La Nuova Venezia festeggia i suoi primi quarant’anni con un’edizione speciale, molto bella e ricca, un numero che tanti suoi lettori affezionati – i sostenitori indefettibili della carta stampata, nonostante tutto ancora numerosi – conserveranno gelosamente, e i più fanatici di loro l’aggiungeranno alla collezione delle prime pagine che hanno fatto la storia del giornalismo italiano.
La Nuova di Venezia e Mestre – il nome completo della testata – nacque nel 1984 per iniziativa di Giorgio Mondadori, d’intesa con l’editore Carlo Caracciolo, col compito difficile di sfidare il granitico monopolio del Gazzettino nel veneziano e, insieme ai già esistenti Mattino di Padova e alla Tribuna di Treviso, nel Veneto e successivamente, con l’acquisizione di altre testate locali, nel Nordest.
Quel compito può sembrare retrospettivamente perfino facile rispetto a quello che ha dinanzi oggi il quotidiano veneziano – come ogni altro giornale di carta -: la sfida di essere in edicola in una fase storica, iniziata ormai da qualche tempo, nella quale i media tradizionali hanno vita difficile, mentre avanza impetuosamente la concorrenza dei giornali online e dei social media.
Certo, La Nuova è anche un giornale online, ha un bel sito, e ormai va vista nel suo insieme, nel suo essere un vecchio e nuovo medium. Eppure la carta conserva un suo fascino, ha un appeal che l’online se lo sogna, e lo dico con tutta l’invidia di chi ormai opera esclusivamente nel digitale.
Perché è ancora sexy un giornale, come La Nuova, nella sua versione di carta? Lo è certamente per una parte di pubblico, non solo anziani, abituata ad andare in edicola, un’abitudine che è una scelta ed è anche un rito, non l’acquisizione, per quanto spesso gratuita, di un’informazione imposta da internet, dalle catene di Sant’Antonio whatsapp e dai social. Il rito dell’edicola, o quello dello sfoglio di un quotidiano poggiato sul bancone o la mensola di un bar, non ha eguali, non è paragonabile con la consultazione sempre più compulsiva di uno smartphone o di un computer. E poi c’è da dire che un giornale di carta conferisce uno status che l’online non ti dà. Strano, ma un’intervista che può essere letta da alcune migliaia di lettori su un giornale di carta vale di più di un’intervista letta da decine di migliaia di persone su un sito online.
Per questo, un quotidiano che va in edicola continua e continuerà a esercitare ancora una notevole influenza sulla politica e sulle dinamiche sociali, specie nella dimensione locale, e quindi nella dimensione di una città come Venezia. Il notevole successo di Palude Venezia, il libro omaggio diffuso ad agosto dalla Nuova, sullo scandalo che scuote Ca’ Farsetti, ha un impatto molto maggiore di quello che potrebbe avere un ebook, anche con una diffusione molto maggiore.
Quindi chapeau ai colleghi della Nuova che festeggiano con orgoglio quest’importante compleanno. Ma complimenti anche al nuovo editore del quotidiano veneziano (e di altri cinque quotidiani nordestini), la Nord Est Multimedia (NEM), che ha scommesso su una serie di giornali di carta, tra cui appunto La Nuova, ridotti in una condizione di deperimento e probabilmente destinati a uscire dal mercato.
In bocca al lupo per i prossimi quaranta e molti più anni da parte della direzione e della redazione di ytali.
L’articolo Tanti auguri, cara vecchia Nuova proviene da ytali..