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A Roma si è deciso di provare ad introdurre nelle scuole l’insegnamento di una nuova disciplina quella del LGBT+. Il Sindaco Gualtieri finanzia corsi gender e LGBTQ nelle scuole romane.
Qualcuno può insinuare che lo abbia fatto per indurre la opposizione a chiarire e ribadire la sua contrarietà a questi “nuovi“ o antichi sessi in modo da rafforzare il legame tra sinistre e LGBT. Altri, ancor più maligni, ritengono che lo abbia fatto per trovare un modo per dare un po’ di ossigeno a alcuni grandi elettori che reclamavano un po’ di soldini in cambio dei loro voti. Altri, ancor peggio, insinuano che non se ne farà nulla per via della opposizione cui addossare la colpa del nulla di fatto. Altri ancora sostengono che siccome Roma non ha più problemi impellenti grazie alla bontà della gestione di sinistra ci si può dedicare a questa grave “emergenza”. Certo è che quasi mezzo milione di euro dei romani prenderanno questa strada.
Sembra che in queste grandi città il senso della utilità egoistica sia così tanto avvertito da essere pervenuto al “tutto adesso e qui” senza eccezioni. Una venalità e voracità diremmo smodata che sembra essersi impossessata di ogni attimo della vita di moltissimi romani originando una competizione priva di regole; che ormai a sua volta è la unica regola tanto che nessuno ci fa più caso. È come se fuori della immediata utilità non vi sia più nulla che meriti attenzione e -tanto meno- sacrificio. Il consumismo tanto esecrato ha “mangiato” ogni disponibilità umana e materiale per investimenti per il futuro cui non si crede più, neanche in parte, e quindi si procede a vivere il presente come se tutto debba finire domani. Anche il lavoro più importante lo si svolge per il proprio tornaconto immediato e non certo per la funzione economica e sociale che comporta. Mentre a Napoli, all’inverso, si inventa financo il “caffè sospeso” per una socializzazione fine a se stessa e priva di tornaconti a Roma uscire da questa logica arrivista è per la maggior parte della gente una cosa ingenua. Si antepone il “lavoro” (per lo più inteso come metodo per lucrare il più possibile e come pezzo di una ben più promettente carriera) e non certo come servizio, tanto meno per gli altri e ancor meno per i figli di tutti. Anzi di figli, pannolini, pappe e notti insonni non se ne parla proprio…troppo faticosi, troppo impegnativi e troppo costosi. Così il sesso diviene un divertimento e null’altro da consumare liberamente. Quale che sia il sesso gradito e/o reale magari cambiandolo a piacimento….e qui veniamo alla apparente motivazione profonda del senso della sortita del Sindaco di cui discorriamo.
Una specie di suicidio collettivo dolce e condiviso che ricorda molto quello delle grandi famiglie romane che nella metà dello scorso millennio dominavano la Chiesa e quindi il mondo e che adesso non hanno progenie…sono scomparse!
I “diritti” hanno preso il sopravvento su tutto e l’immagine prevale ampiamente sulla sostanza. E quando tutto mancasse l’eutanasia risolve tutto!
Sembra il progetto di un centro di interesse avverso all’umanità che non potendo annientare tutto con un genocidio tradizionale ne ha preparato uno soft da cui ricavare anche vantaggi economici rilevanti, realizzato docilmente dalle stesse vittime.
A sostegno di tutto questo v’è l’impero indisturbato della razionalità illuministica liberale (nel senso classico del termine) che ha in se i germi di questo materialismo razionale e massimizzante della utilità e del vantaggio personale.
Il sindaco Gualtieri che città ha in mente per la Roma del futuro? A quale scuola è andato? e quindi a quali interessi risponde? Ma quello che più conta come si pensa di continuare a tenere insieme nella stessa unità amministrativa ed istituzionale tante culture così diverse se non contrapposte?
L’articolo Roma e gli LGBT+ proviene da LSD Magazine.