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Domenica 19 gennaio, dopo 467 giorni di guerra, con oltre 46.000 morti palestinesi e 1.700 morti israeliani, e dopo incessanti bombardamenti e devastazioni, entrerà in vigore l’accordo di tregua tra Israele e Hamas. L’annuncio è arrivato il 15 gennaio, prima con una dichiarazione trionfalistica del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump,poi con una conferenza stampa del primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani, e infine con una dichiarazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Il primo ministro qatariota ha spiegato che manca ancora l’approvazione formale da parte di Hamas e del governo israeliano. “Speriamo che questa sia l’ultima pagina della guerra e che tutte le parti si impegnino ad attuare tutti i termini di questo accordo”, ha dichiarato Al Thani. In ogni caso, l’accordo entrerà in vigore domenica 19 gennaio. Una pace a tappe che si articolerà in una serie di fasi prima di giungere al suo assetto definitivo. Una pace agognata, combattuta, desiderata e alla cui realizzazione hanno contribuito forze politiche, associazioni pacifiste, manifestazioni, giornate di solidarietà.
Il pensiero va anche alle innumerevoli campagne ed eventi pacifisti tenutisi nella nostra realtà nazionale e locale pugliese. Tra questi ultimi, gli incontri dell’associazione ANPI che nelle ultime settimane ha promosso una serie di dibattiti e tavole rotonde, come quelli a Santeramo in Colle o a Bitonto, alle quali hanno partecipato relatori che hanno affrontato in modo approfondito e sfaccettato il dramma dei tanti conflitti attualmente in corso. In particolare, ricordiamo l’evento del 3 gennaio: si è svolto presso la biblioteca comunale “G. Colonna” di Santeramo con il titolo “È tempo di pace – Cessare il fuoco”, organizzato dalla sezione ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) in collaborazione con l’Associazione LEN e con l’adesione della Rete dei Comitati Pace di Puglia, Pax Christi Italia, la Comunità Palestinese di Puglia e Basilicata, e Emergency Area Puglia. Un incontro che ha riunito numerosi relatori e un pubblico folto, tutti animati dal desiderio di immaginare e costruire un mondo più pacifico e giusto. La scelta di organizzare un evento per confrontarsi e riflettere sul tema della pace, proprio durante le festività, è stata fatta perché in questo periodo siamo più sensibili alle tragedie dell’umanità. Dopo i saluti introduttivi del presidente della locale sezione ANPI, Rosa Dimita, e del sindaco di Santeramo, Vincenzo Casone, sono intervenuti Vito Micunco (coordinatore della Rete dei Comitati Pace di Puglia), Mohammad Afeneh (presidente della Comunità Palestinese Puglia e Basilicata), Flavio Luperto (coordinatore dei volontari Emergency Area Puglia), Mons. Giovanni Ricchiuti (presidente nazionale Pax Christi Italia) e don Michele Lombardi (parrocchia Sant’Erasmo di Santeramo). Tutti i relatori sono stati chiamati a offrire il loro contributo sulla drammatica situazione del popolo di Gaza, sul rilancio del riconoscimento dello Stato di Palestina (attualmente riconosciuto da 146 paesi su 193 membri delle Nazioni Unite), e sulla diffusione di una grande sottoscrizione popolare per finanziare la costruzione di una clinica a Gaza in collaborazione con Emergency, presente all’evento con il proprio banchetto. Finora sono stati raccolti 130.000 euro. La Presidente Rosa Dimita ha dichiarato: “Come sostiene l’opinione pubblica, di fronte ai poteri forti che hanno in mano i destini dei paesi, noi siamo impotenti, ma come ha detto Mattarella, dobbiamo trasformare la speranza in realtà. Per cui è nostro dovere impegnarci contro l’indifferenza e contro queste guerre spietate che si accaniscono contro i deboli, bambini, donne e malati” Rosa Dimita ha ricordato che la campagna che l’ANPI sta sostenendo per chiedere ai comuni di adottare un ordine del giorno a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina, nella formula “due popoli, due stati” sta andando avanti e il Sindaco di Santeramo in Colle, Vincenzo Casone, si è impegnato a discutere e approfondire la proposta con i consiglieri comunali. “Noi siamo bombardati da notizie e informazioni di conflitti di guerra, ma purtroppo si sviluppa una sorta di indifferenza, un cinismo involontario, perché sono così tante le notizie drammatiche che ci scivolano addosso”, ha detto il Sindaco. “Il solo parlarne, anche se siamo un’autorità locale, è un modo per sensibilizzare le coscienze e far capire chi è dalla parte del giusto”. Vito Micunco, presidente della Rete dei Comitati di Pace di Puglia, ha evidenziato il rischio crescente per il diritto internazionale e per le strutture create dopo la Seconda Guerra Mondiale al fine di prevenire i conflitti e sanzionare chi viola le convenzioni internazionali sui diritti umani. Senza il diritto, ha sottolineato, si tornerebbe alla legge del più forte, alla legge della giungla. “Il diritto internazionale deve essere attuato e difeso, anche attraverso la Corte di giustizia, che è stata accusata di antisemitismo. Il nostro compito è perseguire la pace, non solo tramite la giustizia, ma anche grazie al coinvolgimento dell’intera comunità internazionale.” Vito Micunco ha spiegato il ruolo dei Comitati per la Pace, che si impegnano a dare voce alla volontà di pace delle comunità, stimolare la cooperazione internazionale e rendere permanente l’impegno per la pace. “Anche di fronte a un conflitto in corso, è fondamentale attivarsi per la pace. E poi, c’è sempre il dopo. Bisogna lavorare per il futuro”, ha aggiunto. Forte preoccupazione per la tenuta della pace mondiale è stata espressa anche da Monsignor Giovanni Ricchiuti, Presidente di Pax Christi Italia, che ha richiamato i continui appelli di Papa Francesco per l’urgenza di un cessate il fuoco immediato, l’avvio di una tregua umanitaria, la liberazione degli ostaggi e una pace giusta per il popolo palestinese. Il vescovo ha ribadito che a Gaza si sta perdendo l’umanità e che le distruzioni, le uccisioni indiscriminate e la fame hanno tutte le caratteristiche di un genocidio. Emozionante è stata la testimonianza di Mohammad Hafaneh, presidente della Comunità Palestinese di Puglia e Basilicata, che ha aperto il suo intervento citando le parole di Papa Francesco pronunciate alla Vigilia di Natale: “Questa non è guerra, questa è crudeltà”. Hafaneh ha ricordato come ciò che sta accadendo in Palestina non è una guerra recente, ma un piano sistematico di eliminazione di un popolo che dura da oltre un secolo. Ha citato dichiarazioni di leader israeliani come David Ben Gurion e Golda Meir, che nel corso degli anni hanno espresso intenti di espulsione e annientamento del popolo palestinese. “Noi dobbiamo espellere arabi e prenderci il loro posto, usare terrore, l’assassinio l’intimidazione, confisca delle terre per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba”, dichiarava Ben Gurion primo ministro d’Israele dal 1949 al 1954 agli Ufficiali dello Stato Maggiore. Golda Meir, Primo Ministro Israele nel 1969 dichiarava in una sua intervista “Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano.” (da una dichiarazione al The Sunday Times, 15 giugno 1969). Frasi nelle quali è contenuta la radice del genocidio in atto. Genocidio che si perpetra ogni giorno e che vede la popolazione palestinese inerme di fronte ad attacchi e bombardamenti. Gente disperata che non sa dove ripararsi, visto che sono incendiate anche le tende. “Questa non è guerra” ha detto Mohamed Hafaneh “bensì un crimine e non può continuare nel silenzio perché il silenzio è complicità e la complicità è un crimine” 180 mila morti, questo il numero delle vittime della guerra a Gaza A Flavio Luperto, Coordinatore volontari Emergency area Puglia l’ultima parola. Il referente di Emergency ha parlato dell’operato di Emergency e ha rimarcato come l’organizzazione sia stata tra le prime a dichiarare che la catastrofe umanitaria a Gaza può essere considerata un genocidio. A tal proposito ha ricordato le parole dette da Amos Golberg, professore presso il Dipartimento di Storia ebraica ed Ebraismo contemporaneo presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, il quale in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano ha dichiarato “Quello che Israele sta commettendo a Gaza è un genocidio”. “Emergency è stata una delle prime associazioni a chiamare questa situazione genocidio. La nostra missione è portare aiuti e testimonianze di ciò che sta accadendo”. Inoltre, ha raccontato le difficoltà incontrate in Palestina nell’ottenere i permessi dalle autorità militari israeliane per accedere alle aree di deconfliction, dove è necessario intervenire per curare malati, feriti e altre emergenze. Ha mostrato immagini della clinica che EMERGENCY sta costruendo a Gaza come struttura di primo soccorso, e ha ringraziato l’ANPI nazionale per la campagna di raccolta fondi a sostegno di questo progetto. L’evento si è concluso con gli appelli del Papa e con gli interventi di don Michele Lombardi. Il parroco ha auspicato un anno di pace, invitando alla riflessione sulla necessità di formare le nuove generazioni alla cultura della pace. “La pace inizia nel nostro quotidiano, nelle nostre relazioni”. Come più volte ha ricordato il Papa, la pace è un cammino che richiede coraggio, fede e dialogo, ed è importante continuare a essere costruttori di pace, instancabili nel nostro impegno per la riconciliazione e la fraternità. I numerosi partecipanti presenti in sala hanno seguito con attenzione e interesse gli interventi dei relatori, condividendo le preoccupazioni espresse e accogliendo l’invito alla speranza di pace. Speranza che a quanto pare, a dire dei fatti recenti forse si sta realizzando.
L’articolo Tregua tra Israele e Hamas dopo 467 giorni di guerra proviene da LSD Magazine.