Per aver esposto fuori dalla sua finestra una bandiera palestinese e uno striscione con scritto “Palestina libera” ha ricevuto la visita dei Carabinieri intenzionati a rimuovere e sequestrare il tutto. E’ successo lo scorso 8 dicembre a Salò, noto comune della provincia di Brescia. Protagonista della vicenda Giulio Tonincelli, quarantanne che lavora come fotografo e regista indipendente per numerose Ong attive in Medio Oriente, India, America Latina e Africa. In quel momento – come ci ha raccontato – lui non era in casa. “Mentre ero in Uganda per lavoro, domenica 8 dicembre 2024 – all’ora di pranzo – i miei genitori si trovavano nel mio appartamento e hanno ricevuto la visita di tre carabinieri in divisa. Due donne e un uomo che hanno chiesto di entrare in casa. Mia madre, ovviamente, ha aperto la porta e loro – con atteggiamento arrogante – si sono subito diretti verso la finestra dicendo “siamo qui per requisire lo striscione”. Mia madre ha immediatamente capito la situazione e ha chiesto in base a quale legge potevano farlo, sottolineando che lei e mio padre erano ospiti e la casa era intestata a mio nome e che non ero presente”.
Poi cosa è successo? “A quel punto – ha proseguito – i carabinieri si sono fermati e hanno chiesto i documenti ai miei genitori. Durante l’identificazione mia madre ha chiesto la motivazione della rimozione. Al che loro hanno risposto: “L’abbiamo già fatto altre volte”. Mia madre ha poi chiesto loro chi fossero, le generalità. Domanda a cui i carabinieri hanno risposto: “Signora, guardi fuori dalla finestra e vedrà la volante. Noi siamo i carabinieri”. Pochi istanti dopo si sono girati e hanno lasciato l’abitazione senza requisire nulla”.
Una vicenda che ha inizio diversi mesi fa. Anzi, anni. “Nel 2018 feci un progetto con l’università di Milano Bicocca e andai per un mese nei territori occupati della Palestina – le parole di Giulio Tonincelli a TPI -. Quando tornai decisi di mettere fuori dalla mia finestra la bandiera della Palestina. Quando è iniziato il massacro da parte di Israele a Gaza ho deciso di esporre la bandiera più in vista rispetto a dove era collocata prima. Questo ha attirato un po’ di antipatie. Pochi giorno dopo infatti venne da me la caposcala che mi suggerì di levare la bandiera, poi l’amministratrice del condominio mi avvisò che era stata chiamata dai Carabinieri per capire chi abitasse nel mio appartamento…”.
Ma quando è stato aggiunto lo striscione “Palestina libera”? “Ho deciso di esporlo quando il sindaco precedente ebbe il coraggio, a nome suo e a nome di tutta la cittadinanza, di esporre sulle due porte della città di Salò le bandiere di Israele. Poi c’è stato un cambio di amministrazione. Arriviamo a novembre 2024: parto per dei progetti in Africa e durante la mia assenza mi sono arrivati i Carabinieri a casa…”.
Striscione che, comunque, è ancora esposto e visibile: “Sì, lo striscione è ancora esposto. Anche la bandiera”. Sul perché i militari si siano scomodati Giulio Tonincelli non ha certezze: “Ho sentito dire che c’è qualcuno a cui potrebbe dare fastidio. Ma è un mio diritto da cittadino libero esporre sulla mia proprietà il mio pensiero libero. Non so se qualcuno ha mandato i carabinieri e perché”.
Vicenda chiusa? Forse. “Dopo questo episodio nessuno si è fatto vivo. Neanche l’amministrazione del comune di Salò. Penso però che la politica quando succedono queste cose si dovrebbe palesare… Mi ha fatto piacere infatti vedere che le deputate Emma Pavanelli e Stefania Ascari del movimento 5 Stelle hanno depositato un’interrogazione parlamentare riguardante la vicenda”.