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Circola nel web un servizio televisivo di una emittente tedesca nel quale si racconta di un pilota della Lufthansa che è stato licenziato per non aver azionato il comando che permette la emissione delle scie chimiche dall’aereo che guidava. Una fake news? Speriamo di si, ma nel dubbio conviene riflettere. La Lufthansa è quella società che si è candidata a guidare la nostra compagnia di bandiera (o ciò che ne rimane) fino a -forse- acquisirla. Questo accade mentre gli italiani sono ipnotizzati dalla questione giudiziaria -che probabilmente presto sarà ritenuta piuttosto dubbia se non pretestuosa- del giudice che sta indagando su una parte dei membri del governo (tra i quali ci sono giudici incaricati della sicurezza della Repubblica); indagine che è contemporanea al tentativo governativo di riformare la giustizia; tentativo ostacolato apertamente da una parte di magistrati evidentemente aspiranti legislatori; parere avverso di questi magistrati che è già sfociato in uno sciopero di alcuni giudici inteso esplicitamente a “premere” sul Parlamento per influenzarne le deliberazioni. Naturalmente questa indagine comporterà l’impegno di vari uffici giudiziari e quindi costi rilevanti. Costi e l’impegno di alcuni magistrati che si distrarranno dalle esigenze di sicurezza degli italiani e segnatamente dalla inquietante questione delle scie chimiche che sembrano essere molto più reali di ogni allarmismo dei complottisti. C’è da chiedersi: chi in Italia accerterà che in realtà non esistono scie chimiche emesse dagli aerei civili e militari? Il servizio della televisione tedesca che circola nel web è vero o no? Se non è vero chi ha interesse a gettare tanto discredito? E se è vero cosa c’è dietro? E chi? Rispondere tempestivamente a queste domande è o no il lavoro costituzionalmente previsto della magistratura inquirente? Come mai -d’altro canto- la Presidente del Consiglio attribuisce così tanta importanza ad una attività giudiziaria e investigativa-probabilmente infondata- di un servitore dello stato membro di un altro Potere che potrebbe finire come altre volte è accaduto in una bolla di sapone? Come mai i giudici inquirenti sembrano non essersi accorti di questa inquietante notizia di reato proveniente da più parti relativamente alla irrorazione di sostanze chimiche nell’atmosfera? E le Associazioni dei Consumatori che attendono a farlo sapere alla magistratura? E i nostri giornaloni perché amplificano questa notizia dell’azione inquirente ed ignorano quell’altra che investe la salute di tutti? salute che sembra essere minacciata da questa attività non nota? Molto tempo fa si sarebbe chiamato questo un guazzabuglio da Repubblica delle banane; oggi abbiamo capito che non possiamo continuare a trastullarci con gossip giudiziari a raffica originati da un eccesso di discrezione attribuito ad alcuni servitori dello Stato. Ognuno faccia la sua parte al meglio che gli riesce: il paese ha bisogno di tornare a credere fortemente in se e nel proprio futuro; ne va della sua sopravvivenza non solo culturale ma anche demografica.
L’articolo Scie chimiche sull’Italia? proviene da LSD Magazine.