
Eh sì, il troppo stroppia e oggi ho un diavolo per capello. Stamattina presto ho tentato, per l’ennesima volta, di entrare alle Gallerie dell’Accademia per l’apertura gratuitadella prima domenica del mese. Iniziativa istituita dal ministro Franceschini nel 2014 che si rivolgeva prima di tutto ai cittadini per spronarli a conoscere i musei statali della propria città (ben poco frequentati) e in secondo luogo indirizzata a un pubblico indifferenziato.
Tuttavia nelle città d’arte succede che i residenti non riescono ad accedervi per la massa di turisti che approfitta dell’offerta per non pagare il biglietto. Oggi, come al solito, sono stata respinta da una fila lunghissima di turisti. Mentre scornata me ne tornavo indietro dovevo farmi strada con difficoltà facendo slalom tra i gruppi numerosissimi di pedoni della Su e Zo per i Ponti che hanno intasato le calli, le fondamente e ovviamente i ponti. Mi ero appena ripresa da un’altra massa scalpitante, i cinquemila partecipanti alla Venice Night Trail, che ieri sera hanno invaso la città, pubblicizzata così: “16 km di divertimento ed emozione, dal terminal della Marittima fino al cuore di San Marco”.
Certamente non è la stessa emozione che viviamo noi residenti, ormai esiliati, messi al margine, costretti a stare spesso rinchiusi a casa, impediti a passeggiare, a circolare nella nostra città, a escogitare strategie di evitamento e percorsi alternativi ormai ridotti pressoché a zero.
La città è divenuta un contenitore di qualsiasi manifestazione senza alcuna sensibilità e rispetto per la fragilità del luogo e per i suoi abitanti. La si invade ininterrottamente con ricadute insostenibili per il crescere esponenziale di rifiuti, di consumo di cibo di strada, di escrementi di ogni genere.
La Decrescita, un movimento intelligente, dovrebbe iniziare da questa richiesta: decrescita di turismo invadente, decrescita di eventi per masse, decrescita di consumi omologati.
Noi abitanti chiediamo:
Lasciateci soli per un po’, per un bel po’.
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