
Lucrezia Selassiè è stata condannata per stalking ai danni di Manuel Bortuzzo: 1 anno e 8 mesi, la pena è sospesa.
Il gup di Roma ha emesso la sentenza definitiva per Lucrezia Hailé Selassiè, la sedicente principessa etiope, accusata di stalking nei confronti del campione di nuoto paralimpico Manuel Bortuzzo. La donna è stata condannata a un anno e otto mesi di reclusione, con pena sospesa, dopo un processo con rito abbreviato. La procura aveva richiesto una condanna di un anno e quattro mesi. Ma scopriamo tutti i dettagli della vicenda.
La relazione tra Manuel Bortuzzo e Lucrezia Selassiè
La relazione tra Manuel Bortuzzo e Lucrezia Selassiè era iniziata durante la partecipazione di entrambi al reality del Grande Fratello Vip. Tuttavia, il legame tra i due si è concluso poco dopo, ma la 26enne non ha accettato la fine del rapporto.
Da quel momento, ha cominciato a perseguitare l’atleta con comportamenti sempre più aggressivi. Secondo l’accusa, Selassiè avrebbe continuato a cercarlo, minacciandolo, inseguendolo nei luoghi in cui si trovava e creando uno stato di paura e ansia in Bortuzzo.
Lucrezia Selassié
La cronaca degli episodi descritti dagli inquirenti è raccapricciante. Tra aprile 2022 e aprile 2024, Lucrezia Selassiè ha seguito Manuel Bortuzzo in ospedale, minacciato i medici e disturbato la sua vita privata.
Uno degli episodi più gravi è avvenuto nel settembre 2022, quando si è presentata in un ristorante dove sapeva che Manuel sarebbe stato con la sua nuova fidanzata. A questo si aggiungono altre incursioni in cui la donna ha prenotato stanze nello stesso hotel in cui Bortuzzo soggiornava, lasciandogli messaggi d’amore inquietanti e perfino aggredendolo fisicamente in Portogallo.
Le dichiarazioni di difesa di Lucrezia Selassiè
Nel dicembre 2023, Lucrezia Selassiè aveva cercato di difendersi pubblicamente, sostenendo di aver agito in un momento di confusione e di essere stata tratta in inganno da alcuni messaggi ricevuti da Bortuzzo.
Il suo avvocato, Edoardo Albertario, aveva dichiarato che la ragazza aveva “esagerato”, ma che non c’era intenzione di perseguitare l’atleta.
La condanna finale, tuttavia, ha confermato le accuse di stalking, nonostante le giustificazioni fornite dalla difesa.