
Mentre si sono riaccesi i rifletto sul delitto di Garlasco e Andrea Sempio, emergono nuovi dettagli sull’indagine che coinvolse l’amico del fratello di Chiara Poggi nel 2017, terminata, poi, con il proscioglimento dell’uomo. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, infatti, in un’intercettazione con il padre, risalente per l’appunto al 2017, Sempio (qui il suo profilo) si sfoga dopo che i due sono stati interrogati: “Ne abbiamo cannata una. Io ho detto che lo scontrino era stato trovato dopo che ero stato sentito. Tu che l’abbiamo ritrovato prima”.
Il riferimento è al ticket del parcheggio che di fatto costituisce l’alibi di Sempio. Quest’ultimo, infatti, affermò che nel giorno del delitto di Chiara Poggi si trovava a Vigevano. Circa un anno dopo, poi, consegnò agli inquirenti lo scontrino del parcheggio che dimostrava la sua presenza per l’appunto a Vigevano. Ed è questo uno degli elementi sui quali si stanno concentrando le indagini della procura di Pavia, che ha riaperto il caso dell’omicidio di Chiara Poggi.
Il più importante, come è noto, è il Dna che è stato ritrovato sulle unghie della vittima e che, secondo il superconsulente del caso Yara, Carlo Previderé, apparterebbe senza ombra di dubbio ad Andrea Sempio. Secondo il consulente “le tracce di Dna maschile repertate nelle unghie della vittima sono utilizzabili per la comparazione genetica” e, inoltre, “uno dei cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima”.