Nasi che colano, febbre e tosse. Sono in aumento i casi di influenza tra i bambini. Ne abbiamo parlato con il pediatra Antonio Di Mauro.
L’Istituto Superiore di Sanità rileva un aumento dei casi di influenza tra i bambini. Da cosa dipende?
“Gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità mostrano un significativo incremento dei casi di sindromi simil-influenzali (ILI) nella seconda settimana di gennaio 2025. Questo aumento riguarda soprattutto i bambini sotto i 5 anni, con un’incidenza di 25,5 casi ogni mille assistiti. Dopo le festività natalizie, ci sono diversi fattori che possono spiegare questo incremento. Durante il periodo delle feste, i bambini partecipano spesso a pranzi e cene con familiari e amici in ambienti chiusi, dove il contatto ravvicinato favorisce la diffusione dei virus. Inoltre, gli spostamenti e i viaggi per visitare parenti contribuiscono ad aumentare le occasioni di contagio, esponendo i bambini a ceppi virali nuovi. Un altro fattore importante è la rottura della routine quotidiana. Dormire meno, avere pasti irregolari e uno stile di vita meno equilibrato possono indebolire temporaneamente il sistema immunitario dei bambini, rendendoli più vulnerabili alle infezioni. Infine, il rientro a scuola o in asilo segna un momento critico: gli ambienti affollati e chiusi favoriscono la rapida diffusione dei virus, amplificando ulteriormente il fenomeno”.
Crede che questa situazione sia in linea con gli anni passati?
“In parte, sì. L’aumento dei casi di influenza nei bambini durante i mesi invernali è un fenomeno che ci aspettiamo, poiché l’influenza è stagionale e si manifesta tipicamente durante i mesi più freddi. Tuttavia, quest’anno ci sono delle differenze. Rispetto alla stagione 2023-2024, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è in crescita, con livelli di media intensità attuali. Non siamo ancora giunti al picco, e nei prossimi giorni è probabile che i nostri ambulatori continuino a ricevere molte famiglie e bambini. Nel 2024, al contrario, la curva influenzale era già in calo nello stesso periodo. Ogni stagione influenzale ha caratteristiche proprie, e i tempi e l’andamento possono variare sensibilmente. A livello regionale, in Puglia possiamo contare su un sistema di sorveglianza epidemiologica e virologica ben strutturato, che coinvolge i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta e i referenti RespiVirNet delle ASL e della Regione. Grazie a questa rete, monitoriamo costantemente l’evoluzione delle curve e possiamo intervenire in modo tempestivo”.
Spesso si sente parlare di influenza con sintomi sempre più gravi. È vero anche per i bambini?
“Il problema nasce dalla banalizzazione dell’influenza. Purtroppo, viene spesso considerata una malattia leggera, mentre in realtà è una patologia con un impatto socio-sanitario rilevante, soprattutto nei bambini. I sintomi tipici dell’influenza includono febbre alta, tosse secca, mal di gola, dolori muscolari, mal di testa e stanchezza. Sebbene molti bambini si riprendano senza complicazioni gravi con il trattamento a casa, l’influenza può comportare anche complicazioni serie, come polmonite, otite media, disidratazione, e in rari casi miocardite o encefalite. Nei bambini, i sintomi possono progredire rapidamente, risultando debilitanti. È fondamentale fare una distinzione importante: non tutte le sindromi simil-influenzali sono causate dal virus influenzale. Altri virus, come l’adenovirus, il rinovirus, i coronavirus e il virus respiratorio sinciziale (VRS), possono causare sintomi simili, ma sono patologie distinte che richiedono approcci terapeutici diversi. Un esempio significativo è la bronchiolite da VRS, per la quale, quest’anno, abbiamo visto notevoli progressi grazie all’uso degli anticorpi monoclonali, che hanno dato risultati positivi sia sul territorio che in terapia intensiva”.
Come prevenire l’influenza? Oltre ai vaccini, le abitudini alimentari possono influire sulla prevenzione? Quali?
“La prevenzione dell’influenza si basa principalmente su una vaccinazione annuale e tempestiva, che è la misura più efficace per ridurre il rischio di malattia e complicanze. Tuttavia, ci sono anche altre buone pratiche quotidiane che possono contribuire a limitare la diffusione del virus, come mantenere una buona igiene delle mani, evitare il contatto stretto con persone malate e l’uso di mascherine in ambienti affollati. Per quanto riguarda l’alimentazione, sebbene non esistano alimenti in grado di prevenire direttamente l’influenza, una dieta equilibrata gioca un ruolo cruciale nel rafforzare il sistema immunitario. Vitamine e minerali, in particolare, sono fondamentali per una buona risposta immunitaria. Gli alimenti ricchi di vitamina C, come agrumi, kiwi e peperoni, supportano la funzione immunitaria. La vitamina D, che si trova nel pesce grasso e nei latticini fortificati, è essenziale per la modulazione della risposta immunitaria. Anche lo zinco, presente in carne, legumi, noci e semi, contribuisce alla difesa contro le infezioni. Inoltre, una corretta idratazione è fondamentale per mantenere il sistema immunitario in buone condizioni e favorire la salute generale. Limitare i cibi troppo zuccherati o lavorati può evitare un sovraccarico del sistema immunitario. Sebbene l’alimentazione da sola non possa prevenire l’influenza, una dieta sana supporta il nostro sistema immunitario, il primo alleato nella difesa contro le infezioni virali, influenza inclusa”.
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