
La profonda fascinazione per il paesaggio. Per la natura. Per il mondo animale. Temi cari a Graham Sutherland. Artista di fama internazionale (Londra, 24 agosto 1903 – 17 febbraio 1980), insignito dell’Order of Merit nel 1960 e Commandeur des Art et des Lettres di Francia nel 1973, fu membro onorario dell’American Academy of Arts and Letters e fu, nel 1974, il primo artista britannico a ottenere il Premio Shakespeare di Amburgo. A Sutherland è dedicata la mostra veneziana curata da Roberta Perazzini Calarota, “Bittersweet”. La maggior parte delle opere selezionate, soprattutto olii, litografie e acquerelli appartenenti agli anni Settanta, costituiscono esempi della maestria dello stile maturo del pittore londinese, il quale offrì un apporto del tutto personale alla rilettura delle avanguardie storiche del primo Novecento.
La sua formazione professionale e accademica fu fortemente influenzata dalla tecnica: spinto dai genitori, divenne progettista tecnico e ingegnere ferroviario presso le Midland Railway di Derby, prima di dedicarsi allo studio dell’arte incisoria presso la Goldsmith’s School of Art di Londra. Nel 1925 fu ammesso alla Royal Society of Painter-Etchers and Engravers, mentre alla prima mostra personale presso la Twenty-One Gallery di Londra seguì la fruttuosa collaborazione con lo storico dell’arte Kenneth Clark, il quale, a seguito dell’ingresso dell’Inghilterra nel Secondo conflitto mondiale, coinvolse Sutherland nel War Artists’ Advisory Committe, al fine di documentare “l’ora più buia”: le rovine di una Londra distrutta dai bombardamenti tedeschi, le miniere gallesi, i depositi di bombe tedeschi attaccati dalla Royal Air Force.
L’artista britannico si lasciò influenzare dal mondo naturale lungo tutta la propria carriera artistica. In principio furono la campagna del Kent e del Surrey a orientarne lo studio scientifico del paesaggio, un approccio analitico e una resa estremamente dettagliata del soggetto influenzati dalla precedente formazione incisoria. In seguito fu il lungo soggiorno nel Pembrokeshire, nel sud-ovest del Galles, a orientare Sutherland verso una distorsione dell’elemento organico. In questo luogo si concentrò a lungo sulla stranezza delle forme di alberi, radici, fiori, sentieri ed altri elementi paesaggistici, deformandoli sulla scia di un approccio prettamente surrealista:
Mi era impossibile sedermi e fare un dipinto a contatto diretto con la natura. Non c’era per me davvero alcun soggetto pronto per la pittura. Scoprii che potevo esprimere ciò che sentivo solo parafrasando quello che avevo visto.
È dunque possibile comprendere come la pittura paesaggistica di Sutherland sia costantemente dominata dall’elemento della reinterpretazione – un incontro tra reale e immaginario in grado di ri-configurarsi instancabilmente quale sintesi di elementi naturali e artificiali – nonché dalla fascinazione per l’elemento coloristico intenso e brillante, il quale dona ai suoi lavori una dimensione lirica fortemente influenzata da artisti come Oskar Kokoschka e, soprattutto, Matisse, conosciuto nel sud della Francia nell’immediato Dopoguerra.
Le opere esposte veicolano dunque la duplicità che, sin dal principio, sottende all’opera di Sutherland: l’incontro tra natura e tecnica, l’inserimento all’interno delle composizioni di elementi geometrici, quasi meccanici, atti a dimostrare il fascino esercitato dall’atmosfera della rivoluzione industriale. In opere come Twisted Tree (1973) e Road with setting sun (1977) una visione romantica della natura si scontra e si fonde con la tecnica, un connubio scaturito da una verde Inghilterra culla della rivoluzione industriale.
La sezione finale dell’esposizione, infine, è dedicata al Il Bestiario, completato e pubblicato nel 1978. Il ciclo, tra i più celebri realizzati dall’artista e qui proposto nella sua interezza, nacque come una serie di acquetinte concepite come illustrazioni per la raccolta di poesie Le Bestiaire ou Cortège d’Orphèe (1911) di Guillame Apollinaire.
Immagine di copertina: Graham Sutherland, Senza titolo, 1977, olio su tela. Courtesy Galleria d’Arte Maggiore g.a.m. Bologna/Parigi/Venezia
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