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A poco più di un centinaio di chilometri da Bari sorge, immersa tra gli uliveti e in posizione dominante sulla vallata del fiume Basento, la cittadina lucana di Ferrandina, le cui origini risalgono al 1456, quando un terremoto distrusse l’antico centro di Uggiano.
Il re Federico d’Aragona nel 1490 decise di accogliere tutti gli scampati di Uggiano in un nuovo centro, a cui fu dato il nome di suo padre, re Ferrante o Ferrantino. Nel nuovo paese, circondato da una cinta muraria ancora oggi esistente, fu costruito il castello e la chiesa Madre, in cui i cittadini in segno di gratitudine collocarono due statue in legno dello scultore Altobello Persio: una dedicata al re Federico e l’altra a sua moglie Isabella. Inoltre, nell’antico stemma del paese furono raffigurate le sei lettere F del motto “ Federicus Ferrantis Filius Ferrandinam Fabbricare Fecit “.
Pur cominciando già nel cinquecento a svilupparsi verso il piano, il comune mantenne un aspetto elegante nei bei palazzi patrizi e nei suoi principali monumenti, divenendo un attivo centro culturale e patria di intellettuali aperti, protagonisti dei movimenti illuministici e risorgimentali. Tra l’altro Ferrandina diede i natali al medico – archeologo Domenico Ridola, studioso appassionato della storia della Basilicata, a cui è stato intitolato il Museo Archeologico Nazionale di Matera.
L’amministrazione comunale in collaborazione con il tour operator EuropeGo ha organizzato in questi giorni un viaggio incentive dedicato agli addetti del settore turismo per presentare il ricco patrimonio storico monumentale e la notevole offerta gastronomica.
I nove partecipanti provenienti da diverse regioni si sono incontrati presso la chiesa Madre Santa Maria della Croce con l’eccelente guida e archeologo Antonio Pecci ed è cominciata la piacevole scoperta della città patria dell’olio Majatica.
Ferrandina è ricca di imponenti complessi monastici ben conservati: il grande monastero Seicentesco di Santa Chiara, che si erge alto sul paese. Il convento di San Francesco, con annessa chiesa a due navate, restaurato in maniera eccellente dopo lungo abbandono; il convento dei Cappuccini in stile barocco, che custodisce tele di Pietro Antonio Ferro; il convento di San Domenico, ora sede della biblioteca comunale e del museo Mafe, costruito nel cinquecento e trasformato nel XVIII secolo. La chiesa annessa a questo convento, con una sola navata e una cupola sul transetto, presenta all’esterno decorazioni in cotto e all’interno un pulpito ligneo intagliato, un organo del Seicento e un altare maggiore in marmi policromi.
La chiesa madre di Santa Maria della Croce, iniziata nel 1492 contemporaneamente alla nascita del paese è caratterizzata da tre cupole bizantineggianti e da tre portali del Cinquecento sormontati da piccoli rosoni. L’interno, rifatto nel XVIII secolo, oltre ad altari barocchi di marmo, conserva una statua lignea della Madonna col Bambino del 1530, angeli reggicandelabri del Seicento, la statua della Madonna S. Maria della Croce, allocata in un artistico armadio scolpito opera del maestro ebanista Salvatore
Aiello, che con quest’opera vinse nel 1924 la medaglia d’oro all’esposizione internazionale di Bruxelles.
Degne di nota e meritevoli di una visita, anche le chiese della Madonna dei Mali, quella del Purgatorio, quella della Madonna della Stella e il sito del Castello di Uggiano, a pochi chilometri dal paese.
Al di là delle sue bellezze artistiche, Ferrandina è stata da sempre fucina di numerose iniziative all’insegna della cultura, della musica, della gastronomia e delle bellezze paesaggistiche di cui è ricca. Fiore all’occhiello di tanto fervore è senza dubbio il raduno nazionale delle bande da giro. Nato negli anni ’70 su iniziativa dell’Amministrazione Comunale con lo scopo di esaltare il ruolo delle bande musicali, grazie alle quali larghe fasce di popolazione del Meridione avevano conosciuto la musica lirica e sinfonica, il raduno finì con il divenire un appuntamento annuale e un riferimento per gli appassionati e professionisti del concerto bandistico. Nel corso degli anni la bellissima piazza Plebiscito ha ospitato rinomati gruppi bandistici come quelli di Lecce, Squinzano, Acquaviva delle Fonti, Mottola, Gioia del Colle, Montefalcione, Pescara, Chieti, Montescaglioso e ultimamente anche la partecipazione della banda nazionale dell’Esercito e dei Carabinieri tanto per citarne alcuni.
L’esperienza è continuata con una piacevole passeggiata a cavallo nel bosco organizzata dall’associazione “Cavalieri della Santa Croce” e dall’associazione” Il bosco dei cowboy” con una sosta gastronomica presso la masseria dei fratelli Di Gilio .La tradizione culinaria di Ferrandina è strettamente legata al territorio. Tra i primi piatti troviamo la pasta: orecchiette, cavatelli, strascinate rigorosamente fatti in casa e condita con peperoni cruschi, mollica fritta e rape, legumi o sughi di carne. Tra i secondi piatti troviamo l’agnello, il capretto cucinato al forno o alla brace, frittate miste e i famosi marretti (involtini di interiora di agnello). Tutte queste prelibatezze sono accompagnate da formaggi locali, mozzarelle, caciocavallo podolico, taralli, friselle e salumi tipici e per completare “il sospiro”, un dolce di pan di spagna dal sapore molto delicato ricoperto da una glassa di zucchero e ripieno di crema.
Una menzione d’onore spetta alle “olive infornate” che rientrano nei presidi slow-food e vengono esportate in tutto il mondo. Ovviamente quanto sin qui esposto e’ stato testato “dai magnifici 9” presso i ristoranti Sartago, Il Ducale e Da Vincenzo e presso la pasticeria Italia e durante le interessanti visite al frantoio S. Francesco e al liquorificio Galtieri.
Per tutti questi motivi Ferrandina merita di essere visitata e gli agenti di viaggi, entusiasti, si sono riproposti di inserire questa meta all’interno dei circuiti proposti nelle proprie agenzie.
Oronzo Scelzi
Le foto sono di Oronzo Scelzi (riproduzione riservata)
L’articolo Ferrandina, il paese lucano ricco di storia, arte, gastronomia e magia musicale proviene da LSD Magazine.