Smaltita la rabbia e la delusione dopo l’ennesima rimonta subita in campionato, il Bari torna a giocare tra le mura amiche per affrontare il Frosinone dell’ex direttore sportivo biancorosso Guido Angelozzi. I ciociari, ancora relegati nei bassifondi della classifica, sono reduci dalla pesante sconfitta interna per 3-0 contro il Sudtirol. Per affrontare i vari temi del match e analizzare il momento dei galletti, ci siamo rivolti a un doppio ex di Bari e Frosinone, mister Guido Carboni, che si è concesso a un’intervista esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Mister Carboni, che spiegazione riesce a dare alle tante rimonte subite dal Bari in questo campionato?
“Per chi osserva dall’esterno, non è mai facile giudicare, soprattutto quando non c’è mai una sola causa. In alcune partite può esserci stato un calo fisico, ma non credo che sia solo quello. La squadra, mentalmente, sembra non riuscire a restare concentrata per 95 minuti. È questo che fa la differenza, perché le squadre mentalmente forti riescono a mantenere il controllo della partita e a vincere i campionati. Spesso è frutto di un lavoro dietro le quinte”.
Altro aspetto da tenere presente, sono i tanti calciatori giunti con la formula del prestito…
“Quando un giocatore è di proprietà di un club, ha maggiori motivazioni perché il suo futuro dipende dalle sue performance. Se, invece, un calciatore è in prestito, può crearsi inconsciamente una sorta di alibi, pensando che alla fine della stagione non sarà più parte del progetto. Questo incide anche sulla mentalità dell’intera squadra. I giocatori che non sono veramente legati al club, a volte, potrebbero non dare il massimo. E questo è un aspetto che si riflette anche sul campo”.
Come valuta il lavoro di Moreno Longo?
“Sta cercando di fare il meglio con la squadra che ha a disposizione. Un allenatore come lui, che conosce bene la categoria e una piazza importante come Bari, si trova a dover gestire delle difficoltà. Ma allenare il Bari non è semplice: ci sono stati altri allenatori importanti che non sono riusciti a farcela. Se avesse un gruppo più coeso, anche sotto il profilo societario, probabilmente potrebbero arrivare più soddisfazioni. Se i giocatori avessero maggiore appartenenza, potrebbe fare la differenza”.
Dopo l’esaltante stagione scorsa, Sibilli non si sta ripetendo. Per lui sono sempre più insistenti le voci che parlano di una cessione…
“Lui e Di Cesare sono stati fondamentali per la rincorsa alla salvezza dello scorso campionato. Sibilli ha avuto un ruolo importante e mi dispiace vederlo in difficoltà. Forse si sente un po’ escluso dal progetto tecnico, ma è difficile dare un giudizio preciso. Si tratta di capire se ci sono problemi tecnici o se è una questione mentale”.
Al suo posto potrebbe arrivare uno tra Benedetti e Maggiore. Quale tra questi farebbe al caso della squadra di Longo?
“Li conosco entrambi, ma non posso dire con certezza chi sarebbe il più adatto. Benedetti, avendo già giocato a Bari, potrebbe avere un vantaggio nell’adattarsi prima perché conosce l’ambiente. Maggiore, d’altro canto, è un buon calciatore che potrebbe fare bene, ma dipende anche dal tipo di calcio che l’allenatore vuole imporre”.
Intanto domenica c’è il Frosinone. Stagione maledetta quella dei ciociari. Partita da non sottovalutare per il Bari…
“Il Frosinone ha una rosa forte e non è inferiore al Bari, anzi. Mi aspettavo molto da loro all’inizio della stagione, ma ora, la loro priorità è la salvezza. Hanno una proprietà forte e ottimi calciatori, quindi non sarà facile per il Bari. Non bisogna sottovalutare questa partita, anche perché il Frosinone ha investito molto nella squadra e ha grande esperienza in diversi elementi. Mi dispiace vedere la squadra ciociara in questa situazione, ma spero che sia il Bari che il Frosinone possano raggiungere i loro obiettivi”.
Lei ha allenato sia il Bari che il Frosinone: due esperienze diverse, ma anche tre salvezze conquistate in totale…
“Il mio primo anno al Frosinone si è concluso con una salvezza miracolosa. Alla fine, siamo riusciti a salvarci grazie a una serie di vittorie cruciali. L’anno successivo, purtroppo, la situazione è precipitata. Ma il tempo dà sempre ragione. Alla fine, avevo avvertito che sarebbe stato difficile, ma non mi hanno dato il tempo di portare avanti il progetto. Frosinone è una piazza che mi è rimasta nel cuore, così come Bari, che mi ha formato come allenatore”.
Ultima esperienza alla guida dell’Olbia nel 2019…
“Ho declinato diverse offerte in questi anni. Non alleno per il gusto di allenare, ma per sentirmi vivo in una piazza dove posso dare qualcosa. Non mi sono mai trovato in situazioni che mi convincessero appieno o almeno non in posti dove sentivo di poter fare davvero la differenza. Se non ho le giuste motivazioni, preferisco dire di no. Ma non escludo che possa tornare presto, qualcosa sta bollendo in pentola”.
Ma lei è anche il proprietario dello Sporting Club Chiassa…
“Io e mio fratello Amedeo abbiamo creato un bellissimo centro sportivo ad Arezzo, in una piccola frazione. Abbiamo diversi impianti, tra cui campi da padel, una scuola calcio e anche un ristorante. Mi sto dedicando ad altre attività, ma il calcio rimane la mia passione. È stato il mio lavoro per tanti anni, e se dovesse arrivare un progetto che mi entusiasma, sarei pronto a tornare”.
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