[CHAPEL HILL, NC]
Ottobre 2016. Mi trovo in Italia e, al mio rientro, l’America è in procinto di votare per le presidenziali. É un paese diverso. Barack Obama è ancora presidente. Poi, per citare Donald Fagen (Mary Shut the Garden Door),
Mi sono svegliato
E ho sentito la nuova situazione
Avevano vinto
Infuriavano le tempeste
Le cose sono cambiate
Per sempre
Da allora, qui negli Stati Uniti, è stato un dopo. A Kamala Harris piace ripetere lo slogan “non torneremo indietro”, ma c’è un’amara ironia in quello che dice. Ha ragione, ma non nel senso che intende lei. Non torneremo mai più a un prima, a come erano le cose qui.
Ciò che già è sotto gli occhi di tutti, tuttavia, basta e avanza per suscitare allarme. Negli Stati Uniti d’America le deportazioni di massa sono considerate parte rilevante di una piattaforma politica, da associare a violente azioni di polizia contro i “criminali”, arresti e rappresaglie per gli oppositori politici, tra cui politici e organi di informazione di spicco, e l’impiego dell’esercito statunitense contro gli elettori del partito opposto. La retorica dominante ora include quella nazista sugli immigrati che “avvelenano il sangue della nostra nazione” e la necessità di una violenta e completa epurazione degli outsider per fare spazio agli americani di discendenza bianca, europea e cristiana.
Il Partito repubblicano è apertamente alleato con gruppi nazionalisti cristiani, suprematisti bianchi e neonazisti. Intanto, uno studio recente ha dimostrato che un terzo degli americani è d’accordo con la retorica dell’”avvelenamento del sangue”.
Per chi conosce la storia, tutto questo è spaventosamente familiare e minaccioso, specie per un ebreo come me.
Ecco quindi a che punto siamo, e questo è ciò che siamo ora come nazione. Per citare una canzone ancora più oscura (The Lie, Tony Banks), in America è “per sempre mattina dopo la notte prima”. Non torneremo indietro, ma dove siamo diretti è un’incognita sempre più spaventosa.
Sto tornando in Italia, con gli Stati Uniti in procinto di un’altra elezione, e l’unica cosa di cui posso essere sicuro è che questo sarà un altro “prima”, forse come nessun altro. Al mio ritorno a casa, il giorno delle elezioni sarà passato.
E ci sarà la grande incognita: il dopo.
L’articolo Prima / Dopo proviene da ytali..