Patologie emergenti: c’è chi si rifugia barricandosi in casa e chi, invece, pur avendo una vita sociale non ha interesse a relazionarsi con il prossimo
Abbiamo detto che l’hikikomori può far parte della Sindrome del guardiano del faro. Il fattore precipitante, durante l’adolescenza, può essere un episodio di bullismo o un brutto voto a scuola o un avvenimento apparentemente innocuo, ma che contestualizzato all’interno di un quadro psicologico vulnerabile, assume un’importanza vitale. Il ragazzo comincia a saltare giorni di scuola, abbandona le attività sportive, inverte il ritmo sonno-veglia e si dedica a monotoni appuntamenti con PC o smartphone.
In Italia i dati ufficiali si concentrano sulla fascia studentesca e stimano tra i cinquantamila e i settantamila casi con un rapporto 30/70 femmine/maschi. Il lockdown ha peggiorato la situazione: è aumentato il numero di quanti hanno trasformato l’isolamento da forzato a volontario. Dal 2009 è attivo un Osservatorio Nestlé sugli stili di vita; uno dei quesiti della survey 2022 era: “cosa intendi fare nel prossimo anno per cambiare in meglio la tua vita?”. Oltre 6 partecipanti su 10 hanno precisato di voler eliminare le amicizie superficiali e/o negative manifestando una notevole difficoltà a mantenere le relazioni sociali (isolamento sociale relativo).
In Giappone è esploso un nuovo fenomeno, quello degli Johatsu (evaporati). Sopraffatti dal quotidiano, in migliaia si lasciano alle spalle le proprie identità per cercare rifugio nell’anonimato. Sembra che, all’interno della metropoli di Tokyo, ci sia un intero quartiere popolato dagli evaporati. In Giappone questa fuga può essere facile; le leggi sulla privacy danno ai cittadini una grande libertà nel mantenere segreti i loro movimenti e i familiari non possono consultarne i dati finanziari.
In Italia le persone scomparse, nel 2022, sono state quasi 25.000. Il dato più significativo riguarda la fascia di età dei minori che ha fatto registrare 17.130 denunce pari al 70,29% di quelle presentate. Recentemente ho riscoperto la bicicletta; passando sopra il ponte che attraversa il fiume Nera, vedo una campagna estranea ai ritmi cittadini che sembra tagliare Terni in due. Un mondo diverso da cui emergono figure indecifrabili: persone non più giovanissime in tuta, scarpe da ginnastica, berretto, occhiali e auricolari che si affannano lungo le sponde. Non tutti corrono, qualcuno cammina lentamente, ma nessuno si ferma o parla con un altro. Senza identità e senza sesso; sembrano ignorare ciò che li circonda.
Mi sono convinto che ci siano evaporati a tempo, nel senso che questi lungo il fiume vogliono non essere riconosciuti per un paio di ore. Seguendo questo ragionamento possiamo definire due tipi di isolamento sociale, quello statico proprio di chi rimane chiuso in casa (Hikikomori) e quello dinamico caratteristico di chi esce, cammina ma non si relaziona con altri individui. Entrambi possono rientrare nella Sindrome del guardiano del faro che è propria di chi -concentrato sul proprio obiettivo- va incontro non solo al fenomeno dell’isolamento sociale ma anche del tunnel visivo o meglio cognitivo. Vediamo meno perché la nostra attenzione è limitata.
Estremizzazione della Sindrome del guardiano del faro dinamica può essere considerata la dipendenza da esercizio fisico la (Vigoressia o Bigoressia), disturbo psicologico emergente. Il mito di un corpo atletico ed efficiente diviene fonte di autorassicurazione. Il controllo esasperato della qualità degli alimenti (ortoressia) spesso si accompagna alla ricerca della performance in un atteggiamento orto-vigoressico. Soprattutto le ragazze cercano di plasmare un corpo-immagine, adeguato agli standard di Instagram dove la comunicazione iconica ha soppiantato quella verbale. (continua)
L’articolo Sindrome del guardiano del faro: analisi critica /2° parte proviene da Costozero, magazine di economia, finanza, politica imprenditoriale e tempo libero – Confindustria Salerno.