Erano tempi, quelli, in cui stavo per diventare un audiofilo. Lavoravo molto con sistemi stereo di alta gamma, si parlava spesso di come Ivor Tiefenbrun, fondatore di Linn Audio e inventore del leggendario giradischi LP-12, avesse una filosofia semplice sul suono: “Garbage in, garbage out” (spazzatura in entrata, spazzatura in uscita). La sua idea era che, concentrandosi sulla riproduzione più accurata del segnale di origine, si otteneva automaticamente un suono migliore da qualsiasi apparecchiatura e, viceversa, non importa quanto fosse buona l’amplificazione, se l’origine era di scarsa qualità, il suono sarebbe stato pessimo. Spazzatura in entrata, spazzatura in uscita. Così, Tiefenbrun progettò il giradischi definitivo e costruì la sua azienda audio attorno a questa idea.
Fatto sta che l’idea si rivelò totalmente vera. Ivor Tiefenbrun aveva completamente ragione. Il suo giradischi faceva suonare meglio qualsiasi sistema stereo, rivelando più dettagli e un suono più ampio e sottile rispetto a qualsiasi altro dispositivo. Eccellenza in entrata, eccellenza in uscita.
Stranamente, mi sono trovato a pensare al motto di Tiefenbrun mentre leggevo del nuovo bersaglio inventato dall’ala destra radicale statunitense: gli immigrati haitiani in una cittadina del Midwest. Non tanto per l’assurda spazzatura che è emersa da questo attacco, ora ripetuta a pappagallo dai candidati repubblicani alla presidenza e alla vicepresidenza (se ve la siete persa, mi riferisco alla terribile calunnia secondo cui questi immigrati si dedicherebbero al furto di gatti e cani per mangiarseli – gli ebrei che sanno qualcosa delle “calunnie del sangue” in Europa nei secoli passati dovrebbero sentire un certo brivido a riguardo), ma piuttosto per la sua origine: i neo-nazisti americani.
Sì, dimenticate per un momento Laura Loomer, perché nella catena tra sorgente e amplificazione, lei è solo un collegamento. La vera fonte della storia sono i rumor generati da un gruppo neo-nazista locale che ha recentemente attraversato in corteo la stessa città (l’involontaria Springfield, Ohio) per protestare contro la presenza degli haitiani. Qualcuno ha postato una foto di un uomo con un’oca, poi qualcun altro ha fatto un commento sui social media, e questo in qualche modo si è coagulato fino al punto che ‘influencer’ di estrema destra come Loomer hanno potuto acchiapparlo e diffonderlo, e la calunnia è emersa nella sua forma attuale.
Ora, consentitemi una pausa qui per dire che, dato che Loomer ha recentemente fatto dichiarazioni che persino Marjorie Taylor Greene ha trovato “estremamente razziste”, non mi sto esponendo troppo con quest’ultimo commento. Se non fosse stato razzismo della peggiore specie, Loomer non se ne sarebbe interessata.
L’altra cosa che forse già sapete è che JD Vance aveva parlato di questa storia, e poi, naturalmente, è arrivato il momento scioccante in cui Donald Trump l’ha evocata durante il dibattito con Harris in televisione nazionale, davanti a 67 milioni di spettatori, per non parlare di tutti quelli che successivamente hanno visto la clip.
Come si è arrivati a questo punto? Sembra che la risposta ci riporti alla frase con cui abbiamo iniziato: spazzatura in entrata, spazzatura in uscita.
La verità è che è sempre stato così con Trump. La sua carriera politica è una lunga scia di lui che ripete rumor e teorie del complotto raccolte dagli angoli più sordidi dell’universo di destra e li condivide, online e nei suoi discorsi. Questa spazzatura occupa enormi spazi, richiedendo sempre più tempo per essere processata e smistata, mentre bugie, fabbricazioni e calunnie si accumulano, oscurando il fatto che Trump è – e lo è sempre stato – poco più che un guscio vuoto di ego, disprezzo e rabbia, un semplice amplificatore degli elementi peggiori della società americana.
Detto questo, è anche estremamente bravo a fare da amplificatore, e alle persone che apprezzano quel tipo di suono sembra piacere moltissimo, alcuni con una dedizione estrema, anche di fronte a prove che ci sono decisamente opzioni migliori. In questo senso, per tornare un attimo alla mia metafora audio, Trump mi ricorda Bose Audio, o forse, meglio dire, i suoi sostenitori mi ricordano i fan di Bose.
Seguitemi, perché l’analogia ha qualche merito. Bose si è costruita una reputazione come azienda che sosteneva di sapere qualcosa sul suono che nessun’altra azienda sapeva, e ha costruito un enorme e straordinariamente riuscito mito su di sé come produttrice dei migliori altoparlanti nonostante – per chi se ne intendeva – i loro evidenti difetti di progettazione e, francamente, il suono terribile. Noi che ci tenevamo davvero al suono odiavamo Bose.
Come fece poi Trump, Bose creò un marchio a cui le persone si aggrappavano appassionatamente nonostante fosse dimostrabile l’inferiorità.
Ma le persone non comprano più sistemi stereo come una volta, e Bose alla fine è dovuta passare a fare glorificate sveglie radio, e se alle persone piace il suono dei loro prodotti*, non c’è niente di male. D’altra parte, il marchio di amplificazione Trump sta facendo danni reali a persone reali, proprio adesso.
Mentre scrivo queste note, la città di Springfield è stata soggetta a minacce di bombe per due giorni consecutivi, costringendo le scuole a chiudere e alimentando il risentimento verso chi diffonde voci (inclusi DT e JDV) da parte dei cittadini e dei leader locali. Gli haitiani sono minacciati. Ma al vertice del ticket repubblicano questa storia non fa che metastatizzare e crescere, mentre Trump fa l’unica cosa che sa fare, cioè “raddoppiare”, ampliando la menzogna mentre la ripete. Come facevano gli appassionati di Bose con me anni fa, cerca di far prevalere il suo punto rendendolo sempre più forte finché non cedi. E infatti, venerdì scorso Trump ha pubblicamente dichiarato che “la più grande deportazione nella storia del nostro paese” “inizierebbe con Springfield”.
I neonazisti e i buffoni dei media di estrema destra sono una cosa, ma questa è roba detta e ripetuta da un candidato alla presidenza degli Stati Uniti, è roba che fa male alle persone. Forse non ancora fisicamente, ma comunque le ferisce. Le sue parole hanno conseguenze pericolose e devastanti, non nel timore futuro di un sua ipotetica vittoria a novembre, ma adesso, in questo momento: sta causando sofferenza a Springfield ogni giorno. Se posso prendere in prestito un’altra delle frasi memorabili di Kamala Harris dal dibattito di martedì (una frase che ora ripete nei suoi comizi), è immorale.
Quindi, quando qualcuno nell’orbita repubblicana/Trumpista apre bocca, ricordatevi dell’origine di tutto questo livore, perché con il tipo di spazzatura che stanno mettendo dentro, non può che uscire spazzatura – e questo si sente a qualsiasi volume.
*(Se sei un grande fan di Bose, mi scuso per lo snobismo che ho espresso qui, e per favore non chiedermi cosa possiedo. Dopotutto, sì, una volta ero un audiofilo… ma ho venduto il mio LP-12 anni fa. Grazie.)
L’articolo Spazzatura in entrata, spazzatura in uscita proviene da ytali..