Pensare di poter “parlare” con il proprio cane, di capire esattamente cosa vuole il proprio gatto o di rispondere ai suoi bisogni in modo più preciso, forse non è più un sogno.
Non è forse più un sogno perché, grazie ai rapidi progressi dell’intelligenza artificiale e alla nascita di app, si potrebbe rivoluzionare il rapporto con gli animali domestici.
Certo, non sarà possibile comunicare con le parole, come le conosciamo noi, ma pare che l’AI possa aiutarci a comprendere meglio i loro comportamenti e rispondere in modo più efficace alle loro esigenze grazie a tecnologie come il machine learning e l’analisi dei big data di segnali non verbali come linguaggio del corpo, suoni, espressioni facciali, movimenti e postura.
Una delle applicazioni principali che ha visto un rapido sviluppo negli ultimi anni è proprio la creazione di app che promettono di interpretare i suoni emessi dagli animali, in particolare cani e gatti, e di tradurli in messaggi comprensibili per l’uomo. Le app, infatti, si basano su algoritmi di riconoscimento sonoro che riescono a identificare e catalogare i differenti tipi di vocalizzazioni degli animali. La promessa? Fornire una “traduzione” che indichi cosa potrebbe voler dire un determinato abbaio, miagolio o guaito.
Sostanzialmente l’app raccoglie i suoni emessi dall’animale in un contesto naturale, attraverso il microfono del dispositivo, questi vengono elaborati attraverso algoritmi di machine learning che li analizzano comparandoli con un database di suoni precedentemente etichettati e classificati. Un abbaio potrebbe quindi essere associato a “voglio uscire” , un miagolio potrebbe significare “ho fame” o “voglio attenzione”.
Altri sistemi di AI sono invece progettati per rilevare i cambiamenti nel comportamento degli animali, come segnali di ansia, paura o disagio, e avvisare i proprietari su potenziali problemi di salute o stress.
L’utilizzo di queste app potrebbe dunque non solo migliorare lo stato e la gestione dell’animale ma anche ridurre l’ansia del proprietario e contribuire a una comunicazione più empatica e consapevole, anche se siamo certi che nessuna tecnologia potrà mai sostituire l’intuizione e il legame affettivo che si sviluppa tra un animale e il suo proprietario.
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