Un mare che d’inverno esprime al meglio la sua essenza, il suo essere incrocio di civiltà e religioni antichissime, unito lungo i suoi mille chilometri di lunghezza da un’infinita catena composta da esseri umani, città, arte, commerci, pescatori, pesci, uccelli, navigatori, porti, navi, terre emerse e sabbie…
Adriatico. Mare d’inverno è il libro a cura di Cristiana Colli che unisce il mare Adriatico tramite racconti e riflessioni di 38 autori: architetti, scienziati, artisti, biologi, scrittori, teologi, pescatori, skipper, navigatori e viandanti, che hanno dato il contributo al progetto curato dalla Regione Marche “Viaggio italiano, scopri l’Italia che non sapevi”, sotto l’egida del ministero del Turismo.
Infatti: non è soprattutto durante l’estate che il mare Adriatico dà il meglio di sé, come vuole sottolineare Colli. Ma la solitudine e i venti dell’inverno, le nebbie e le onde, le dune e gli orizzonti plumbei danno il senso vero di cosa questo lungo fiordo sia, spartiacque tra le acque tra Oriente e Occidente, tra religioni e genti che da questo mare poco profondo ma tempestoso hanno tratto essenza di vita.
“Mondi sottomarini”, afferma la curatrice che si snodano sontuosi e formano storia e scienza, ma anche lo sport, la flora, le tradizioni, il cinema, le fotografie, i cibi, tutto raccolto in undici temi descrittivi, che corrono lungo sette regioni italiane, da Trieste ad Otranto, da Venezia a Brindisi. Itinerari poco conosciuti, fotografie molto poetiche, e l’Agenzia Spaziale che ha offerto dodici immagini del nostro mare ripreso dall’altezza dei satelliti del progetto Cosmo-Skymed.
“Mare luogo di misteri” scrive il filosofo Stefano Catucci, mentre Cino Ricci, re dei naviganti, è descritto dalla sua mamma come “nato al mare, portato dal mare, a te ti ha portato un pescione enorme”.
Cosa unisce queste realtà, questi paesaggi che d’inverno si esprimono in gloriosa bellezza? Un mare che porta a essere studiato nella sua multiforme e profonda molteplicità di aspetti, quindi ecco gli interventi del filosofo e del geografo, tutti legati al mare Adriatico, con l’acqua come “criterio cognitivo”. Ciò che si legge e che si vede nelle trecento pagine del testo ha rapporto fisico, concettuale, mentale, filosofico con l’acqua. Colli ha puntato sulle città, la loro storia, città divise tra città col porto, Trieste, Venezia, Ravenna, Ancona, Bari e Brindisi e le piccole capotali, da Aquileia a Otranto, ventuno realtà raccontate in modo sintetico, raccontate da chi queste realtà conosce bene.
“poiché questo è un libro di viaggi, non ci sono indicazioni cosiddette turistiche, spero che questo libro induca il desiderio di vistare l’Adriatico, spero che chi lo legge parta e lo visiti anche per studiarlo. Il glossario con il quale ogni autore lascia una parola che definisce questo mare è anche un gioco.”
La bibliografia è vastissima, come la filmografia, la storia delle piante, che servono a capire: il tempo e la storia dell’Adriatico sono racchiusi in queste pagine, mare che secondo la curatrice è “paesaggio mistico, molto vicino al sacro o a ciò che noi riteniamo sacro”. Un’eredità che si ritrova tra le religioni millenarie, cristianesimo, ebraismo, ortodossia, ma anche attraverso le coste e le colline, le rocce e le dune, le “acque che si toccano”, i fiumi che arrivano al mare, portando da un altrove il contributo di acque dolci che si fondono con questo “mare meticcio” secondo la definizione del teologo Brunetto Salvarani.
Il libro ha viaggiato per mesi lungo le coste assieme a Cristiana Cori che l’ha presentato da Aquileia in giù, sottolineando la dimensione metafisica dell’acqua ”che trattiene la memoria di quello con cui entra in contatto”: quanta storia, quanta umanità, quanta vita e quanta morte, la nostra storia continua a viaggiare anche a distanza di secoli mescolandosi con la realtà, le popolazioni costiere lo devono sentire nel loro DNA se si soffermano d’inverno soprattutto a guardare, annusare, temere questa “terra anfibia” che ci ospita.
Come non ricordare la continua interazione tra acqua e terra, con Venezia esempio di unione tra questi elementi, con la scienza e la conoscenza acquisite in secoli di esperienze per costruire e mantenere.
Nord, Sud, Est, Ovest s’incrociano e s’intrecciano da Torcello a Brindisi, attraverso simboli comuni, sacri o profani che siano. D’inverno la dimensione è straordinaria, la vita vera è quella, è l’”Adriatico in purezza”.
Il Grand Tour lungo le coste rappresenta quindi un viaggio sia per il corpo sia per l’anima, le sensazioni fisiche sono straordinarie: noi che abbiamo la fortuna di vivere la costa (come la curatrice che vive vicino a Senigallia) ci tuffiamo in queste pagine da Nord a Sud, da Trieste e Otranto, in questo viaggio di sabbia che ha determinato antropologia e navigazione, contatti e commerci, passando anche dalle ricette di una cucina antica, essenziale.
Quindi Buon Vento ai naviganti, per camminare e navigare assieme imprescindibilmente.
Immagine di copertina: Alessio Ballerini, Foto in esergo a Adriatico. Mare d’inverno
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