Traffico di droga, riciclaggio e guadagni di oltre 100mila euro. Quando Alberto Garrappa, 23enne di Monopoli (Bari), fu arrestato in flagranza nel marzo 2024 dopo aver ricevuto un pacco contenente circa 4,4 kg di marijuana, si giustificò sostenendo di essere solo un intermediario. Secondo il suo racconto, la spedizione era destinata a un utente conosciuto su Telegram, che gli aveva chiesto di custodirne una parte per uso personale. Inoltre, i 11.500 euro trovati in suo possesso sarebbero stati il frutto di vincite alle scommesse, corredate da relative schedine a supporto della sua versione. Per questo motivo, nonostante la convalida dell’arresto, inizialmente non venne sottoposto a misure cautelari. Le indagini successive, però, hanno rivelato tutt’altro scenario.
L’analisi del suo telefono ha permesso agli inquirenti di ricostruire un vasto traffico di droga, in cui Garrappa avrebbe importato sostanze – principalmente marijuana, ma anche altri stupefacenti – direttamente dalla California, pagandole in bitcoin e rivendendole attraverso Telegram. Nonostante ufficialmente risultasse solo uno studente universitario con un impiego da aiuto cuoco e un reddito dichiarato di appena 9mila euro tra il 2019 e il 2024, il giovane avrebbe accumulato oltre 110mila euro in contanti, distribuiti tra diverse carte, incluse alcune intestate a conti esteri. Le indagini hanno inoltre rivelato che Garrappa e il suo fornitore si erano incontrati di persona durante un viaggio negli Stati Uniti, in particolare tra Los Angeles e Las Vegas, durato circa 20 giorni. Alla luce di questi elementi, il gip Nicola Bonante ha disposto il suo arresto con l’accusa di traffico di stupefacenti, e il giovane è stato trasferito in carcere a Bari.
Ma non è tutto. Gli investigatori hanno scoperto che i proventi del traffico di droga venivano riciclati con l’aiuto di due gestori di centri scommesse della provincia di Bari. Questi ultimi avrebbero fornito al 23enne schedine vincenti giocate da altri scommettitori, permettendogli così di aggirare i limiti imposti dalle norme antiriciclaggio. Oltre all’arresto, è scattato anche il sequestro di 80mila euro, ritenuti il frutto dell’attività illecita.
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