“Grazie per aver riportato la gioia”, ha dichiarato Tim Walz, esprimendo la sua gratitudine a Kamala Harris nel suo primo discorso come candidato alla vicepresidenza. Le sue parole hanno risuonato in una sala gremita di sostenitori entusiasti presso la Temple University di Philadelphia, dove l’energia era palpabile. L’auditorium era colmo di persone sorridenti, felici e speranzose, galvanizzate dall’annuncio – inaspettato fino a qualche settimana fa – della candidatura di Harris alla presidenza.
Sessantenne, Tim Walz sta attualmente servendo il suo secondo mandato come governatore dello stato del Minnesota. È riuscito a emergere vittorioso nel rigoroso processo di vetting, durante il quale la vita politica e privata dei candidati viene analizzata con estrema attenzione dalla campagna presidenziale. Ha superato altri contendenti di alto profilo, come il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro e il senatore dell’Arizona Mark Kelly.
Il nuovo candidato alla vicepresidenza ha alle spalle una carriera politica di vent’anni. Ex membro della Camera dei Rappresentanti, Walz ha rappresentato una circoscrizione rurale e conservatrice, conquistata dai democratici nel 2006, dimostrando la sua capacità di ottenere consensi anche in aree tradizionalmente più difficili per il suo partito. Oggi, è considerato uno dei governatori più progressisti del paese, apprezzato per il suo impegno su temi come la giustizia sociale, l’ambiente e l’accesso all’istruzione.
La storia personale di Walz sembra essere la rappresentazione del successo “normale” della classe media americana. Nato in un piccolo paese di appena quattrocento abitanti nel cuore del Nebraska, Walz è cresciuto in una comunità dove i valori della solidarietà e del dovere verso il prossimo erano centrali. Suo padre, un insegnante, gli ha trasmesso l’importanza dell’educazione e del servizio pubblico, ha dichiarato. Crescere in una famiglia modesta, con due fratelli e una situazione economica non sempre facile, ha poi segnato profondamente la sua visione del mondo.
A Philadelphia Walz ha ricordato quei momenti difficili, utilizzandoli come punto di confronto per attaccare le politiche di Donald Trump, accusandolo di essere distante dai problemi reali della gente comune e di chi è in difficoltà:
Trump non è mai stato attorno alla tavola della cucina, come quella dove io sono cresciuto, cercando di immaginare come pagare le bollette. Sedeva nel suo country club a Mar-a-Lago pensando a come tagliare le tasse per i suoi ricchi amici
Qualche anno fa, anche il presidente Biden aveva parlato apertamente delle differenze di esperienze di vita tra lui e l’ex presidente Trump. Biden, cresciuto in una città operaia e povera come Scranton, in Pennsylvania, aveva spesso sottolineato come la sua infanzia modesta fosse in netto contrasto con il passato privilegiato di Trump. Tuttavia, a Philadelphia, “Average Joe” sembra ormai distante, quasi assente. Non viene nemmeno menzionato.
Torniamo a Walz. Il padre lo spinge ad arruolarsi nella Guardia Nazionale quando aveva solo diciassette anni. Due anni dopo, il padre morì di cancro ai polmoni, un lutto che lasciò la famiglia in una situazione finanziaria precaria, con la madre costretta a lavorare duramente per coprire le spese ospedaliere.
Seguendo le orme del padre e dei fratelli, Walz divenne insegnante di scienze sociali in Nebraska. Fu proprio in una scuola dello stato che incontrò Gwen Whipple, una collega insegnante originaria del Minnesota, che avrebbe cambiato il corso della sua vita. Gwen lo convinse a trasferirsi con lei nel sud del Minnesota, dove Walz continuò la sua carriera di insegnante, insegnando geografia e diventando l’allenatore della squadra di football della scuola.
Il “coach”, come hanno cominciato a chiamarlo i sostenitori dem, ha raccontato con sincerità di come i suoi figli siano stati concepiti grazie alla fecondazione in vitro. Ha attaccato con forza Donald Trump e il suo candidato vicepresidente, J. D. Vance, proprio sul tema dei diritti riproduttivi, tornato al centro del dibattito nazionale dopo una controversa decisione della Corte suprema dell’Alabama. La Corte aveva dichiarato che gli embrioni creati con la fecondazione in vitro dovevano essere considerati come persone, una posizione che aveva suscitato critiche anche da parte dello stesso Trump. Nei giorni scorsi il suo candidato vice, Vance, aveva tuttavia parlato della necessita di dare maggiore potere elettorale – voti – a chi ha figli e attaccato i democratici come “un branco di gattare senza figli”, dichiarazioni a cui Walz ha risposto così a Philadelphia:
In Minnesota, rispettiamo i nostri vicini e le loro scelte personali. Anche se non faremmo le stesse scelte, esiste una regola d’oro: fatti gli affari tuoi. […] Questo include anche la fecondazione in vitro, una cosa davvero personale e che riguarda anche la mia famiglia. Quando mia moglie ed io decidemmo di avere dei figli, abbiamo passato anni in trattamenti contro l’infertilità. E ricordo di aver pregato ogni notte per l’arrivo di buone notizie. Ricordo il nodo allo stomaco quando il telefono squillava. E l’agonia quando sentivamo che i trattamento non avevano funzionato. Quindi non è stato per caso che, quando abbiamo avuto nostra figlia, le abbiamo dato il nome Hope [Speranza, ndr].
Il primo ruolo politico significativo di Tim Walz arriva durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2004. In quell’occasione, l’allora candidato alla presidenza John Kerry lo nomina coordinatore della campagna nella sua contea di residenza e coordinatore distrettuale per il gruppo “Veterani per Kerry”. Nonostante il suo impegno, George W. Bush stravince nella contea, replicando il successo del 2000, un risultato che avrebbe potuto scoraggiare chiunque. Tuttavia, due anni dopo, Walz decide di lanciarsi in una sfida ancora più grande: candidarsi come rappresentante nella sua circoscrizione, tradizionalmente repubblicana, dove solo tre democratici erano riusciti a vincere prima di lui tra il 1893 e il 2006.
La sua candidatura sembrava inizialmente avere poche possibilità di successo. L’incumbent repubblicano, contro cui si scontrava, aveva a disposizione quasi mezzo milione di dollari in più per la campagna elettorale, una differenza che avrebbe messo in difficoltà molti candidati. Tuttavia, Walz riesce a ottenere una vittoria sorprendente, sconfiggendo il suo avversario repubblicano e iniziando una carriera al Congresso che durerà dodici anni. Verrà infatti rieletto per cinque mandati consecutivi.
Durante il suo tempo alla Camera dei Rappresentanti, Walz si distingue per il suo impegno a favore dei veterani, concentrandosi in particolare sulle questioni legate alla loro salute mentale, alla gestione del dolore e alla prevenzione dei suicidi. Rappresenta comunque una circoscrizione conservatrice e Walz adotta posizioni moderate. Ad esempio, vota a favore di maggiori controlli sui rifugiati e mantiene posizioni in linea con l’establishment democratico su Israele.
Un aspetto interessante della sua carriera politica è il rapporto con la National Rifle Association (NRA), la potente lobby delle armi negli Stati Uniti. All’inizio del suo mandato, Walz ottiene un voto “A” dalla NRA, essendo un possessore di armi e sostenitore del Secondo emendamento, che garantisce il diritto degli americani a portare armi. Tuttavia, nel 2018, Walz cambia posizione e propone misure più restrittive, inclusa la messa al bando delle armi d’assalto. Questo cambiamento gli costa il sostegno della NRA, che lo degrada a un voto “F”. Nonostante la perdita di questo supporto, Walz dichiara che ciò “non gli impedisce di dormire la notte”, sottolineando la sua determinazione a seguire ciò che ritiene giusto, indipendentemente dalle pressioni esterne:
Quando la vicepresidente ed io parliamo di libertà, intendiamo la libertà di fare le proprie scelte riguardo la propria saluta e la libertà per i nostri figli di andare a scuola senza doversi preoccupare se saranno uccisi nella loro classe,
ha dichiarato nel suo intervento di Philadelphia.
Nel 2019, Tim Walz decide di lasciare la Camera dei Rappresentanti per candidarsi a governatore del Minnesota, puntando su una piattaforma che lo posiziona come moderato all’interno del Partito Democratico. Durante le primarie, riesce a prevalere sui candidati più progressisti grazie a un messaggio inclusivo e pragmatico, capace di attrarre un ampio spettro di elettori. La sua strategia si rivela vincente: nelle elezioni generali, batte il candidato repubblicano con un margine significativo di undici punti percentuali.
Nonostante non abbia costruito la sua carriera come un progressista puro, Walz ha dimostrato tuttavia un acuto fiuto politico, lavorando a stretto contatto con l’ala progressista del suo partito. Grazie a questa cooperazione i democratici ottengo una tripletta nello stato, conquistando non solo il governatore ma anche la Camera e il Senato statali. Le camere statali diventano una fucina di una serie di provvedimenti legislativi di grande impatto, che sono stati elogiati dalla vicepresidente Kamala Harris. Tra i temi centrali della sua agenda ci sono il welfare, l’aborto, la salute, il diritto al voto e il cambiamento climatico.
Una delle leggi più significative firmate da Walz è quella che consente alle famiglie a basso reddito di accedere a un credito fiscale statale di 1.750 dollari per bambino, senza alcun limite sul numero di bambini che possono beneficiarne. Questo credito fiscale, il più generoso del paese, è pensato per ridurre la povertà infantile di un terzo, segnando un progresso significativo nella lotta contro la disuguaglianza economica. Nel 2023, Walz ha inoltre firmato una legge che rende la retta universitaria gratuita per le famiglie del Minnesota con un reddito annuo inferiore a 80.000 dollari. Questa misura è destinata a beneficiare tra i 15.000 e i 20.000 studenti a partire dal prossimo anno accademico, aprendo nuove opportunità educative per le famiglie della classe media e bassa. Ancora più celebre è diventata la legge che garantisce colazione e pranzo gratuiti a tutti gli studenti, una politica che ha riscosso un ampio consenso e che posiziona il Minnesota come leader nella lotta contro la fame infantile.
Oltre a queste iniziative, Walz ha sostenuto un pacchetto legislativo che prevede il più grande investimento statale nell’edilizia nella storia del Minnesota. Più della metà dei fondi stanziati sono destinati alla costruzione di case a prezzi accessibili e alla fornitura di una caparra per gli acquirenti della prima casa. Questo piano ambizioso mira a risolvere la crisi abitativa e a garantire che più famiglie possano permettersi una casa, rispondendo a una delle principali preoccupazioni dei cittadini del Minnesota.
Ma anche sui diritti civili Walz e il suo stato si sono distinti negli ultimi anni come un laboratorio del progressismo. Sull’aborto Walz ha approvato una legge che stabilisce il diritto per le persone nello stato di ottenere un aborto, dopo che la Corte Suprema federale aveva ribaltato la sentenze Roe v. Wade che aveva reso legale l’aborto negli Stati Uniti. Ha anche firmato una legge per proteggere le persone che viaggiano in Minnesota per accedere all’aborto, proteggendoli da possibili conseguenze da parte di altri stati. Sempre lo scorso anno, firma un ordine esecutivo che obbliga le agenzie del Minnesota di fare tutto il possibile per proteggere e supportare i cittadini del Minnesota nel loro percorso di affermazione della propria identità di genere. L’anno scorso firma una legge che ha ripristinato il diritto di voto a più di 55.000 ex detenuti in Minnesota.
Tim Walz è noto per il suo ottimismo contagioso, che emerge chiaramente in ogni suo intervento pubblico. Questo ottimismo non è solo una caratteristica personale, ma riflette anche una visione politica ben definita, caratterizzata da un forte spirito comunitario e un impegno per il progressismo sociale. Walz è un sostenitore convinto dei diritti dei lavoratori e della classe media, e il suo approccio politico è spesso contraddistinto da uno scetticismo verso le grandi corporation e un’attenzione particolare alle sfide quotidiane affrontate dai cittadini comuni.
Come tutte le persone normali con cui sono cresciuto nel cuore del paese, J. D. Vance ha studiato a Yale,
ha dichiarato a Philadelphia prendendosi gioco del suo avversario repubblicano.
Poi la sua carriera è stata finanziata da miliardari della Silicon Valley e poi ha scritto un bestseller nel quale ha fatto a pezzi la sua comunità. Su, dai, questa non è l’America della classe media.
Le idee e le politiche di Tim Walz non sono casuali: riflettono profondamente la tradizione e i valori radicati del Minnesota.
Sebbene il Minnesota sia stato inizialmente una roccaforte repubblicana, con una storia che lo vede votare esclusivamente per presidenti di quel partito fino al 1932, da allora ha abbracciato un’identità politica più progressista. Dal 1932 in poi, il Minnesota ha votato per i candidati democratici in tutte le elezioni presidenziali tranne tre: nel 1952, nel 1956 e nel 1972.
Questa tendenza verso il Partito Democratico è particolarmente evidente dal 1976 in poi, quando il Minnesota ha sempre sostenuto i candidati democratici alle elezioni presidenziali. Anche nel 1984, durante la schiacciante vittoria di Ronald Reagan, il Minnesota rimase fedele al Partito Democratico, insieme al Distretto di Columbia, votando per l’ex vicepresidente e senatore del Minnesota, Walter Mondale, l’unico stato a non essere conquistato dal presidente repubblicano in carica.
Nonostante Donald Trump abbia quasi infranto questa lunga tradizione nel 2016, perdendo contro Hillary Clinton con un margine di soli 44.000 voti, la forte identità progressista del Minnesota rimane evidente.
Il Minnesota ha poi una lunga e ricca tradizione di leadership politica a livello nazionale, essendo la terra natale di numerosi candidati presidenziali e vice-presidenziali. Walter Mondale, ad esempio, ha rappresentato il Minnesota come senatore prima di servire come vicepresidente sotto Jimmy Carter. Nel 1984, Mondale fu il candidato presidenziale democratico sconfitto da Ronald Reagan.
Un altro gigante politico del Minnesota è stato Hubert Humphrey, che ha servito come vicepresidente durante la presidenza di Lyndon B. Johnson e poi ha corso per la presidenza nel 1968. Humphrey affrontò e fu sconfitto da Richard Nixon.
Tra il 1964 e il 1984, non c’è stato un solo ticket presidenziale in cui non ci fosse un rappresentante del Minnesota.
Il Minnesota è anche lo Stato di Eugene McCarthy, senatore e figura centrale del movimento pacifista degli anni Sessanta. McCarthy fu uno dei più strenui oppositori di Lyndon Johnson all’interno del Partito Democratico, sfidandolo apertamente sulla questione della guerra in Vietnam. Nel 1968, McCarthy cercò la nomination presidenziale democratica, diventando il simbolo della protesta anti-guerra contro Johnson. Dopo che Johnson annunciò che non si sarebbe ricandidato, la campagna elettorale divenne uno scontro tra McCarthy e Robert Kennedy, fino all’assassinio di quest’ultimo. Tuttavia, alla convention democratica di Chicago, dominata dalle proteste anti-guerra, l’establishment del partito scelse Humphrey come candidato, nonostante non avesse partecipato a nessuna primaria.
Soprattutto lo stato è stato teatro di ricorrenti ondate di protesta e di riforme, con una forte presenza di movimenti nazionali che hanno plasmato la politica dello Stato. Tra questi, i Granger, una coalizione di agricoltori che combatteva contro le pratiche monopolistiche nel settore del grano; la Farmers’ Alliance, un movimento agrario attivo tra gli anni Settanta e Ottanta del Diciannovesimo secolo che cercava di migliorare le condizioni economiche degli agricoltori attraverso la creazione di cooperative; il Populist Party, e la Nonpartisan League.
Uno dei contributi più significativi del Minnesota alla politica americana è tuttavia la nascita del Minnesota Farmer-Labor Party, uno dei partiti terzi di maggiore successo nella storia degli Stati Uniti. Questo partito ha dominato la vita politica dello Stato durante la Grande Depressione, eleggendo governatori, senatori e deputati. Il Minnesota Farmer-Labor Party sosteneva misure di protezione per gli agricoltori e i sindacati, la proprietà pubblica delle industrie e un sistema di sicurezza sociale. Fu un alleato di Franklin Delano Roosevelt durante la sua presidenza.
Negli anni successivi, grazie al lavoro di Hubert Humphrey, il Minnesota Farmer-Labor Party si fuse con il Partito Democratico del Minnesota, dando vita al Minnesota Democratic-Farmer-Labor Party (DFL), che è attualmente il partito di Tim Walz. Questo partito è uno dei soli due partiti affiliati al Partito Democratico nazionale che portano ancora il loro nome (l’altro è il North-Dakota Democratic – Nonpartisan League Party).
Attenti alla comunità, diretti, populisti democratici, scettici verso le “corporations” e le élite. Non è nemmeno casuale che sia lo stato dove nel 1998 viene eletto il wrestler Jesse Ventura come governatore, candidato per il Reform Party di Ross Perot, “conservatore sul piano fiscale, liberal sul piano sociale”. Walz lo ringrazierà per l’impegno nella battaglia per la legalizzazione della cannabis nello stato.
Uno dei momenti decisivi della carriera di Walz è stata la gestione dell’assassinio di George Floyd da parte della polizia e le successive proteste. Trump all’epoca ne lodò le capacità, anche se oggi lo critica per aver tardato la mobilitazione della Guardia Nazionale durante le proteste. Le rivolte che scoppiarono in seguito portarono alla distruzione di 1.500 edifici, causando circa cinquecento milioni di dollari di danni materiali e risultando in almeno tre morti.
Sebbene Walz, un veterano della Guardia Nazionale con 24 anni di servizio, alla fine abbia dispiegato più di settemila guardie a Minneapolis e St. Paul, la sua decisione è arrivata con un ritardo di diciotto ore rispetto alla richiesta iniziale del sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, di attivare le forze militari.
Questo ritardo ha suscitato pesanti critiche, in particolare da parte dei repubblicani del Senato del Minnesota, che in un rapporto investigativo hanno dichiarato che la sua “esitazione è costata ai cittadini del Minnesota vite, comunità e mezzi di sussistenza”.
Ma il fratello di George Floyd ha dichiarato il proprio sostegno al governatore. “Non si incontrano molte persone come lui” ha dichiarato Philonise Floyd che ha elogiato la gestione dell’omicidio del fratello da parte di Walz, respingendo le critiche secondo cui il governatore non avrebbe fatto abbastanza all’indomani della tragica morte di George Floyd.
“Il governatore Walz ha fatto molte cose buone”, ha dichiarato Philonise a ABC News, esprimendo il suo apprezzamento per la nomina di Walz come candidato alla vicepresidenza da parte di Kamala Harris. “Sono contento che Harris lo abbia scelto. Penso che sia una persona genuina. Ha un buon cuore. Per me, alcune persone sono fatte per stare in ufficio, altre no”.
Che fosse la scelta giusta ne è stata convinta anche Kamala Harris che negli ultimi giorni aveva ristretto la scelta del candidato vicepresidente a Walz e al governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, grande favorito.
Inizialmente era stata esclusa la candidatura del senatore dell’Arizona Mark Kelly, un’esclusione non scontata visto che almeno da trent’anni i candidati vicepresidenti democratici provengono dal Senato, come dimostrano le nomine di Lloyd Bentsen, Al Gore, Joe Lieberman, John Edwards, Joe Biden e la stessa Kamala Harris. Ma proprio il fatto di essere senatore di uno stato in bilico non deve averlo aiutato. La preoccupazione principale su Kelly riguardava infatti la necessità di un’elezione speciale per il seggio senatoriale in Arizona, che avrebbe potuto complicare ulteriormente la situazione politica se la coppia Harris e Kelly avesse vinto le elezioni presidenziali. Non bisogna infatti dimenticare che sono in gioco anche la maggioranza alla Camera e, soprattutto, al Senato, dove si rinnova un terzo dei senatori.
Uscito Kelly, la stella del governatore Shapiro sembrava in ascesa e la scelta quasi scontata. Per questo la nomina di Walz ha suscitato un notevole entusiasmo, soprattutto tra gli elettori più giovani, molto critici sulla candidatura di Shapiro. Le contestazioni verso il governatore della Pennsylvania riguardavano le sue posizioni sul conflitto mediorientale, le sue relazioni con i sindacati degli insegnanti e le accuse di molestie sessuali che coinvolgono uno dei suoi collaboratori principali. Nonostante queste problematiche, Shapiro rimane un candidato popolare in Pennsylvania, dove ha ottenuto risultati migliori rispetto a Biden nel 2020, sconfiggendo Doug Mastriano, noto negazionista elettorale.
La Pennsylvania rimane cruciale per Harris nelle prossime elezioni. Shapiro, nonostante le polemiche, si è impegnato a garantire la vittoria di Harris nello stato, e ha introdotto la vicepresidente e Walz con un discorso appassionato che ha ricordato quello di Barack Obama, nel tono della voce e nelle espressioni. Il governatore sembra avere ambizioni che superano la Pennsylvania e garantire un risultato favorevole in Pennsylvania alla vicepresidente, fondamentale per la strategia elettorale per conquistare la Casa Bianca, costituirebbe una prova di lealtà che potrebbe aiutarlo nel futuro.
Nel futuro, appunto. Nel frattempo è l’ora della coppia Harris-Walz.
L’articolo “Happy Warrior”, un ritratto di Tim Walz proviene da ytali..