Ma che diavolo ti è successo? Ma che hai fatto, in nome del cielo? [John Prine]
Ripensando a questi anni di grnde crescita della violenza qui negli Stati Uniti, diventa vieppiù chiaro che porre limiti all’accesso alle armi – obiettivo realisticamente senza speranza in questo paese ora – si rischia comnque di non cogliere il punto. Ammettere che la violenza stessa, in particolare come si sta manifestando attualmente nel comportamento di un numero crescente di cittadini statunitensi, sia davvero il problema, equivale ad accettare quello che è sempre stato l’argomento principale della NRA, la lobby delle armi: “sono le persone a uccidere le persone, non le armi”. Tuttavia, la verità va riconosciuta. Molti americani stanno abbracciando e usando la violenza. Eppure, indipendentemente dal fatto che sia o meno la conseguenza dello straordinario accesso alle armi, c’è stata una sorta di slittamento verso una società in cui la violenza letale diventa non solo una risposta legittima al conflitto o al disaccordo, ma addirittura la risposta predefinita. I notiziari sono pieni di storie di risse che scoppiano a una festa o in un bar, dove un tizio arrabbiato (e forse ubriaco) torna a casa, afferra le sue armi da fuoco, poi torna e uccide un certo numero di altre persone, spesso seguite da se stesso.
Esplosioni e sparatorie in tutto il paese, si uccide un bambino che recupera un suo giocattolo nella proprietà di un vicino o uno che sbadatamente bussa alla porta sbagliata. Dirigono l’auto verso – o direttamente contro – gruppi di persone radunate per una festa in strada e gli sparano contro, spesso uccidendo bambini che si trovano lì. Ogni giorno, negli Stati Uniti ci si spara a vicenda in litigi e discussioni personali, a casa e in pubblico, a scuola, in chiesa, sul posto di lavoro, per strada, in auto. Ovunque.
Adolescenti, anche ragazzi dell’America rurale, bianchi e praticanti, maschi e femmine, di appena quattordici anni, ormai compiono regolarmente sparatorie di massa e/o mirate alle loro scuole, pianificate al sicuro nelle case dei genitori e utilizzando armi in possesso dai genitori o fornite da loro.
Tuttavia, inutile dirlo, la violenza non si esprime solo con le armi. Nelle ultime settimane dell’anno scorso, si è assistito a spettacolari scoperte di riserve di esplosivi artigianali, nonché a segnalazioni di una serie di attacchi sventati. Poi, naturalmente, c’è stato l’attacco a persone radunate in strada, a New Orleans, che festeggiavano il Capodanno e la triste esplosione suicida a Las Vegas, entrambi eseguiti con camion a trazione elettrica. È pur vero che episodi in cui sono usati veicoli come strumenti di violenza per investire raduni di persone verso cui si è ostili non sono più una novità negli Stati Uniti. Però le dimensioni e la potenza di quei veicoli in questi recenti episodi sono qualcosa di inedito.
L’attacco di New Orleans avrebbe dovuto comportare l’uso di armi ed esplosivi (fortunatamente non utilizzati con successo), ma l’arma principale era un pick-up Ford elettrico. Considerate per un momento la potenza letale che questo ha consentito all’aggressore: il Ford F-150 Lightning è alto e largo più di due metri. In altre parole, il camion è più alto della maggior parte delle persone medie e largo quanto diverse persone in piedi una accanto all’altra. Pesa 2728 kg e ha un motore che sviluppa 580 CV, con 351 kg-30 cm di coppia istantanea. La sua carrozzeria è realizzata in “lega di alluminio di livello militare” montata su un “telaio in acciaio ad alta resistenza che offre un’eccezionale rigidità torsionale”.
Il Tesla Cybertruck, d’altro canto, con la sua macabra carrozzeria in acciaio dal muso e i bordi affilati e il suo inutile ethos progettuale (almeno ci puoi fare qualcosa con un F-150 nella versione a benzina che è da tempo uno dei camioncini più popolari in America), sarà ora consacrato come il veicolo utilizzato da un membro dell’esercito statunitense gravemente traumatizzato – che a detta di tutti stava soffrendo sia fisicamente che mentalmente ma aveva paura che chiedere aiuto gli sarebbe costato la carriera – per esplodere letteralmente. Questa povera anima sembrava sperare che la sua azione sarebbe stata un avvertimento per il resto di noi. Nel sottolineare la potenziale letalità del veicolo, ci è riuscito. La sua tragica azione ha dimostrato che i fianchi del Cybertruck erano così forti che sono stati in grado di contenere tutta la forza dell’esplosione all’interno del veicolo e di dirigerla verso l’alto.
Ora, immaginate se avesse scelto di guidare quella potenza ultrarigida e carica di esplosivo (600 CV standard, o oltre 800 CV nella versione “Beast”, nomenclatura che dice almeno qualcosa sul pubblico a cui era destinata) direttamente nella hall dell’hotel Trump prima della detonazione, o in mezzo a una folla di persone. Cosa avrebbe potuto fermarlo? Quanti danni avrebbero potuto essere causati?
Sempre a proposito del crescente tasso di violenza che vede coinvolti veicoli, vale anche la pena menzionare l’aumento molto evidente, stando almeno alle notizie nel mio stato, la Carolina del Nord, riguardanti gli inseguimenti ad alta velocità che finiscono in incidenti mortali, con conducenti che spingono l’acceleratore a oltre 160 km orari mentre sono inseguiti da volanti della polizia stradale (che sono in grado di superare praticamente qualsiasi altra cosa sulla strada), in uno scenario nichilista che spesso finisce con l’auto che si schianta contro un’abitazione o un’impresa, con l’effetto di amplificare la morte e miseria umana.
Forse la cosa più inquietante è che gli Stati Uniti sono anche il paese di una violenza sessuale dilagante, molto spesso perpetrata da adulti contro bambini. C’è un flusso triste e costante di titoli di notizie su abusi e violenze sessuali, pornografia infantile, tratta di esseri umani e altro ancora. Nel frattempo, la serie apparentemente infinita di arresti e storie dell’orrore che emergono dai circoli di estrema ricchezza dimostra che molti di coloro che possiedono il potere derivante da una grande ricchezza sembrano spesso presumere che ciò dia loro il diritto di soddisfare ogni loro desiderio carnale in modo altrettanto estremo, non importa chi ne sia la vittima. Non è uno spettacolo o una vanteria oziosa: questi qui violentano davvero come e chi vogliono.
Qui, in America, si vuole avere il più e il meglio d’ogni cosa, e quando si tratta di strumenti di violenza, la nazione davvero supera se stessa. Con armamenti di livello militare, veicoli di livello militare e persone addestrate militarmente (e traumatizzate) per le strade, immerse in una società che esplode di violenza, sia verbale che fisica, sembrerebbe che gli Stati Uniti siano davvero entrati in una nuova fase di violenza continua e crescente. Dietro tutto questo ci sono un sacco di soldi, più soldi di quanti chiunque abbia mai controllato, ma anche un nuovo clima politico che ha praticamente infranto ogni tabù sulla violenza politica. La recente grazia concessa a tutti i rivoltosi del 6 gennaio 2020, compresi quelli giudicati colpevoli di gravi atti di violenza e danni fisici, non ha fatto che rafforzare non solo la validità della violenza come forma di espressione personale/politica, ma anche la garanzia che coloro che scelgono di agire in questo modo non solo “la faranno franca”, ma riceveranno il sostegno ai più alti ranghi del governo.
Per darne conto, non c’è che l’imbarazzo della scelta tra i tanti espisodi che lo provano. Eccone alcuni.
9 marzo 2016: un sostenitore bianco di Trump di 78 anni colpisce a pugni un manifestante di colore che sta per essere scortato fuori da un comizio di Trump in campagna elettottorale, a Fayetteville, nella Carolina del Nord. Il sostenitore di Trump è ripreso in un video mentre afferma di essersi divertito a “spaccare quella grande bocca” e “Sì, se lo meritava. La prossima volta che lo vediamo, potremmo doverlo uccidere”. …all’epoca, le forze dell’ordine avevano placcato il manifestante a terra dopo che era stato colpito in faccia. Due giorni dopo l’aggressione, Trump aveva detto che tali attacchi ai manifestanti erano “molto, molto appropriati” e il tipo di azione di cui “abbiamo bisogno un po’ di più”
8 maggio 2019: in un comizio in Florida, Trump scherza con il pubblico sull’idea di sparare ai migranti e ai richiedenti asilo, il giorno dopo che un membro della milizia di confine aveva detto dei migranti: “Perché lci limitiamo ad arrestarli e non li mettiamo al muro e gli spariamo? Dobbiamo tornare ai tempi di Hitler e metterli tutti nelle camera a gas”. Trump chiede alla folla del comizio, riferendosi agli immigrati, “Come si fa a fermare queste persone?” Una donna gli risponde urlando, secondo i resoconti: “sparategli”.
Gli Stati Uniti non sono certamente l’unica nazione a soffrire o ad aver sofferto di violenza interna, ma va però detto che la portata della violenza individuale, unita ai modi in cui la violenza è ora contemplata come uno strumento del potere interno ufficiale degli Stati Uniti, è qualcosa di nuovo per questo paese e, per estensione, per il mondo. La nazione è in fermento.
Si possono fare ragionamenti su dove tutto questo potrebbe portare, ma solo tenendo conto di una realtà che si sta evolvendo alla velocità della luce/fibra di Internet e, allo stesso tempo, sembra molto simile a una ripetizione o distorsione/mutazione di qualcosa che abbiamo visto molte volte prima. In altre parole, la violenza e il suo uso strumentale come strumento di potere, dominio e risoluzione dei conflitti è antico quanto l’umanità, ma con gli strumenti sempre più letali e il flusso quotidiano di atti violenti che ora permeano la vita americana e il nuovo governo negli Stati Uniti, mi ritrovo a chiedermi: cos’è questa bestia selvaggia, alla fine è giunta la sua ora?
If you see somebody getting ready to throw a tomato, knock the crap out of them, would you? Seriously. Just knock the hell out of them. I promise you, I will pay for the legal fees. I promise.”- Donald Trump at a campaign rally, Feb. 1, 2016
Se vedete uno che sta per lanciare un pomodoro, dategli una bella lezione. Ci state? Dico sul serio. Dategli una lezione come si deve. Vi prometto che pagherò io le spese legali. Lo prometto.”- Donald Trump a un comizio elettorale, 1 febbraio 2016
*da https://www.vox.com/21506029/trump-violence-tweets-racist-hate-speech
Immagine di copertina: The Gun Store, Waterbury, CT USA
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