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Sanità in Basilicata, quali le prospettive, progetti innovativi e soluzioni concrete. Il nostro viaggio continua ascoltando le voci di dentro, i territori quelli che dicono la verità. Siamo a Ginestra, oltre seicento abitanti, comune longobardo, distrutta dai normanni, le voci dei suoi abitanti sono prevalentemente in lingua albanese. Facciamo quattro passi con il primo cittadino, Fiorella Pompa per capire come sta la sanita in questo meraviglioso borgo.
Sindaco la sanità in Basilicata non vive una buona stagione. I dati evidenziano diverse criticità. Ma nei territori, nei Comuni il dato sembra diverso. Il suo comune può raccontare cose diverse?
“La sanità in Basilicata è un tema che coinvolge in modo complesso diverse aree. In effetti, i dati ufficiali parlano di diverse criticità, ma nei territori locali e nei Comuni può esserci una percezione diversa, più legata alla realtà quotidiana. Nel mio comune, ad esempio, possiamo dire che siamo riusciti a migliorare alcuni servizi grazie all’impegno della comunità e del nostro medico di famiglia alla collaborazione con le strutture sanitarie locali e private. Tuttavia, ci sono sicuramente sfide da affrontare, come l’adeguamento delle strutture e l’accesso a servizi specialistici. Un punto su cui bisogna concentrarsi è quello di migliorare la comunicazione e la collaborazione tra le amministrazioni locali e quelle sanitarie regionali, affinché le esigenze specifiche di ogni territorio vengano ascoltate e soddisfatte nel miglior modo possibile”.
Come tutti i comuni lucani la percentuale di popolazione anziana è sempre alta e sempre da attenzionare. Cosa nel suo comune, si sta facendo oppure si è fatto o cosa sarebbe utile fare?
“In effetti, la Basilicata ha una percentuale di popolazione anziana molto alta, e il nostro comune non fa eccezione. Questo richiede attenzione costante, soprattutto per quanto riguarda i servizi socio-sanitari. Nel mio comune, abbiamo messo in piedi un sistema gratuito di telessoccorso e teleassistenza che permette agli anziani di essere monitorati a distanza, ricevendo supporto immediato in caso di necessità, e rendendo più sicura la loro quotidianità. Sarebbe utile, tuttavia, continuare a investire in tecnologie che possano semplificare ulteriormente la vita degli anziani, come i servizi di telemedicina, e in attività che favoriscano l’integrazione sociale. Inoltre, un rafforzamento della rete di supporto tra famiglie e istituzioni sarebbe sicuramente un passo in avanti”
Un pensiero sorge spontaneo. Si dice che mancano i medici postazioni di guardia medica ma non è che alla fine manca un piano cocreto di unire i territori secondo le esigenze che si manifestano nei suoi comuni?
“La carenza di medici e postazioni di guardia medica è un tema che in effetti riguarda molti comuni lucani. Non si tratta solo di un problema di risorse, ma di una questione strutturale legata alla pianificazione territoriale. Credo che la soluzione non sia solo quella di cercare di aumentare il numero di medici, ma di ripensare l’organizzazione dei servizi sanitari. Potrebbe essere utile sviluppare un piano che favorisca la cooperazione tra i comuni, per garantire una rete di servizi che risponda meglio alle esigenze di ogni singolo territorio. Ad esempio, sarebbe possibile creare hub sanitari intercomunali, dove i servizi vengono concentrati in base alla domanda e alla disponibilità delle risorse, ottimizzando così la distribuzione e migliorando l’efficienza. Un approccio integrato tra i diversi comuni potrebbe rappresentare una chiave importante per risolvere questa problematica”.
Migliorare la comunicazione tra istituzioni ma anche adeguare le strutture e l’accesso a servizi specialistici. Senza dimenticare un integrazione tra i diversi comuni su esigenze che appaiono comuni. Potrebbero uscire fuori delle soluzioni concrete
Oreste Roberto Lanza
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