Fresco di stampa, il libro Nato in barca. Palmiro Fongher campione del remo, pubblicato per Cierre edizioni, narra la storia di un giovane pescatore di Pellestrina diventato un fenomeno della voga alla veneta. Si tratta di un romanzo biografico, firmato dal giornalista e scrittore veneziano Silvio Testa. che scandaglia i vissuti di Palmiro, vissuti che sembrano trasformarsi in un viaggio liquido della memoria che ti coinvolge e ti emoziona, quasi come se anche tu che stai leggendo ne diventassi parte e ti trovassi a remare tra flutti e sciabordii di radici, di ricordi, profumi, sapori, ma anche tragedie e dolori che diventano tuoi, che ti fanno sentire parte, ovunque ti trovi, chiunque tu sia.
Le maree dell’incorrotta lingua veneziana vanno e vengono fra le trame della narrazione sapiente di Silvio Testa, si fanno suono evocativo, risacca ancestrale e ti prendono per mano conducendoti in un mondo vivo e autentico, fuori da schemi e stereotipi letterari, storici, culturali. Così leggere diventa un piacere e la parola si muove in un percorso di conoscenza fatto di sapienza, di esperienze secolari, di radici lontane eppure ancora tanto necessarie per sorreggere le fragili incertezze dei nostri giorni tecnologici, minati dalla perdita più o meno consapevole della memoria e da derive di crescente individualismo.
Nel 1939 Palmiro finiva la prima elementare e già dal lunedì successivo suo padre, Giovanni, lo tirava giù dal letto ancor prima dell’alba: «Palmiro, svègite!», perché voleva introdurlo al rito di iniziazione della faticosa vita del pescatore. Così doveva dormire e mangiare per giorni e giorni in barca, imparare ad amare e rispettare la Laguna, conoscerne i segreti e le sue mille voci e forme, diventare parte imprescindibile di lei, trasformare quei tempi di fatica dell’antica pesca a seràgia in una scuola dove poter apprendere gli insegnamenti e le regole non scritte della natura lagunare.
E la vita di Palmiro viene messa davvero a dura prova, sconvolta dalle tragiche vicende della seconda Guerra Mondiale. In questa fase storica lui può toccare con mano cose che nemmeno poteva immaginare, come il sangue e la morte, i cadaveri finiti nelle reti, gli abusi e l’oppressione del regime nazifascista, la cecità distruttiva dei bombardamenti “alleati”, la fame e la disgregazione della sua famiglia, che vedeva costretti al fronte due dei suoi fratelli maggiori.
La canottieri Giudecca festeggia il 90° compleanno di Palmiro Fongher, 5 febbrato 2022
Al termine della guerra però le difficoltà e le fatiche di Palmiro si trasformano in passione, una passione che lo forgia preparandolo a un futuro fatto di sogni da realizzare; ma cosa poteva sognare un ragazzino in quei tempi? Quali erano i suoi miti, i suoi eroi? Come oggigiorno, tra i desideri più ambiti dei giovani c’è quello di diventare calciatori famosi, allora a Venezia c’era e c’è ancora l’ambizione di trasformarsi in campioni del remo, per misurarsi in una competizione popolare che affonda le sue radici già dall’inizio del 1.300, ma che poi, dal 1899, prende il nome di Regata Storica e, infine, dal 1922 viene anche fissata nella sua cadenza annuale, tutt’ora in vigore.
L’allenamento di un futuro campione del remo è determinato dal suo stesso lavoro di pescatore, dato che da Pellestrina al mercato del pesce di Rialto bisogna coprire decine di chilometri tra andata e ritorno e, per vendere bene il pescato, diventa quindi necessario essere veloci e arrivare prima degli altri. Così, all’età di 14 anni e mezzo, Palmiro chiede a suo padre di fargli costruire un sandolino veloce, cioè un’imbarcazione fatta a sua misura: «però la vorìa come la go in testa mi, longa e stréta, perché cussì podaressimo rivàr prima al mercà». Giovanni capisce che questa richiesta è determinante per il futuro del figlio, perciò ordina di costruire una barca proprio come la voleva Palmiro, nello squero Menèto, cioè uno dei principali cantieri di Pellestrina. I risultati non si fanno attendere e Palmiro brucia regolarmente sul tempo imbarcazioni ben più grandi e pretenziose della sua.
Oltre che al lavoro di pescatore, Palmiro è letteralmente affascinato dalle leggende e dai campioni che abitano l’antico mondo delle regate. Il 5 settembre del 1948 assiste dal ponte Rialto alla sua prima Regata Storica. La folla che si accalca lungo il percorso del Canal Grande, il tifo che accompagna le vogate dei campioni e il tripudio popolare dedicato ai vincitori, sortiscono un effetto magico sul promettente adolescente, aprendogli le porte a un mondo fantastico che, per parecchi decenni successivi, lo vedranno importante protagonista.
Nelle selezioni per la Ragata Storica i gondolieri cittadini vengono tradizionalmente privilegiati rispetto ai regatanti come Palmiro, ma lui nel 1952 si sentiva ormai pronto per fare il grande salto, assieme ad altri giovani promettenti vogatori come Sergio Tagliapietra, detto Ciaci, Natale Vianello, detto Badàn e Giuseppe Fongher, detto Bepi. Nel 1957 Palmiro e Bepi Fongher vincono finalmente la loro prima Regata Storica. Molte pagine del libro di Silvio Testa sono dedicate alle testimonianze fotografiche, con immagini d’archivio che narrano le gesta di Palmiro e di altri vogatori.
Nel volume si susseguono anche vicende legate alla vita sentimentale e lavorativa di Palmiro, con sua moglie Emilia, la figlia Lorella, un contratto a tempo indeterminato presso il giornale Gazzettino Sera, a cui segue un frustrante licenziamento. Poi un concorso per il ruolo di ispettore presso l’ospedale psichiatrico dell’isola di San Servolo. Anche in questo nuovo mondo Palmiro è costretto a remare duramente, a misurarsi con diverse difficoltà e, per molti anni, lavora negli ospedali psichiatrici, dove viene scandita una realtà quotidiana fatta di tensioni e dolori, ma anche di profondi affetti, sia verso i suoi colleghi che verso i cosiddetti “matti”.
Sta di fatto che il mondo dei malati mentali e quello delle regate si intreccia nell’esistenza di Palmiro: da una parte i cambiamenti profondi e le rivoluzioni nella psichiatria, dall’altra i compagni di remi che si susseguono. Assieme a molti di questi vogatori, Palmiro scrive una storia leggendaria, fatta di brucianti sconfitte e vittorie epiche, di meschinità e invidie, di cattiverie e antagonismi, ma anche di un’umanità generosa e solidale, in una Venezia che diventa sia cornice che cuore pulsante di un’intera vita.
Nel 2023 Palmiro si sottopone a una delicata operazione chirurgica a cuore aperto e la supera come fosse l’ennesima regata. Poi, terminata la riabilitazione, inizia a dedicare il suo tempo alla realizzazione di questo libro e, nell’incontro con Silvio Testa, gli spiega perché decide di farlo proprio con lui: «Perché te go sempre considerà el Palmiro del giornalismo venezian!». E il risultato ora è racchiuso in un libro tanto interessante quanto necessario.
immagine di copertina: Palmiro Fongher. Il titolo di “re del remo”, dodici successi complessivi in Canal Grande con cinque diversi compagni, 31 bandiere vinte, 38 partecipazioni (record in coabitazione col fratello Bepi): nel “club dei Grandi” della Regata storica moderna Palmiro Fongher occupa certamente un ruolo da protagonista. Tra i suoi primati anche quello del maggior numero di presenze consecutive in Canal Grande: ben 32.
L’articolo Il re del remo. Una storia vera, un romanzo proviene da ytali..