“Prima di tutto l’Amministrazione comunale di Bari dovrebbe spiegare alla Città, perchè non l’ha mai fatto fino ad oggi, quali sono gli strumenti di pianificazione della mobilità, validamente redatti secondo la normativa vigente e quale il loro stato di attuazione, a partire dal PUMS”. Inizia così l’intervento di Donato Cippone, vicepresidente del comitato Mobilità 2030 durante l’incontro per gli Stati generali della Rigenerazione urbana.
“Come noto, secondo il nuovo regolamento UE 2024/1679 sulle reti TEN T, è stato potenziato il ruolo del PUMS in Europa, ai fini della pianificazione e gestione della mobilità locale e metropolitana di persone e merci. Secondo il Regolamento UE citato, il PUMS oggi va obbligatoriamente approvato (e aggiornato se già esistente) e attuato a partire dal 2027. Fino ad oggi i PUMS in Italia sono stati soprattutto uno strumento necessario per accedere ai finanziamenti pubblici, ma il più delle volte non sono stati mai attuati. Nel caso specifico nè i cittadini di Bari, tanto meno quelli della Città Metropolitana, sanno nulla di quanto previsto dal PUMS della Città Metropolitana approvato a fine maggio 2024 che, secondo le linee guida europee, nazionali e regionali, dovrebbe contenere misure concrete per ridurre il tasso di motorizzazione privata, riequilibrare l’intero sistema di trasporto sbilanciato verso l’auto privata che in Italia detiene il primato europeo per tasso di motorizzazione (70%), e integrare lo sviluppo urbanistico con l’intero sistema di mobilità oggi focalizzato sulle persone e non sulle auto”.
“Nulla si sa inoltre, di cosa l’Amministrazione Comunale di Bari abbia fatto concretamente in termini di gestione della domanda di mobilità, a partire da quella sistematica (casa-scuola e casa-lavoro) in attuazione della normativa sul mobility management (DM 27/03/1998 e segg.), che all’epoca estendeva l’applicazione della norma anche ai poli attrattori di grandi flussi di traffico di tipo stagionale, turistico, sportivo e occasionale (grandi eventi), e dell’articolo 229, comma 4, del Decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 77 del 17 luglio 2020 e segg. che ha ridotto a 100 (tra dipendenti, visitatori e fruitori del polo attrattore) il numero degli utenti delle aziende private e degli Enti pubblici obbligati ad adottare il piano degli spostamenti entro il 31/12 di ogni anno, a trasmetterlo al mobility manager di area entro i successivi 15 gg, affinchè, sotto il coordinamento e la supervisione dello stesso mobility manager di area presso il Comune, l’Amministrazione comunale possa assumere tutte le determinazioni possibili affinchè i provvedimenti assunti sulla base delle puntuali indagini, siano concreti, efficaci ed efficienti.
“Tutta questa mole di attività è stata mai attuata nelle ultime decine di anni? Evidentemente no, visto che si continua a parlare ancora di parcheggi come si faceva negli anni 90 in attuazione del Codice della Strada che all’epoca introdusse i PUT (Piani Urbani del Traffico) e non le persone, come richiede la Commissione Europea da decine di anni, con il pacchetto di norme sulla mobilità sostenibile”.
L’articolo Piano parcheggi a Bari, il comitato: “Il Pums? Nessuna notizia” proviene da Borderline24.com.