Un assessore che ruba, in modo così sfrontato che non ascolta neanche i richiami del suo sindaco. Un sindaco che, se lo richiama, sa. E quindi porta, per il suo ruolo, responsabilità anche maggiori.
Il primo da’ le dimissioni, il secondo fa finta di niente.
Non si presenta in Consiglio e da appuntamento per un chiarimento … a “dopo l’estate”.
Molti hanno rilevato che in un sistema di rappresentanza “normale” quel che è successo avrebbe indotto un Sindaco e una giunta quanto meno delegittimati a dimettersi e ad affidare il loro destino al giudizio degli elettori. Ma non è così nel sistema monocratico che fa capo a Luigi Brugnaro e ai suoi “dipendenti”, passati alla pubblica amministrazione direttamente dalle sue aziende (dalle quali provengono capo di gabinetto direttore e vice direttore della macchina comunale).
E la nostra città sarà agli occhi dell’Italia e del mondo un Comune non solo governato da approfittatori e corrotti, ma anche incapaci di affrontare i suoi grandi problemi.
Stretta com’è tra scelte speculative non essenziali che prevalgono su quelle necessarie ed urgenti (ad es. stadio e bosco dello sport vs casa) e inazione che consente alla rendita speculativa di essere sempre più il motore della sua economia (es.. non regolamentazione delle locazioni brevi, pur essendo Venezia l’unico Comune che già oggi può farlo)
Si sente dire che questo “scandalo” – di cui tutti sapevano ma che c’è voluta l’azione della magistratura per far esplodere – potrebbe essere un momento importante, di “inversione di tendenza” per la città.
Come fu (o avrebbe potuto essere ?) dieci anni fa l’esplosione dell’”affaire MOSE”.
Che fece saltare sindaco, amministratori e tecnici e portò– dopo un periodo di commissariamento – i veneziani e soprattutto i mestrini ad affidare per due volte di seguito le chiavi del Comune a Luigi Brugnaro. Un “uomo nuovo”, un imprenditore di successo che si mette a disposizione della città.(come trent’anni fa fu per il paese Silvio Berlusconi …).
Brugnaro scelse di non percepire lo stipendio da sindaco e di affidare la gestione dei suoi beni ad un “blind trust”. Come se affidando ad altri la gestione del mio patrimonio come sindaco non potessi fare scelte che alla fine del mandato mi fanno tornare in possesso di un patrimonio ampiamente valorizzato. Il caso delle politiche urbanistiche comunali (per tutte sui Pili) sta a dimostrare come il “conflitto di interessi” non sia legato alla gestione (diretta o meno) del patrimonio, ma alle scelte politiche e amministrative che ne aumentano il valore.
Graffiti nel centro di Venezia
Dal mio punto di vista sarebbe giusto questa Amministrazione se ne andasse. Ha squalificato l’immagine della città nel mondo, dopo aver dimostrato di non saper governarne i suoi problemi (l’incapacità del contributo di accesso a combattere e frenare l’over tourism ne è solo un ultimo clamoroso caso).
Il problema è come costruire un fronte alternativo, che possa verificare se idee e pratiche che i tanti movimenti di una città che ha “più associazioni che abitanti” possono confluire in un progetto di governo del Comune di Venezia (nelle sue parti d’acqua e di terra).
E non solo dei movimenti, ma di industriali, artigiani e commercianti e mondo della cultura e delle università, a partire dalle studentesse e dagli studenti.
Si tratta di ragionare sul ruolo che ognuno di questi soggetti può giocare in un’idea di città dove l’economia torni ad essere plurale e si batta la monocultura turistica.
Ma più in generale è a tutti gli abitanti che oggi è possibile e porre la scelta tra due modelli di governo della città (sia che Brugnaro e i suoi vadano a casa anticipatamente sia che si trascinino per una anno fino alla scadenza naturale del mandato)
Quello che punta alle cosiddette grandi opere dei privati – spesso peraltro annunciate e non realizzate (bosco di Mestre, Mortiron, ex Umberto I, alberghi “in deroga” a Venezia, e via dicendo. Con una gestione dirigistica dei servizi e una partecipazione alla decisone del tutto formale (la Giunta decide poi al massimo fa un’assemblea per sentire cosa ne pensa la popolazione, ma senza poi tenerne conto dei pareri)
O quella che unisce ricucitura ambientale del territorio e dei servizi a partire dalla salute e da trasporti e dalla diffusione del verde ad una politica della casa capace di tagliare le unghie alla grande speculazione immobiliare.
E imposta processi partecipativi che consentano di tener conto del parere della popolazione.
Poi bisogna arrivare ad una rappresentanza politica non solo unitaria ma unificante.
Un tentativo simile venne fatto nella scorsa tornata ammnistrativa. Anche su Ytali si parlò delle speranze suscitate da quel tentativo che prese il nome di “Un’Altra Città e Possibile” e che purtroppo affondò (o venne affondato) dopo una lunga navigazione e proprio in vista della riva.
Il livello della rappresentanza politica è centrale.
Oggi Brugnaro può essere battuto. Ma solo se la gente potrà non solo vedere che un programma positivo e di legislatura affronta i problemi veri della città e lo fa con l’aiuto della popolazione, chiamata non solo a votare ma a sostenere il programma con pratiche e comportamenti che consentano la realizzazione partecipata degli obiettivi.
E permettetemi di dire l’ultima cosa,
Per fare tutto questo serve apire un grande cantiere in cui tutti si presentino lavorando con le regole della partecipazione e con il metodo del consenso.
Bisogna che le forze politiche di opposizione accettino di misurarsi con movimenti e forze sociali ed economiche. che tutte e tutti si accetti di “andare insieme” e di lasciare alla fine la scelta dei candidati alle varie cariche istituzionali – da fare con processi inclusivi e condivisi.
Ci vuole una disponibilità che sappia anche autocriticare un atteggiamento che l’altra volta ha portato a una presentazione divise e frammentata.
Qualche piccolo spazio personale di visibilità non vale la consegna di una città a uno schieramento come quello che oggi appare in crisi, ma che potrebbe essere rimesso in piedi anche dall’incapacità di presentare una proposta alternativa e convincente, nel metodo e nel merito.
Le pagine di ytali possono essere uno dei luoghi nei quali questo progetto comincia a prendere forma,
L’articolo Il governo di Venezia. Se non quando, ora … proviene da ytali..