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(Adnkronos) – Ricopriva il ruolo di amministratore delegato dell’azienda di famiglia, Lorenzo Rovagnati, 41 anni, morto per un incidente in elicottero presso il Castello di Castelguelfo, a Noceto, in provincia di Parma. Titolare del noto salumificio industriale assieme al fratello Ferruccio. Sposato dal 2019, era padre di due figli e in attesa del terzo. Lorenzo Rovagnati era solito raggiungere il castello nel parmense viaggiando in elicottero, partendo dalla sua abitazione di Biassono, in provincia di Monza. Il castello di Castelguelfo era un edificio medievale che Rovagnati raggiungeva spesso, spostandosi da Biassono, in Brianza. Un maniero di proprietà della famiglia nota in tutto il mondo per il prosciutto cotto. Lorenzo e il padre Paolo hanno sempre avuto un forte legame con il castello parmense e la comunità di Noceto, come confermato all’Adnkronos dal sindaco Fabio Fecci, che ha voluto rivolgere il proprio pensiero alla moglie di Lorenzo Rovagnati, Federica Sironi. Si erano sposati 6 anni fa, nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Macherio. Fecci ha voluto ricordare anche “la disponibilità e l’umiltà” della famiglia Rovagnati, che negli anni ha “dato supporto a tanti progetti pubblici e privati” della comunità di Noceto. Titolare della residenza del Castello di Castelguelfo e di diversi appezzamenti terreni dell’area, Lorenzo Rovagnati era solito raggiungere la zona solitamente il mercoledì, mentre nelle altre giornate viveva e lavorava a Milano o in provincia di Monza, dove portava avanti il ruolo di amministratore delegato del salumificio industriale. Era l’erede di un’azienda nota in tutto il mondo, fondata nel 1941 in Brianza dal nonno Angelo Ferruccio Rovagnati. Oggi il marchio ‘re dei prosciutti’ fattura oltre 300 milioni di euro l’anno, con oltre mille dipendenti attivi in 20 Paesi. Negli ultimi quindici anni, con Lorenzo e Ferruccio alla guida, Rovagnati ha esportato prosciutto cotto in Europa e aperto il primo stabilimento produttivo negli Stati Uniti. Con la morte nell’incidente di elicottero oggi nel Parmense di Lorenzo Rovagnati, scompare una figura centrale in una famiglia che ha saputo, come poche nel dopoguerra, dare il proprio nome a un prodotto. Grazie alla qualità dei suoi prodotti e a una attenta campagna di comunicazione dei valori, infatti, Rovagnati oggi si identifica con il prosciutto cotto: frutto della intuizione di Paolo Rovagnati, classe 1944, che lascia gli studi per sostenere l’attività del padre, che in Brianza è produttore di burro e formaggi, per ‘reinventarla’ nel settore dei salumi. Senza voler sfidare il prosciutto crudo dei ‘vicini’ emiliani, Paolo nel pieno del boom economico, Paolo convince il padre a produrre salumi, lavorando su nuovi metodi di produzione per arrivare all’alta qualità anche per un prosciutto cotto, allora considerato un prodotto di livello mediamente inferiore.
A soli 24 anni Paolo Rovagnati assume la direzione dell’azienda familiare e grazie anche all’attenta conoscenza del territorio, dovuta ad anni di contatto diretto con i propri clienti, riesce a trasformare l’azienda in un player nazionale. Ma è negli anni Ottanta che la Rovagnati compie il grande balzo: Paolo inventa la marchiatura a fuoco in continuo sulla cotenna del Gran Biscotto, il prodotto più importante, rendendolo ben riconoscibile a prima vista tra gli altri prosciutti cotti e facendolo conoscere a milioni di consumatori italiani grazie anche alle promozioni televisive di Mike Bongiorno su ‘La Ruota della fortuna’. Ma in quegli stessi anni la Rovagnati continua la sua crescita produttiva, lanciando sul mercato oltre 20 tipi diversi prosciutti cotti e la Sgrassatella, una pancetta magra ma saporita, allora quasi impensabile, per andare a coprire una nicchia richiesta dal mercato. A queste novità di prodotto si affianca l’espansione della struttura con impianti sempre più all’avanguardia.
Nel 2008 Paolo scompare a soli 64 anni (in suo onore è stata creata una Fondazione che ha l’obiettivo di finanziare la ricerca scientifica, l’assistenza sociale e sanitaria e per supportare la cultura, istruzione e formazione), ma i suoi eredi – Ferruccio e Lorenzo – non rallentano la spinta alla crescita: nel 2012 nasce RovaLab, il laboratorio di analisi chimiche-nutrizionali e microbiologiche, mentre iniziano anche le esportazioni su importanti mercati, dalla Francia al Belgio, dalla Germania e Irlanda agli Stati Uniti d’America, dove nel 2020 viene aperto – a Vineland in New Jersey – il primo stabilimento produttivo all’estero. Negli ultimi anni Rovagnati sbarca anche in Canada, Hong Kong, Messico, Singapore mentre il gruppo è rafforzato anche da acquisizioni come quella dello storico marchio di affettatrici Berkel e di Pineider. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
L’articolo Lorenzo Rovagnati, chi era l’erede dello storico salumificio morto in un incidente in elicottero proviene da LSD Magazine.