Amarcord quel giorno a Sydney (1° ottobre 2000), quando la canoista Josefa Sefi Idem conquistò la tredicesima medaglia d’oro di un’Olimpiade che ce ne regalò complessivamente trentaquattro, di cui sei in un unico giorno. Il glorioso record è stato eguagliato quest’estate a Parigi, in un’edizione in cui le medaglie sono salite addirittura a quaranta, anche grazie all’introduzione di nuove discipline ma, soprattutto, per merito della crescita di un movimento sportivo che ormai va ben al di là del calcio. Ebbene, Sefi Idem compie sessant’anni. Ne aveva trentasei ai tempi di Sydney e nel frattempo ha avuto modo di vivere altre tre manifestazioni a cinque cerchi, un’esperienza, ahinoi fugace, da ministra dello Sport e un’avventura da parlamentare del Partito Democratico. La conosco e la stimo, ne apprezzo l’umanità e la gentilezza.
Il Presidente Giorgio Napolitano si congratula con Josefa Idem durante la cerimonia al Quirinale. Palazzo del Quirinale, 5-9-2008
Tedesca di Goch, vive da una vita in Italia, precisamente in Emilia Romagna, insieme al marito allenatore. Otto edizioni olimpiche alle spalle, di cui due disputate con la Germania Ovest, Sefi è dunque il simbolo di ciò che potrebbe e dovrebbe essere l’Europa se solo ne avesse il coraggio. Basta guardarla negli occhi, del resto, per rendersi conto di avere a che fare con un’icona del nuovo secolo, dei ponti che sostituiscono i muri, dell’incontro che prevale sullo scontro, della meraviglia che ha la meglio sull’orrore. Basta leggere la sua biografia, conoscere la sua storia e parlarci qualche minuto per capire che potremmo essere tuttora così, che potremmo tornare a essere un continente che guarda al futuro, che non tutto è perduto, che sogni e speranze hanno comunque un senso, che c’è ancora domani, per dirla con paola Cortellesi, e che l’avvenire ci appartiene, nonostante l’abisso nel quale siamo sprofondati.
Buon compleanno, pertanto, a una donna che non ha mai smesso di crederci, che non ha mai smesso di lottare e che è stata in grado di trasmetterci sensazioni speciali, emozioni indimenticabili e una passione autentica per uno sport che fa parte, a pieno titolo, del nostro costume nazionale.
Il regalo più bello, per lei e per tutte e tutti noi, sarebbe tornare a vivere in un continente animato dallo stesso ottimismo che nel 2000 ci sembrava naturale mentre oggi, purtroppo, è diventato un miraggio.
Immagine di copertina: Josefa Idem ( @Coninews da X/Twitter)
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