![Nell’America d’oggi possono anche cancellare il mio voto](https://ytali.com/wp-content/uploads/2025/02/AbsenteeBallotPortalNC.jpg)
[WINSTON-SALEM, NC]
Sono registrata come elettrice della North Carolina, fin dal 1987, e da allora ho votato in tutte le elezioni primarie e generali, nazionali, statali e locali. A volte i miei candidati hanno vinto; più spesso perso.
Quand’erano piccoli, ero solita portare con me i miei figli al seggio, il giorno delle elezioni nella mia circoscrizione. Il seggio elettorale si trovava nella palestra della scuola superiore vicino a casa nostra. Di solito, lo scrutatore mi riconosceva. Quando poi l’early voting [la possibilità di votare prima della giornata elettorale] è diventato un’opzione, mi sono messa in coda fuori dall’edificio del governo della contea in centro, felice quando la fila era lunga perché significava che altri tenevano al loro diritto di voto tanto quanto me.
Lo scorso autunno, per la prima volta in vita mia, ho votato per corrispondenza. Ero responsabile di un gruppo di 18 studenti della Wake Forest University che era a Venezia per il programma di studio all’estero del college. La mia unica esitazione nell’accettare di trascorrere l’autunno all’estero era la paura che la mia scheda per corrispondenza non sarebbe mai arrivata in tempo tramite le inaffidabili poste italiane. Fortunatamente, la legge statale e federale prevede per coloro che prestano servizio nell’esercito e per i cittadini americani che vivono all’estero un sistema online sicuro per il voto per corrispondenza all’estero.
La scheda l’ho ricevuta via email il 20 settembre. Il mese successivo, ben prima del giorno delle elezioni, io e mio marito ci siamo collegati e abbiamo espresso il nostro voto. Mi è mancato il rituale del voto di persona, ma ho comunque provato la familiare gratitudine per la cittadinanza americana.
Le elezioni si sono concluse da più di due mesi e nel nostro Paese sono cambiate molte cose, cambiamenti con cui non sono d’accordo. Ma fino alla scorsa settimana, quando ho saputo che il candidato sconfitto a giudice della Corte Suprema dello Stato ha contestato la mia scheda, non mi era mai venuto in mente che il mio voto potesse non contare, che avrei potuto perdere il più basilare dei diritti di cittadinanza.
La contestazione arriva da Jefferson Griffin, un giudice della Corte d’Appello della Carolina del Nord, dove esercita già un potere considerevole. Griffin ha perso la corsa per un seggio alla Corte Suprema della Carolina del Nord contro la giudice in carica Allison Riggs per 734 voti. Ora contesta la validità di 65.000 schede.
Il tentativo di Griffin di ribaltare un’elezione nella Carolina del Nord è stato oscurato dal flusso di notizie sugli ordini esecutivi del presidente Donald Trump che stanno rimodellando il paese. Ma questo non rende la sfida di Griffin meno significativa. Se riuscisse a usare i tribunali della Carolina del Nord per ribaltare un’elezione, una strategia che Trump ha provato – fallendo – nel 2020, potrebbe creare un precedente che comprometterebbe lo svolgimento ordinato delle elezioni in tutto il paese.
La Corte Suprema dello Stato non dovrebbe essere di parte, ma lo è, e Riggs è una dei due democratici in una corte di sette membri. Il mese scorso, io e mio marito abbiamo partecipato a una protesta organizzata dal Partito Democratico locale. Ci siamo anche messi in contatto con la campagna di Riggs per capire cosa potevamo fare per difendere le nostre schede e abbiamo donato $ 200 al suo fondo legale. Mio marito, poi, ha pubblicato, seppure con riluttanza, un video sulla contestazione delle nostre scelte elettorali su Facebook, uno spazio che normalmente usa per le foto di famiglia e gli annunci della nostra associazione di quartiere, ma che ora gli è sembrato un posto dove prendere posizione a favore della democrazia.
La maggior parte delle schede che Griffin contesta sono state espresse da elettori la cui registrazione era incompleta, ma che sono comunque riusciti a dimostrare la propria identità quando hanno votato mostrando un documento d’identità con foto. Griffin afferma inoltre che 5.509 schede per corrispondenza o di militari all’estero non sono valide perché il sistema online che mio marito e io abbiamo utilizzato non richiede un documento d’identità con foto.
La legge federale che regola le schede per l’estero, approvata nel 1986, aveva lo scopo di proteggere i soldati in servizio attivo dagli ostacoli al diritto e all’esercizio del voto e le norme della Carolina del Nord esentano esplicitamente gli elettori in divisa e coloro che votano dall’estero dall’obbligo, nella Carolina del Nord, di presentare un documento d’identità con foto. Ho verificato con la Commissione elettorale della Carolina del Nord e ho appreso che, nelle elezioni autunnali, 10.500 elettori in divisa e 21.534 elettori civili residenti all’estero hanno votato sotto queste protezioni federali. Si noti che Griffin non sta contestando tutte queste schede protette a livello federale, solo quelle nella contea di Forsyth, dove vivo, e in altre tre contee che tendono al voto democratico. Quelle espresse dagli elettori delle altre 96 contee della Carolina del Nord, tra cui contee con basi militari, sono sfuggite all’esame di Griffin.
Griffin avrebbe avuto tutto il tempo per contestare le procedure di voto prima delle elezioni. Negli anni precedenti alle elezioni del 2024, il Partito repubblicano ha ridefinito le modalità di voto nella Carolina del nord. Il parlamento dello stato, a maggioranza repubblicana, ha ripristinato i requisiti di identificazione fotografica per il voto in presenza. Ha ridisegnato i distretti congressuali e i distretti della Camera e del Senato statali per rendere più facile per i repubblicani conservare quei seggi. Ma le regole sulle schede elettorali all’estero non sono cambiate. Anzi, sono state sostenute all’unanimità dalla Commissione statale di revisione delle regole (N.C. Rules Review Commission), i cui membri sono stati nominati dai capigruppo repubblicani, e quando il Partito repubblicano nazionale ha cercato, lo scorso ottobre, di bloccare una parte delle schede elettorali all’estero, un giudice federale nella Carolina del Nord ha respinto la richiesta.
La notte delle elezioni sembrava che Griffin stesse vincendo, ma il giorno dopo il suo vantaggio è svanito. Non è insolito in una competizione serrata. Possono volerci diversi giorni per contare tutti i voti.
Piuttosto che onorare la volontà degli elettori e ammettere la sconfitta, Griffin ha deciso di provare a cambiare le regole. La Commissione elettorale della Carolina del Nord ha ascoltato la contestazione di Griffin lo scorso dicembre e l’ha respinta. La Corte suprema dello Stato ha ascoltato il suo reclamo all’inizio di gennaio e l’ha rinviato a un tribunale di primo grado nella contea di Wake per la revisione. E ora, alla fine del mese scorso, la Corte d’appello degli Stati Uniti a Richmond, in Virginia, ha ascoltato le argomentazioni di Griffin e della Commissione elettorale della Carolina del Nord. La sua decisione è in sospeso.
Ho telefonato, il mese scorso, all’ufficio di Griffin in Corte d’appello e gli ho lasciato un messaggio. Gli ho scritto un’e-mail alla sede della sua campagna elettorale. E ho chiamato il suo avvocato, Craig Schauer. Al momento di andare in stampa, nessuno dei due aveva ancora risposto. Devono sapere che non c’è niente di sbagliato nelle singole schede che stanno contestando, che i fatti non daranno sostegno alla finzione che stanno cercando di diffondere.
Sul suo sito web, Griffin sostiene di credere in una giustizia temperata. Ma non c’è nulla di moderato nel suo tentativo di negare la mia scheda o una qualsiasi delle altre che ha contestato.
Una versione di questo testo è stata pubblicata per la prima volta sul Winston-Salem Journal e sul Greensboro News & Record.
Immagine di copertinae: Corte suprema della North Carolina (Image, nccourts.gov)
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