Immagine di copertina: la carta del French Broad River, che scorre attraverso il centro di Asheville, N. C., disegnato da William Neely
[NORTH CAROLINA]
Fu nel 1981 che venni per la prima volta nella North Carolina. Visitai allora i Monti Appalachi – ero adolescente – e soggiornai nella baita dei genitori di un mio amico in un paese di montagna. Era il mio migliore amico, poi sarebbe andato a studiare all’ASU, l’università statale degli Appalachi, a Boone. Quando conobbi la mia futura moglie, nel 1988, la prima cosa che volle fare con me fu portarmi in campeggio sul monte Mitchell. Trascorremmo la nostra luna di miele nella pittoresca cittadina di Cashiers. Un giro in auto sulla Blue Ridge Parkway sarebbe stato poi per noi, più di una volta, una fuga terapeutica.
A metà degli anni Novanta mia moglie e io c’eravamo talmente innamorati della Carolina del Nord occidentale da prendere seriamente in considerazione l’idea di trasferirci ad Asheville. La decisione di restare a vivere a Chapel Hill sembra più che mai voluta dal fato.
Quando penso alla Carolina del Nord occidentale non posso fare a meno di tornare immediatamente con la mente a William Neely. Fu lui che, pressoché da solo, diede vita al turismo fluviale e all’industria sportiva nella N. C. mappando a mano, meticolosamente, i principali fiumi della zona (vedi immagine di copertina). Da bambino a Chapel Hill, quei poster erano una presenza regolare in città, anche se i luoghi che illustravano sembravano molto remoti, il che in effetti era così.
I poster di Neely e le sue opere a fumetto, uniche, dettagliate, dedicate agli sport all’aria aperta, si trovano ancora in vendita, purtroppo però l’autore è morto anni fa. Ho avuto la fortuna di conoscere la sua compagna di una vita, Holly, prima che anche lei morisse.
Ora gran parte della regione che Neely amava e illustrava è stata completamente distrutta.
Avrete saputo di quanto è accaduto nel mio stato, difficile però immaginarne la portata. Le infrastrutture della regione sono distrutte. Non è la stessa cosa delle inondazioni costiere: ciò che è successo nella Carolina del Nord occidentale è stato infinitamente più grave. Le piogge torrenziali hanno causato enormi frane fin sui tetti di case abitate. Le persone bloccate sui tetti sono annegate quando il tetto è crollato. Ci sono storie di persone letteralmente spazzate via nelle loro case, perché l’incredibile forza dell’acqua ha portato con sé intere case, quelle che non ha distrutto.
Abbiamo guardato fuori e c’era un muro alto trenta piedi (oltre nove metri) di acqua, rocce e detriti di alberi che ci stava venendo addosso… E siamo stati tutti trascinati a valle. – John Norwood ad ABC News
Ponti, strade, interi quartieri, intere aree del centro, spariti. E questo è solo ciò che sappiamo. Il Dipartimento dei trasporti della Carolina del Nord continua a dichiarare tutte le strade della regione chiuse, tranne al traffico di emergenza e dei volontari. Innumerevoli strade di quartiere, vialetti, strade sterrate e l’incredibile rete di strade statali, costruite decenni fa, che si snoda tra le cime e le valli di questa regione molto difficile e la mantiene tutta collegata, sono bloccate da cumuli di alberi, frane o detriti, danneggiate o semplicemente sparite. La Carolina del Nord occidentale è praticamente isolata completamente, tranne che per via aerea.
Il sistema idrico di Asheville è distrutto. Le reti telefoniche nell’intera regione sono distrutte. Non c’è quasi nessuna comunicazione con il mondo esterno.
Sono caduti dai venti centimetri di pioggia fino a poco meno di 76 (!) sulle montagne della Carolina del Nord. I fiumi hanno raggiunto gli otto metri di altezza. Le dighe hanno tracimato. Tutti i corsi d’acqua, grandi e piccoli, che hanno così affascinato ed emozionato generazioni, le maestose colline e le infinite viste di pendii ricoperti di pini che hanno ospitato e ispirato innumerevoli escursionisti, sciatori, amanti della mountain bike, poeti, artisti, artigiani, musicisti e scrittori, me compreso, sono diventati una trappola mortale nel giro di pochi istanti.
Ma quanta acqua! Eppure, forse la cosa peggiore di tutte, ora manca l’acqua potabile. L’acqua marrone tossica che ha raso al suolo intere città e quartieri è di per sé estremamente pericolosa. I video hanno mostrato camion, auto, serbatoi di benzina, persino intere case trascinate via dalla forza della corrente. Ogni struttura commerciale, impianto, stazione di servizio o negozio che è sott’acqua o è stato riempito d’acqua ha rilasciato un flusso senza precedenti di rifiuti, grandi e piccoli.
I funzionari locali, sotto tensione, non fanno che ripetere aggettivi come “biblico” e “apocalittico” per descrivere la situazione, ma sentendo interviste a persone che l’hanno scampata, perfino quelle parole non bastano. I filmati dei notiziari mostrano un flusso infinito di persone abbattute, affamate, assetate e molto preoccupate, se non in preda al panico, che hanno perso letteralmente tutto tranne i vestiti che indossavano. Non hanno una casa, cibo, macchina, telefono e non hanno idea di cosa fare o cosa succederà dopo. Molti non riescono a contattare i propri cari.
Quello che stiamo vivendo è un disastro apocalittico, inondazioni in tutta la regione e, mentre sono seduto qui lunedì, non possiamo ancora effettuare chiamate tramite cellulare ai servizi di base per comunicare, quindi tutto è più lento e meno efficiente a causa del servizio cellulare,
Zeb Smathers, sindaco di Canton, NC – WRAL
Nel frattempo, le scorte vengono trasportate per via aerea nella regione e stanno emergendo molte storie di salvataggi eroici da parte di vicini e di persone qualsiasi, così come di atti di premura della comunità, come il proprietario del ristorante che ha raccolto tutto ciò che gli altri ristoranti della sua città in rovina avevano lasciato, l’ha cucinato e l’ha dato via alla gente in modo che non andasse a male.
Ma ci sono molti altri che stanno rovistando nei negozi in rovina per qualcosa da mangiare o da bere, o rischiano la vita nelle acque tossiche solo per tirare lo sciacquone o, si spera, far bollire un po’ d’acqua da bere, ma c’è poco o niente carburante o benzina disponibile. E ci sono innumerevoli altre persone, il cui numero scopriremo in tempi tristi, che sono isolate, hanno bisogno di medicine che non riescono a ottenere o di elettricità per i dispositivi domestici salvavita, o semplicemente senza cibo e acqua, intrappolate nelle loro case e tagliate fuori dal mondo finché i soccorritori non riescono a farsi strada fino a raggiungerli. Non solo nei remoti villaggi di montagna. Ovunque, in tutta la regione.
E ci sono quelli, con tutto quanto li circondava, che sono stati spazzati via.
“Chimney Rock non c’è più. Flowering Bridge non c’è più”, dice Luther nel video. “Non so cosa faranno per tirarci fuori da qui”. – Banff Luther su Storyful
Non è un’emergenza, è una catastrofe. Questa tragedia estrema ha già ridefinito il modo in cui penso al cambiamento climatico. Non è più solo una questione di cambiamenti climatici, ma di cambiamenti che il clima ci sta già infliggendo, sempre più brutalmente. Un grande uragano ha distrutto una regione montuosa a centinaia di miglia dal suo approdo. Non è materia di opinione. Avviene sotto i nostri occhi e, diversamente da quanto certi politici insinuano in modo volgare e orribile, la sofferenza come l’assistenza sono distribuiti in egual misura indipendentemente dall’affiliazione politica, dall’ideologia o dal credo.
Il cambiamento è un fatto compiuto e per migliaia e migliaia di persone nella Carolina del Nord sarà in molti casi non solo profondamente doloroso, ma durerà per sempre.
L’articolo Catastrofe proviene da ytali..