Oltre novecento procedure chirurgiche di cui 727 per tumore maligno alla mammella. Sono i numeri della Breast Unit della Asl di Bari con sede nell’ospedale San Paolo nel 2024. In particolare sono state 906 le operazioni, nelle 727 sono inclusi 543 primi tumori. In forte crescita, più 120%, rispetto ai 329 interventi per tumore maligno registrati nel 2023. Il bilancio è stato tracciato durante la recente assemblea organizzativa plenaria dal responsabile della Breast Unit, dr. Olindo Custodero. Risultati importanti per una struttura basata su un modello organizzativo-funzionale multidisciplinare in grado di svolgere attività di prevenzione, diagnosi, terapia, riabilitazione e follow-up per il trattamento di pazienti con patologia mammaria.
Un’attività fondamentale anche per rilanciare il messaggio della Giornata mondiale contro il cancro, che si celebra oggi 4 febbraio, promossa per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione, della diagnosi precoce e della ricerca scientifica nella lotta ai tumori. Lavoro quotidiano per la Chirurgia Senologica-Breast Unit della ASL Bari, impegnata a gestire quasi 20 nuovi casi a settimana con un orientamento prevalente verso la chirurgia conservativa con tecniche oncoplastiche: le quadrantectomie e mastectomie oncoplastiche con conservazione del complesso areola-capezzolo rappresentano infatti il 71 per cento dell’attività totale e un’altra quota rilevante consiste nella ricostruzione con conservazione estetica. Solo la parte residuale riguarda la chirurgia mammaria radicale demolitiva e, in parte, anche la mastectomia profilattica, per la riduzione del rischio di sviluppare il tumore in pazienti mutate o con documentata cancerofobia: in quest’ultimo ambito, nel 2023 sono stati eseguiti 9 interventi e nel 2024 si è saliti a 20.
“Questi dati – spiega il dottor Custodero – sono il frutto di un’organizzazione complessa, in cui entrano in gioco le équipe multidisciplinari, l’Oncologia medica diretta dal dr. Francesco Giuliani, la Chirurgia Plastica guidata dal dr. Corrado Minervini, le Radiodiagnostiche senologiche degli Ospedali San Paolo e Di Venere, dirette rispettivamente dalle dottoresse Angela Vestito e Alessandra Gaballo, e poi l’attività dello Screening mammografico, con i diversi Centri distribuiti su tutto il territorio, da cui proviene circa l’80 per cento delle nostre pazienti”, ha concluso. La crescita dell’adesione allo screening da parte delle donne è un fattore decisivo, poiché l’individuazione delle fasi iniziali della malattia può permettere alla Breast Unit di intervenire tempestivamente con le cure più appropriate, facilitando la guarigione e riducendo la mortalità.
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