“Eravamo stati facili profeti quando, a fine dicembre 2024, avevamo chiesto espressamente all’assessore regionale Sebastiano Leo di rivedere i presupposti della delibera che taglia 18 autonomie scolastiche nella nostra regione per il prossimo anno scolastico. Ebbene, ora c’è anche lo strumento normativo, quindi non ci sono più scuse per fare un passo indietro che permetterebbe di restituire autonomia a tante realtà scolastiche evitando di incidere negativamente sui posti di lavoro”. Gianni Verga, segretario generale della Uil Scuola Puglia, chiede l’annullamento del dimensionamento scolastico pugliese facendo riferimento al decreto-legge del 16 gennaio 2025, n. 1, con il quale il Governo ha apportato una modifica della disciplina in materia di riorganizzazione del sistema scolastico, prevedendo la possibilità per le Regioni che non hanno disposto in tutto o in parte gli accorpamenti previsti dal decreto interministeriale n. 127 del 30/06/2023 di attivare, per il solo anno scolastico 2025/2026, un ulteriore numero di autonomie scolastiche in misura non superiore al 2,99 per cento del contingente dei posti di dirigente scolastico e di direttore dei servizi generali e amministrativi, definito, per ciascuna Regione per il medesimo anno scolastico 2025/2026.
“Per la Puglia – spiega Verga – in cui insistono 583 autonomie scolastiche, la predetta percentuale darebbe la possibilità di attivare un numero di ulteriori autonomie fino ad un massimo di 17,43, tante quante sono quelle tagliate. In sostanza, si scongiurerebbero tutti tagli apportati. E’ necessario valutare, con estrema urgenza, così come ha fatto la Toscana, la possibilità di sospendere l’efficacia della delibera di giunta regionale del 30 dicembre 2024 e procedere con un dietrofront che metterebbe al sicuro tanti lavoratori penalizzati dagli accorpamenti”.
“Abbiamo cercato – conclude Verga – come Uil, di indurre l’assessore Leo ad un ripensamento negli ultimi giorni del 2024, ma è mancato, così come invece avvenuto nella regione Toscana, un vero dialogo con le organizzazioni sindacali, a tutti i livelli. Se ci avessero ascoltato, non ci saremmo trovati in questa situazione catastrofica. Tornare indietro sulle proprie decisioni non sarebbe un delitto, né una sconfitta, ma una decisione politica di buonsenso”.
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