Una svolta radicale, quella di Sigmund Freud e Arthur Schnitzler. Così la definisce Elisabeth Galvan, riferendosi alla pubblicazione, nel 1900, de L’interpretazione dei sogni e di Sottotenente Gustl. Opere diverse tra loro, ma legate l’una all’altra. Il lavoro di Schnitzler arriva poco dopo L’interpretazione dei sogni, è la prima novella in lingua tedesca scritta interamente con la tecnica del monologo interiore, che riproduce i pensieri come appaiono nella mente del personaggio. Il lettore, rileva Galvan, ha accesso diretto alla mente e alla psiche di un giovane ufficiale dell’esercito austro-ungarico, ai pensieri che incombono dopo aver subito l’affronto di un fornaio. Un oltraggio a cui il sottotenente non può porre rimedio se non con il suicidio, pensa tra sé il protagonista.
“Un capolavoro”, definì l’autore stesso la novella, appena terminata. Un entusiasmo che finì per cozzare contro il muro autoprotettivo degli ambienti militari e conservatori. La novella destò scandalo e l’autore, ufficiale di riserva dell’esercito, fu accusato di vilipendio e degradato a soldato semplice.
Il successo del racconto avrebbe dato ragione a Schnitzler, una lunga scia di apprezzamento che arriva fino ai nostri giorni. Numerose sono state le edizioni di Leutnant Gustl e Bur ora propone una nuova traduzione in lingua italiana, con testo a fronte, di Renata Colorni, traduttrice di autori quali Thomas Mann, Sigmund Freud, Elias Canetti.
In questa nuova edizione, il lettore è portato per mano nel cuore del racconto. E le immagini sono di aiuto. A partire dalla copertina, un “Autoritratto” di Egon Schiele. Secondo lo storico dell’arte Franco Miracco è “un’immagine in cui il soggetto s’interroga, si autoanalizza, un’immagine perfetta per Schnitzler”. Per la prima volta un’edizione italiana propone le illustrazioni di Moritz Coschell, realizzate appositamente per la prima pubblicazione tedesca del 1901. Immagini che disegnano bene un’epoca, un mondo.
L’introduzione di Elisabeth Galvan fa un quadro del contesto in cui Gustl fu realizzata. La Grande Vienna a cavallo tra Ottocento e Novecento. Una delle capitali europee della cultura, laboratorio unico in campo intellettuale, culturale e scientifico e luogo fondamentale per la nascita della psicoanalisi. È un humus culturale che fa da sfondo e dà leva al processo di conoscenza e dell’addentrarsi nella psiche umana e nella sua rappresentazione nella letteratura. Le peculiarità della lingua e della tecnica narrativa mettono in risalto i due temi – l’esercito e le donne – attorno ai quali ruotano i pensieri del protagonista, personaggio aggressivo, insicuro, animato da risentimento sociale, misoginia e antisemitismo. Sono pagine di grande interesse, queste, nel testo introduttivo di Elisabeth Galvan. In particolare, il riferimento all’uso del termine “antisemitisch” nel dibattito politico e alla multietnicità dell’impero austro-ungarico. L’introduzione si conclude con una parte dedicata alla topografia di Vienna e al percorso compiuto da Gustl, nello spirito di mettere nella giusta evidenza l’importanza del luogo in cui si svolgono gli avvenimenti narrati. Utile, a questo proposito, una mappa di Angelo Valenti, che rende visibile il tragitto compiuto dal giovane nella capitale dell’impero austro-ungarico, in cui è stata concepita e in cui si svolge la storia.
Vanno inoltre contemplate una cronologia della vita e delle opere di Schnitzler e una bibliografia, che permettono ulteriori approfondimenti.
Perché riproporre un’opera di fondamentale importanza, e tuttavia consegnata a tempi ormai remoti? Perché quei tempi sono tutt’altro che remoti, pensando solo a un paio dei temi centrali messi in luce dalla curatrice dell’opera: antisemitismo e misoginia. Ma anche pensando ai sentimenti diffusi nella nostra attuale, concitata, convivenza sociale, come l’aggressività e l’invidia sociale. Un materiale umano che rende la psicoanalisi quanto mai attuale, quanto mai necessaria.
L’articolo La Grande Vienna che ci parla del mondo di oggi proviene da ytali..