La madre del 15enne accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Aurora, 13 anni, facendola cadere dal tetto al settimo piano di un condominio di Piacenza, ha scritto alla madre della vittima. Lo riferisce il quotidiano Leggo, secondo cui il senso del messaggio sarebbe “Viviamo lo stesso dolore”.
La madre di Aurora, però, almeno per il momento, chiude le porte a qualsiasi ipotesi di riconciliazione: “Non potrò mai perdonare chi l’ha uccisa”, dice al quotidiano piacentino Libertà.
Oggi, martedì 5 novembre, saranno celebrati i funerali della 13enne, presieduti dal vescovo Adriano Cevolotto in Duomo. Il Comune di Piacenza ha indetto una giornata di lutto cittadino, con bandiere a mezz’asta in tutte le sedi comunali e negli edifici pubblici a partire dalla mattinata.
“Ringrazio sin d’ora tutte le persone che vorranno rendere omaggio ad Aurora esprimendo, con vicinanza e con rispetto, il dolore che in questi giorni ci unisce, così come le diverse realtà che, ciascuna nel proprio ruolo, permetteranno che questo momento di dolore sia partecipato da tutta la città proteggendo e onorando il ricordo di una giovane vita”, afferma in un messaggio la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi.
La famiglia di Aurora, peraltro, nei giorni scorsi ha puntato il dito proprio contro i Servizi sociali del Comune. L’avvocata che assiste la madre della 13enne, Lorenza Dordoni, ricordato come la ragazzina dal 2017 era stata affidata proprio ai Servizi sociali, poiché al padre era stata tolta la potestà genitoriale e anche quella della madre, che pur viveva con le figlie, aveva avuto limitazioni. “Chiedo che cosa hanno fatto di fronte alla segnalazione di una mamma di una bambina che era loro affidata”, dice l’avvocata.
Precedentemente, il Comune di Piacenza, in una nota, aveva riferito che la madre di Aurora aveva effettivamente parlato ai Servizi del ragazzo oggi accusato di omicidio (“Lo riteneva una compagnia non gradita e riferiva una certa difficoltà a gestirne la presenza in casa, a volte anche notturna”) ma “non ha segnalato ai Servizi sociali comportamenti violenti” né non ha mai comunicato di aver sporto denuncia alle forze di polizia.
“Confermo che la madre non aveva fatto denuncia – replica l’avvocata – ma chiedo se i Servizi sociali, che erano affidatari, hanno fatto qualcosa. Sono pronta ad un sereno confronto, per diramare che tutto il possibile sia stato fatto. Hanno verificato chi fosse questo ragazzino e hanno svolto qualche indagine nelle scuole nel paese in cui viveva per delineare meglio se le preoccupazioni della madre erano morbose o reali? Sono in attesa di risposte e spero che arrivino quanto prima”.