Il tappeto rosso del Festival di Venezia è uno dei più famosi al mondo, secondo solo a Cannes. Ogni anno le più grandi star del mondo sfilano per fotografi e pubblico. Tra selfie e autografi, attori e registi incontrano persone di ogni età, pronte a portare a casa un souvenir indimenticabile.
Tra grandi stelle e nuove promesse, la Mostra è stata teatro di ritorni clamorosi (pensiamo a Mickey Rourke con The wrestler) e di nuove scoperte (come Timothée Chalamet ad inizio carriera con The king). Negli ultimi anni grandi attori degli anni novanta e le nuove leve si sono sempre divise il tappeto rosso, ma quest’anno la faccenda sembra essere diversa.
In un epoca in cui la bellezza convenzionale è, più che mai, messa in discussione, nuovi sex symbol inaspettati emergono da Hollywood. Qualcuno parla di un nuovo trend, quello dei “ragazzi roditori” (roden men). Giovani attori come Josh O’Connor, Jeremy Allen White e Barry Keoghan riscrivono il concetto di uomo desiderabile e che fa impazzire le ragazzine. Non delle bellezze canoniche ma padroni di un fascino nascosto e meno “scontato”. A livello femminile la questione è più complessa, purtroppo sembra ancora che lo stereotipo della donna perfetta sia duro a morie, anche se le cose stanno cominciando a cambiare. Accanto alla divina Zendeya, troviamo interpreti come Florence Pugh o Cailee Spaeny (esplosa proprio qui a Venezia l’anno scorso). Dotate di un’indiscutibile bellezza naturale, ma meno eterea e angelica di altre colleghe, da ragazza della porta accanto, una donna reale non filtrata dal botox e le diete dell’industria. Il motivo di questa nuova tendenza potrebbe essere il bisogno di rompere, finalmente, le imposizioni di perfezione veicolate dai social. Pare che, soprattutto il pubblico femminile, sia stufo dei vari bellocci, che ci sono ancora (vedi lo stesso Chalamet, comunque dotato di una corporatura molto esile e un viso da eterno ragazzino), ma sembrano perdere terreno nei confronti di corpi e personalità più, appunto, realistiche. Tuttavia questa Mostra ci dimostra anche una nuova tendenza.
È indubbio che quest’anno il programma sia quasi privo di film con protagonisti attori giovani, fatto non esattamente positivo, poiché si rischia di perdere seguito, proprio da parte dei ragazzini. Quanto successo nei giorni scorsi dimostra però come quest’ultima sia una preoccupazione priva di fondamento. I teenager ad aspettare ore e ore sotto il sole cocente del red carpet ci sono, anzi sono molti di più rispetto alle ultime edizioni post covid. Pare che questa ottantunesima edizione sarà quella dei sex symbol over 50, sia per quanto riguarda gli uomini, ma anche per le donne.
Diamo una veloce occhiata alle star che hanno sfilato in questa prima metà del festival: Monica Bellucci (59), Cate Blanchett (55), Michael Keaton (72), Angelina Jolie (49), Nicole Kidman (57), Jude Law (51), Adrien Brody (51), Julianne Moore (63), e per finire i sempre verdi George Clooney (63) e Brad Pitt (60), e altri devono ancora sfilare.
Proprio la coppia Clooney/Pitt ieri sera ha dato spettacolo, circondati da migliaia di persone, di cui si sono presi cura dal primo all’ultimo, facendo ritardare la proiezione di mezz’ora e continuando a scherzare anche una volta dentro in sala. È vero che mancano faccio nuove, eccetto qualche piccola eccezione come Harris Dickinson e Joe Alwyn, ma le “vecchie volpi” non hanno ancora smesso di far impazzire il pubblico.
In alcuni casi si tratta anche di nuovi inizi, pensiamo alla stessa Jolie, che per la prima volta dopo il divorzio torna ad interpretare un ruolo principale in una produzione autoriale. Ma anche la Bellucci, che rinvigorita dalla nuova relazione con Tim Burton, si è messa in gioco con un ruolo comico e sfacciatamente sexy. La Kidman torna ad esplorare la sessualità femminile dopo big Little Lies, Keaton e il suo spiritello porcello continua a regalare un fascino ripugnante, Law, Brody e Blanchett si dimostrano i grandi attori quali sono prendendo sulle loro spalle i propri progetti. Clooney e Pitt interpretano un thriller comedy cucitogli addosso e fatto apposta per valorizzare l’ironia tra i due ma anche le loro immagini da rubacuori.
Questo dimostra che per costruire una vera stella, che splenda a lungo e non sia una meteora, ci vuole tanto tempo, oltre ad un buon team. Se personalità come quelle citate, nonostante le carriere trentennali riescono ancora a richiamare più pubblico delle facce nuove, vuol dire che la loro immagine è stata costruita, etichettata e messa sul mercato con una maestria tale da impedirne la morte. L’enorme quantità di persone accalcate attorno ai due protagonisti di Wolfs, ha ancora una volta, espresso il bisogno profondo delle persone di cercare degli nuovi Dei nei cosiddetti Vip. Divinità terrene e, per questo, desiderabili.
Siamo solo a metà del nostro viaggio e tante personalità devono ancora scendere le scale della Sala Grande. Presto vedremo Daniel Craig (56), Kevin Costner (69), Joaquin Phoenix (49) e Lady Gaga (38), anch’essi non proprio di primo pelo ma pronti a far tremare il pubblico. Sarà che il fascino del capello brizzolato vince su quello dei muscoli, d’altronde il bell’aspetto è attraente e spledido, l’esperienza è avvenente e sensuale.
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