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Difficile ma non impossibile recitare “Napoli Milionaria” di Eduardo De Filippo. Così è stato. Sul palcoscenico del Teatro nuovo di Martina Franca nelle oltre due ore di recitazione in cui la compagnia martinese “Le quinte” ha interpretato, parafrasato e dettando i tempi ad una commedia che nella sua interezza resta sempre complessa con molte difficoltà di divulgazione, l’applauso della platea e della galleria si è fatto sentire convinto. Pasquale Nessa il bravissimo regista martinese dalla capigliatura lunga e abbondante ha potuto scaricare tutte le ansie della vigilia e dell’inizio dello spettacolo pensando: ‘A Nuttata è finita”. Un copione che racconta la voglia disperata dell’italiano di dimenticare le brutture della seconda guerra mondiale. Un secondo conflitto troppo per chiunque, e chi ha dovuto farlo ha subito una seconda guerra forse ben peggiore, quella interiore. Vedere le cose per quelle che realmente erano. In una Napoli del dopoguerra; quella dei quartieri poveri, dei borghesi decaduti, di chi s’inventa un modo per sbarcare il lunario; di chi nonostante tutto, vuole vivere onestamente; di chi sogna rivoluzioni proletarie; di chi ha combattuto in prima linea per una guerra assurda ed esterna agli altri i suoi laceranti ricordi, per poi scoprire che questi lo ignorano perché vogliono solo dimenticare. La commedia è molto di più, è la cronaca del decadimento dei valori provocati dalla guerra e dall’uomo, e del difficile compito di mantenersi coerenti e fedeli alle proprie scelte morali. La compagnia martinese Le Quinte con qualche inevitabile pecca legata alla poca abitudine al linguaggio napoletano, a qualche attimo non sempre al tempo con le parole e i movimenti che la circostanza imponeva è riuscita soprattutto nella fase finale a raccogliere ancora meglio l’attenzione del pubblico che in alcune momenti aveva lasciato spazio alla distrazione. Insomma una commedia che resta coraggiosa e profondissima dove Pasquale Nessa non si è voluto sottrarre; ma con la solita e composta testardaggine martinese l’ha affrontata a viso aperto salendo a pie pari il monte con la sua compagnia di artisti che nel tempo avranno ancora da ricevere applausi. Un viaggio attraverso la notte di un tempo che nella nostra attualità è ritornata con più forza e che era giusto ricordarlo alle porte di questo natale che apre a quella del Giubileo. La guerra non è finita dice Gennaro nel secondo atto: “A guerra nun è fernuta”. Non è finita per niente. Bravi tutti. È difficile per tutti scalfire una pietra come Eduardo De Filippo ma non impossibile per i martinesi che hanno dimostrato di amare questo grande drammaturgo del Novecento. Questo per colpa di Pasquale Nessa
Oreste Roberto Lanza
L’articolo Martina Franca ama Eduardo De Filippo per colpa del regista Nessa proviene da LSD Magazine.