Melania è un’icona del Web. Lo è diventata attraverso video, meme e fotografie in grado di trasmettere la distanza mantenuta dal marito, Donald J. Trump. In molti s’interrogano sui pensieri della donna, la più enigmatica nella storia delle FLOTUS [First Lady of United States], il cui ruolo è sempre stato fondamentale pur ai margini delle vicende strettamente politiche. La presidenza è spesso stata definita un mestiere a due: la First Lady è la prima persona con cui il presidente parla al mattino e l’ultima con cui parla la sera, una compagna brillante in grado di enfatizzare l’identità conseguita dal governo; risulta dunque naturale interrogarsi sulla mancata complicità della coppia presidenziale, quando la moglie evita accuratamente qualsiasi contatto fisico con il marito.
Melania Knavs, coniugata Trump, nasce a Novo Mesto, in Slovenia, il 26 aprile 1970. Cresciuta a Sevnica, studia design e architettura presso l’Università di Lubiana, salvo lasciare gli studi prima dell’ottenimento della laurea al fine di intraprendere la carriera di modella. La svolta arriva nel 1996, a seguito del trasferimento a New York: qui prosegue la carriera nel mondo della moda e nel 1998, all’età di ventotto anni, incontra per la prima volta Donald John Trump, allora reduce dal secondo matrimonio con Marla Maples, ufficialmente conclusosi nel 1999.
Ha dunque inizio la storia della «moglie numero tre»: al Met Gala del 2004 Melania sfoggia un anello di fidanzamento dal valore di 1,5 milioni di dollari, mentre il matrimonio verrà celebrato l’anno successivo, il 22 gennaio 2005, a Palm Beach, in Florida.
Il 20 gennaio 2017 Melania diviene la prima First Lady straniera dell’epoca moderna, preceduta da Louisa Adams, moglie di John Quincy Adams, nata a Londra nel 1775. Diventa anche la prima FLOTUS ad aver posato nuda sulla copertina di GQ, mentre Donald Trump, dopo Ronald Reagan, diviene il secondo presidente divorziato degli Stati Uniti.
Melania è nota per il suo comportamento riservato: enigmatica e defilata rispetto alle vicende della Casa Bianca, sin dal 2017 ha scelto di mantenere la propria residenza presso la Trump Tower di New York, per permettere al figlio Barron, nato nel 2006, il conseguimento degli studi. Nonostante l’impegno nella campagna Be Best, lanciata nel 2018 al fine di contrastare il cyberbullismo e garantire il benessere dei minori, la First Lady ha ribadito più volte la sua volontà di mantenere le distanze dai riflettori e da Washington D.C., restando a margine degli eventi politici.
La distanza mantenuta dalla FLOTUS sarebbe divenuta virale fin dal principio. Nel mese di dicembre 2020 divenne celebre l’hashtag #MelaniaHatesChristmas, a seguito della diffusione da parte della CNN di alcuni audio privati indirizzati all’assistente Stephanie Winston Wolkoff e risalenti al 2018. Gli audio in questione, in cui Melania ribadiva il suo disgusto per il protocollo della Casa Bianca legato alle decorazioni natalizie, hanno contribuito alla creazione di un’immagine precisa della donna: enigmatica in pubblico, apertamente insofferente in privato. In particolar modo l’opinione pubblica ha spesso definito il matrimonio con il Tycoon come un’unione pro-forma. Nel 2018 vengono resi pubblici gli scandali legati alla pornostar Stormy Daniels: la relazione extraconiugale, risalente al 2006, avrebbe portato a una rinegoziazione degli accordi prematrimoniali e alla completa assenza di Melania nel corso della campagna elettorale.
L’immagine pubblica di Melania, in particolar modo la sua percezione, è sensibilmente mutata dal 2017 a oggi, fatto dimostrabile anzitutto dal cambiamento di atteggiamento da parte dei fashion designer americani. All’alba del primo giuramento nel gennaio 2017, molti designer, tra cui Marc Jacobs e Tom Ford, seguirono l’appello della stilista francese Sophie Theallet e assunsero posizione netta rifiutando qualsiasi coinvolgimento rispetto la retorica razzista, misogina e xenofoba di Donald Trump. In difesa dell’immagine di Melania intervenne Ralph Lauren, il quale scelse di accogliere la sfida dopo aver vestito numerose FLOTUS, da Nancy Reagan e Hillary Clinton sino a Michelle Obama e Jill Biden.
La “guerra” della moda americana al governo Trump è completamente mutata negli ultimi otto anni: in molti si sono proposti per vestire la First Lady, la cui scelta per la cerimonia d’insediamento del 20 gennaio 2025 è ricaduta su un cappotto navy blue firmato Adam Lippes, mentre Eric Javits firma il boater hat in grado di nascondere lo sguardo della First Lady. La scelta di Lippes e Javits, entrambi newyorkesi, suggella il legame tra l’amministrazione Trump e il primato della moda americana, configurando una scelta nazionalista in grado di rafforzare il concetto Make America Great Again e aggirare i dazi previsti dall’amministrazione. Vi è poi la questione dell’accessorio: Il canotier, pur costituendo una grave violazione al protocollo, è divenuto un instant cult nel dimostrarsi atto politico. Permettendo a Melania di osservare celando lo sguardo, è stato allo stesso tempo un mezzo utile a mantenere la distanza fisica, evidente al momento del (mancato) bacio sulla guancia da parte del marito.
L’aspetto interessante della vicenda è notare come i social, in particolar modo TikTok, costituiscano una cartina al tornasole rispetto al cambiamento di percezione dell’immagine pubblica di Melania Trump. Sono numerosi i video in cui la First Lady rifiuta di dare la mano al marito – talvolta con gesto di stizza –, rivolgendogli sguardi di diniego. In particolar modo il trend virale prevede l’alternarsi di emozioni negative, come l’aperto disgusto, allo slavic stare, uno sguardo freddo ed impenetrabile caratterizzato da occhi sgranati e bocca serrata. Gli edit di TikTok, in grado di enfatizzare il legame empatico con la First Lady, rappresentano Melania Trump come lo stereotipo della slavic girl disgustata dal proprio marito, un trend catalizzato dall’hashtag #ihatemybf: «I hate my boyfriend», «io odio il mio ragazzo».
L’obiettivo è ancora una volta quello di distanziare i valori della Gen Z democratica dal governo Trump. Se Melania emerge in quanto icona del Web attraverso contenuti social in grado di rafforzarne il divismo, il marito ne esce indebolito. In particolar modo si constata come Knavs rappresenti un’aperta contraddizione rispetto alla politica misogina ed anti immigrazione dello stesso Trump: egli stessa immigrata, ha avviato la carriera negli Stati Uniti tramite il visto H-1B, destinato a lavoratori specializzati quali scienziati e ricercatori, mentre nel 2001 ha ottenuto la green card e la cittadinanza americana cinque anni dopo, a seguito del matrimonio. La distanza dal marito è stata dimostrata anche da fattori linguistici: Melania ha sempre mantenuto un forte accento sloveno, mentre Trump non ha mai imparato la lingua, a differenza del figlio Barron, bilingue. Si rileva inoltre come in occasione del lancio del proprio libro Melania, la First Lady si sia espressa a favore dell’aborto, esplicitando la necessità di garantire libertà al corpo femminile: «Limitare il diritto di una donna a scegliere se interrompere una gravidanza indesiderata equivale a negarle il controllo sul proprio corpo», affermazioni in grado di porla in diretto contrasto rispetto alla linea antiabortista del marito.
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Attraverso i social, la distanza – linguistica, sociale ed emotiva – tra Melania e Donald Trump diviene ben presto siderale: «My girl is TIRED of this man», si legge in numerosi meme dedicati alla First Lady, ripresa al momento giusto, mentre guarda sconsolata verso il basso dopo aver finto un sorriso.
Ancor più interessante è l’associazione indiretta alla figura di Kamala Harris: non solo si crea un inside joke relativo alla campagna elettorale, affermando come Melania abbia votato per Kamala alle ultime elezioni, ma le due donne vengono accostate attraverso la scelta di un medesimo trend, ossia l’estetica BRAT, dall’album omonimo della cantante britannica Charlie XCX. Il termine, traducibile come “mocciosa”, “monella”, si lega ad un’estetica precisa, acida, disinibita e fortemente connessa alla leggerezza della Gen Z, nonché ad una personalità irriverente. Gli edit BRAT dedicati a Kamala Harris, con in sottofondo le canzoni 365 e Girl, so confusing, vanno di pari passo a quelli creati per Melania Trump: la musica è la medesima, così come l’aesthetic scelto. Ecco dunque che la scelta di un trend virale rende possibile l’associazione tra la candidata democratica e la First Lady del presidente repubblicano.
Immagine di copertina creata con Chatgpt
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