TAVOLA E TAVOLO
di Francisco de Almeida Dias
Entrambe le parole derivano dall’etimo latino tabulam. Dal comune significato di asse di legno, tavolo e tavola confluiscono nella lingua italiana nel significato di «mobile intorno al quale ci sediamo per consumare i pasti», con tutte le figurazioni semantiche che ne derivano. Sono probabilmente queste ultime a farci decidere di volta in volta se dobbiamo usare la versione femminile o maschile del termine.
La lingua portoghese, viceversa, non ha al riguardo nessun dubbio di genere: MESA è senz’altro femminile. Forte di questa certezza – e di tutte le metafore, metonimie, sineddochi che ne conseguono – una donna, Marisa Araújo, ha trovato la giusta intimità per parlare di altre donne sedute intorno al tavolo (o meglio, alla tavola) delle loro vite. Mense apparecchiate adoperando la loro felicità e le loro sofferenze e che offrono, attraverso le loro ricette, il nutrimento e la gioia di vivere agli altri e a sé stesse.
Meno ambigue sono le versioni portoghese e italiana dell’etimo greco ποίησις (derivato, tra l’altro, di ποιέω, ossia «fare, produrre»). Poesia è femminile, e le quattordici donne protagoniste di queste pagine cariche di emozione sono vera poesia incarnata. Il loro fare e produrre, i gesti riportati, il modo in cui parlano, la lezione di vita che impartiscono, tutto nasce dal loro patrimonio culturale ed affettivo. E a partire dal gesto fondatore dei nomi che portano.
Nomi antichi, alcuni, con assonanze medievali, di un tempo in cui il portoghese era essenzialmente cantiga trobadorica, in un pigro risvegliarsi del latino-madre, che guardava in lontananza il sud mozarabico, idealizzando riconquiste: Adília de Adelia, col saio benedettino, Donzília, donzella dialettale profumata di fiori di campagna, Alzira da alzahira, “la visitante” e Zaida, anche questo un nome arabo, cumulo di delizie estetiche e etiche, significa “abbondanza o prosperità”, “fortuna”, “felicità”, “allegria”, “luminosità”.
Altri nomi, invece, ci parlano della radicata spiritualità di matrice cristiana: Jesuína di Gesù, Conceição come l’Immacolata, Lurdes e Fátima (il vero nome della Signora Micas), che ricordano i luoghi dell’apparizione e del miracolo della Madonna. Ana, la mamma della Vergine, quella che le ha insegnato a leggere, sogno per tanti secoli mancato della formazione intellettuale e culturale delle donne.
Infine, tra gli altri, il nome di Isabel, nome di una santa maggiore del Vangelo e nome, in Portogallo, di una regina canonizzata dopo aver trasformato il pane in rose davanti agli occhi del marito capriccioso (era poeta, il re Don Diniz, oltre che agricoltore). A São Pedro do Sul, dalle cui quattordici frazioni comunali arrivano queste donne, Isabel è più di un nome. È la voce.
Il testo che avete appena letto è un brano tratto dalle Note Iniziali di Patrimonio: un libro di ricette con dentro tante vite, tradotto da Francisco de Almeida Dias, con sua introduzione, e pubblicato dalla casa editrice Sette Città.
Racconta, intorno a una ricetta della tradizione culinaria locale, le storie, semplici e straordinarie, di quattordici donne – tante quante le frazioni del comune di São Pedro do Sul, nel centro-nord del Portogallo.
Il libro sarà presentato in chiusura di un incontro tra accademici portoghesi e italiani, un dialogo sotto il segno del cibo, elemento vitale e fortemente presente in entrambe le culture sudeuropee, che avrà luogo mercoledì 6 novembre 2024 presso il Dipartimento di Studi Linguistico-letterari, Storico-filosofici e Giuridici dell’Università degli Studi della Tuscia, nel centro storico della bella città di Viterbo.
Il seminario internazionale, “Alimentazione e identità nello spazio lusofono, XVI-XXI secolo”, è organizzato sotto l’alto patrocinio dell’Ambasciata del Portogallo e del Rettorato dell’Ateneo viterbese, nell’ambito delle attività della Cattedra Pedro Hispano, in collaborazione con l’Università di Lisbona e con il progetto Porta Futuro Lazio.
Il coordinamento scientifico del Seminario è condiviso tra Cristina Rosa, responsabile della Cattedra Pedro Hispano, Isabel Drumond Braga, esperta in Storia dell’Alimentazione in Epoca Moderna e Contemporanea, e Francisco de Almeida Dias, docente di Letteratura portoghese. Tra i relatori Maria Grazia Russo, lusitanista italiana di spicco, Rettrice dell’Università degli studi di Roma – UNINT e Presidente dell’Associazione italiana di studi portoghesi e brasiliani.
Dall’Aula Magna il Seminario si sposta nel pomeriggio verso il Complesso monumentale di Santa Maria in Gradi, dove la direttrice del Polo bibliotecario accoglierà conferenzieri e partecipanti per la presentazione della traduzione italiana di Património: um livro de receitas com vida(s) dentro, vincitore della ventinovesima edizione dei Gourmand Awards, Food, Culture, Cooking with Words – Saudi Feast Food Festival nel 2023 a Riyadh.
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