
Perché si dice “muoia Sansone con tutti i Filistei”? Un curioso modo di dire che racconta di vendetta e sacrificio.
La frase “muoia Sansone con tutti i Filistei” è un’espressione italiana che indica una situazione in cui qualcuno, pur di recare danno ai propri nemici, è disposto a fare del male anche a se stesso. Questo curioso detto affonda le sue radici nella Bibbia, più precisamente nel Libro dei Giudici, e trae spunto da un episodio che racconta un atto estremo di vendetta e sacrificio. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulle sue origini.
Origine: dalla Bibbia
Quando si usa: per descrivere un atto di vendetta radicale
Perché si dice “muoia Sansone con tutti i Filistei”: l’origine
Questa espressione trae origine dal capitolo 16 dei Libro dei Giudici nel quale viene narrata la storia di Sansone, un eroe dotato da Dio di una forza ineguagliabile con lo scopo di liberare il popolo d’Israele dall’oppressione dei Filistei. Tuttavia, questo straordinario potere era condizionato all’osservanza di un voto: Sansone non avrebbe mai dovuto tagliare i suoi capelli.
Per sconfiggere Sansone i Filistei orchestrarono un piano diabolico. Gli inviarono una donna bellissima, di nome Dalila, di cui lui si innamorò perdutamente. Una notte, mentre l’eroe dormiva, lei gli tagliò i capelli facendogli perdere tutta la sua forza. I Filistei riuscirono allora a catturarlo, imprigionandolo e rendendolo cieco.
Un giorno, durante una festa filistea, Sansone venne incatenato alla colonna di un tempio. L’eroe, deriso e offeso dai suoi nemici, invocò Dio chiedendo di dargli la forza di vendicarsi una volta per tutte. La sua preghiera viene esaudita: Sansone riuscì ad abbattere le colonne del tempio, causando la morte di tutti i presenti ma anche di se stesso. Le sue ultime parole furono, appunto, “muoia Sansone con tutti i Filistei”.
L’uso moderno del detto
Oggi questa espressione viene spesso usata in contesti di conflitto. “Muoia Sansone con tutti i Filistei” è infatti diventata una metafora del sacrificio di un individuo che decide di soccombere pur di vedere i suoi nemici sconfitti.
Spesso utilizzata in contesti politici, sociali e persino sportivi, la frase è diventata simbolo universale di resistenza fino all’ultimo respiro, indipendentemente dalle conseguenze. L’espressione, quindi, continua a essere attuale e rappresenta un concetto potente. Quando ogni speranza è perduta, alcuni preferiscono trascinare tutti con sé piuttosto che accettare la resa.