Sui principi si può mediare. Sui diritti non si può arretrare.
In queste due frasi si racchiudono i fondamentali della vita di Angela Bottari, prima deputata donna siciliana a sedere sugli scranni della Camera dei Deputati a Roma per tre legislature (1976/1987) per il Pci e poi dirigente di Pds, Ds e Pd fino alla sua morte avvenuta poco più di un anno fa. Messinese di nascita e con il paese di Giampileri sempre nel cuore: Angela Bottari. Storia di una donna libera è il titolo del volume uscito per Castelvecchi editore a cura di Pietro Folena e Francesco Lepore, con il contributo del Gruppo Pd della Camera dei Deputati e con la collaborazione della Fondazione Nilde Iotti: 34 articoli, scritti da altrettanti autori, amici, politici, collaboratori, che durante gli anni di impegno politico di Bottari hanno raccolto la sua testimonianza sociale e civile presentandocela come persona, donna, madre, pensatrice, impegnata in un Paese che nel dopoguerra e dopo i movimenti del ’68 doveva acquistare consapevolezza, modernità, sviluppo sociale e acquisire quei diritti fondamentali che ancora oggi soprattutto le donne ribadiscono in ogni campo: scritti, interviste, discorsi e interventi parlamentari completano il ritratto di Angela Bottari, nata a Messina 1l 16 marzo 1945 e morta sempre a Messina il 14 novembre 2023.
Le testimonianze del suo impegno politico e sociale escono vivaci dai ricordi di amici e militanti in quello che fu il Pci, un “manuale di buona politica” che insegna come il pensiero di Bottari mirasse alla tutela delle donne e dei diritti di tutti: il suo impegno costante e tenace la vide soprattutto relatrice del progetto di legge per l’abrogazione della rilevanza penale del delitto d’onore e la presentazione come prima firmataria della proposta di legge contro la violenza sessuale. E questo non in un remoto passato, ma alla fine degli anni Settanta, quando il Paese cercava di uscire da mentalità arcaiche con battaglie di civiltà anche per gli omosessuali, superando tabù contrari alla dignità delle persone. Anni difficili e di cambiamento anche all’interno del partito politico della Bottari, con nuove istanze in ogni campo sociale che la deputata siciliana portava avanti soprattutto per le donne: un impegno che la vide drammaticamente presentare le sue dimissioni da relatrice della proposta di legge sulla violenza sessuale quando un emendamento ritenuto da lei inaccettabile riconduceva la stessa violenza a delitto contro il buon costume e la pubblica moralità e non contro la persona-donna-vittima.
Angela Bottari anche prima relatrice della legge 442 che nel 1981 avrebbe abrogato il delitto d’onore e il matrimonio riparatore, con il pensiero sempre rivolto alle tristi tradizioni che permanevano nella sua Sicilia ma persistevano anche nel resto dell’Italia.
In questi tempi di recrudescenza quotidiana di femminicidi e di veementi discussioni sul patriarcato, le lezioni di Bottari si presentano di grande attualità, contro il conformismo e per il riconoscimento della pari dignità e opportunità: un lungo cammino che soprattutto per le donne meridionali Angela Bottari voleva più spedito e concreto, superando barriere di tradizioni arcaiche. Dall’esempio di Franca Viola che per prima nel 1965 rifiutò il matrimonio riparatore nelle campagne di Alcamo, la consapevolezza della deputata Bottari e la sua caparbia determinazione fecero capire che l’essere “io persona” per una donna era il punto centrale della questione-violenza, e che il reato di stupro non era certo un delitto contro la morale, del quale sembrava colpevole la donna.
Donna controcorrente: emerge la sua figura dalle pagine delle testimonianze con gagliarda vitalità, lei moglie e madre, brava cuoca e accogliente padrona di casa ma con il suo impegno politico mirato a combattere la mafia e le sue diramazioni, soprattutto dopo l’assassinio del sindacalista e deputato palermitano Pio La Torre. Una “San Francesco rivoluzionaria” a difesa dei diritti dei più deboli a rischio discriminazione, dagli omossessuali ai LGBT, pronta a battersi per la parità tra i coniugi, la patria potestà congiunta, l’accesso delle donne a tutte le professioni: solo nel 1965 ad esempio le donne poterono accedere al concorso per la Magistratura, conquiste che solo pochi decenni fa aprirono la strada alle donne verso moltissime professioni un tempo loro precluse. E attualissime sono le sue conferenze e visite alle scuole per parlare ai bambini e ai ragazzi degli anni di fine XX secolo che sono gli adulti di oggi.
Voler cambiare in positivo la storia sociale del Paese: è la voce generosa ed appassionata della Bottari nel ricordo di amici e compagni di partito, donne e uomini che raccolgono e diramano la sua eredità.
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