La guerra è ancora in corso al suo massimo grado, bombardamenti e devastazioni, ma c’è già chi pensa alla ricostruzione di Gaza. È di questi giorni la notizia di un protocollo d’intesa della IUAV di Venezia con lo United Nations Development Programme (Undp) Regional Bureau for Arab States, in virtù del quale l’ateneo veneziano è incaricato di sviluppare una strategia dedicata alla ricostruzione della Striscia di Gaza.
Una buona ricostruzione favorisce la pace, una cattiva ricostruzione favorisce la guerra. Storia e urbanistica sono piene di esempi che lo dimostrano – ha dichiarato all’agenzia SIR il rettore dell’IUAV Benno Albrecht –. Siamo felici di dimostrare come il mondo accademico, con le sue attività di ricerca, possa contribuire in modo concreto alla costruzione di un futuro migliore per le comunità colpite dai conflitti.
La notizia ha suscitato diverse reazioni, e critiche, innanzitutto nello stesso ambiente IUAV. ytali è venuta a conoscenza di un’email, inviata al rettore e ai colleghi dell’ateneo veneziano dall’urbanista Marcello Balbo, un testo che qui di seguito condividiamo con i nostri lettori.
Caro Benno,
cari ex-colleghi,
ho appena letto il comunicato stampa (cs) sull’accordo siglato tra lo UNDP e IUAV.
Per la mia passata storia allo IUAV non posso non esprimere la mia incredulità davanti alle affermazioni contenute nel cs.
Non occorre spendere nemmeno una parola sulla complessità delle ragioni che hanno portato a quanto sta accadendo a Gaza, oltre che sulla sua gravità.
Affermare, come fai tu Benno, che “una buona ricostruzione favorisce la pace e una cattiva ricostruzione favorisce la guerra”, scusami, ma ha davvero dell’incredibile nella sua assurdità. Hai presente da cosa nasce il conflitto? Hai presente i decenni di storia che ne sono alla base, per non dire i secoli ? Un’affermazione come questa, fatta dal Rettore, espone lo IUAV al ridicolo davanti non solo al mondo accademico, ma a tutti quelli che pensano, riflettono, si interrogano su quanto sta accadendo a Gaza e su come se ne possa uscire, assumendo che se possa uscire.
In secondo luogo, affermare che “l’ateneo possiede una posizione istituzionale e del tutto neutrale” (grassetto del cs) è il contrario di quello che abbiamo sempre insegnato, e cioè che scienza e cultura non sono mai – dicasi mai – neutrali. Come puoi immaginare che la ricostruzione di Gaza possa essere condotta in maniera del tutto neutrale?
Dichiarare poi che lo IUAV offre “la sua consulenza per la definizione di una strategia per la Striscia di Gaza (grassetto mio) e per la gestione di un’ampia gamma di temi” è di un’arroganza che supera ogni limite. Ti rendi conto del senso delle tue parole? La definizione di una strategia per la Striscia di Gaza – se mai ci si arriverà – è evidentemente compito esclusivo degli attori in campo, rispetto ai quali IUAV non ha nessun ruolo da svolgere, nemmeno come consulente, se solo avesse un po’ di consapevolezza di cosa stiamo parlando
Infine, che lo IUAV possa proporre un “modello urbano” per Gaza (per carità di patria evito di soffermarmi sul tipo di modello che proponi) è idea appartenuta solo ai più arroganti architetti e urbanisti del periodo coloniale, francesi, inglesi e italiani. Che venga proposta nel 2024 da un’università come lo IUAV, scusami, è aberrante. Come ti puoi arrogare, come può lo IUAV arrogarsi il diritto di proporre un modello urbano non ai palestinesi cacciati da Gaza, ma a qualsiasi popolazione di cui non ha la minima esperienza e conoscenza?Per la consapevolezza della complessità che caratterizza il nostro mondo, lo IUAV ha rappresentato per molti anni un’istituzione di riferimento per la cultura internazionale. Ti chiedo di non annientare in poche parole quanto costruito nel corso del tempo da chi ti ha preceduto alla sua guida.
Marcello Balbo
L’articolo Gaza. Conflitto nell’IUAV proviene da ytali..