Actv è stata per anni un volano economico del nostro territorio.
Per decenni intere famiglie di veneziani hanno fatto affidamento su questa azienda, vista come un’impresa sicura sul quale costruire il proprio futuro.
Molti di noi conoscono intere generazioni che hanno lavorato in quella che viene chiamata fraternamente “L’asienda”.
Eppure, ora non si trova più personale. Il motivo?
Il Bilancio? Probabilmente no, visto che Avm chiude il bilancio addirittura con un po’ di avanzo.
È un motivo più profondo che sta caratterizzando tutte le realtà di trasporto pubblico nel nostro paese? Sicuramente il problema c’è, ma non tutte le aziende sono state gestite per tre anni con atti unilaterali che hanno comportato la riduzione della qualità del servizio e del lavoro. L’immagine più vivida di tutto ciò sono state le guardie armate impiegate per gestire le tensioni ai pontili sovraccarichi per la mancanza di programmazione delle corse balneari e non solo.
Mancanza di programmazione? Sì, d’altronde avevamo denunciato già mesi fa la mancata programmazione delle assunzioni estive. Mancanza che però non è una novità, infatti anche l’anno scorso, nello stesso periodo denunciammo lo stesso problema. Quest’anno però vi è una novità: Actv aveva garantito lo svolgimento di alcune linee, scelta che ha portato molti veneziani a fare l’abbonamento per il periodo estivo, per poi cancellarle giorno per giorno, creando questa situazione paradossale in cui ogni mattina un residente non sa se troverà o meno il battello di cui aveva necessità. Non stiamo parlando di una linea soltanto, ma della linea sei, sette, otto, dieci, diciotto e cinque punto due bis.
Ma oltre il danno la beffa: non dobbiamo dimenticare infatti che per il Salone Nautico e per l’evento della Coldiretti, entrambi eventi tanto voluti dal sindaco, l’azienda è riuscita a trovare il personale, mentre le corse per le isole non c’erano. La riprova che i servizi ai cittadini non sono una priorità per questa amministrazione e si preferiscono garantire eventi occasionali.
Ma qual è il vero motivo alle spalle di quello che sempre più si palesa come il fallimento di quella che era un orgoglio tutto veneziano?
La visione politica.
Per anni abbiamo denunciato un disinteresse da parte di questa amministrazione nel curare la mobilità veneziana.
Specialmente su Ytali abbiamo sempre cercato di sviscerare i problemi che l’azienda stava vivendo, anno dopo anno ( si veda “Actv, stiamo affondando” e “Morto il trasporto pubblico locale, viva il trasporto pubblico locale”) evidenziando come la giunta Brugnaro puntasse al continuo svilimento e svuotamento dell’azienda pubblica veneziana.
Basti pensare che, l’ormai ex, assessore Boraso non solo non ha mai partecipato ad un tavolo con i sindacati, ma non ha mai nemmeno fatto dichiarazioni sul merito delle questioni di contrattazione. Ciò nonostante, sia lui che l’assessore Zuin non si sono risparmiati a fare dichiarazioni contro i dipendenti. Si ricordano perfino accuse di sabotaggi!
Actv fornisce un servizio essenziale, ma questa amministrazione ha un’altra visione, tutta economicista. E le risorse pubbliche per fare investimenti strutturali in questi nove anni non sono certo mancate.
Siamo stufi di ripetere che la mobilità è la linfa vitale di una città come Venezia, e che una buona mobilità tutela la qualità della vita di tutti, ma soprattutto di chi vive situazioni fisiche di difficoltà (anziani, bambini, invalidi). A Venezia, d’altronde, i mezzi pubblici non sono una scelta, ma una condizione imprescindibile per muoversi.
È chiaro che Venezia, i suoi residenti e non solo, meritano di meglio. Meritano un servizio di mobilità che rispetti quanto scritto nella Costituzione.
Non è possibile dover ricorrere sempre a vaporetti affollati e lunghe code. Non è possibile svegliarsi alla mattina e non sapere se il vaporetto per cui si paga un abbonamento ci sarà o meno. D’altro canto, in terraferma la soluzione è tutt’altro che migliorata. Anche qui perché non si ha il coraggio e la capacità di fare interventi strutturali finalizzati a realizzare una città in cui una mobilità sostenibile metta al centro il tema del trasporto pubblico. Nulla si è fatto sul tema dell’intermodalità né tanto meno si è immaginato nella città d’acqua, anche davanti a lavori indifferibili come quelli del canale di Cannaregio, di sperimentare soluzione in grado di superare alcune ingessature dovuto ad un transito possibile solo ad alcuni vaporetti al Ponte delle Guglie.
Servizio carente, utenti bistrattati, una situazione lavorativa in continuo peggioramento. Un mix micidiale. Francamente leggere le lacrime da coccodrillo del presidente di Avm non aiuta ad avere maggior speranza per il futuro. Del resto, è lo stesso presidente a ricordare come l’indagine della magistratura in corso, che ha coinvolto i massimi vertici dirigenziali di Avm, stia rendendo la gestione difficile. “Diventa tutto più complicato, mi trovo a lavorare un po’ zoppo”, queste le sue parole.
Cari concittadini ricordatevi tutto questo, perché fra poco si andrà al voto, e sono le nostre scelte che inevitabilmente andranno a selezionare il pensiero politico che gestirà un’azienda partecipata come Avm.
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