriera conquisterà di nuovo il mondo, come trecento anni fa. Vedrai.
Leggi gli altri articoli e interviste di JoAnn Locktov su ytali e YtaliGlobal visita il suo sito
L’articolo Autoritratto: la carriera singolare dell’artista Rosalba Carriera proviene da ytali..