Sotto traccia.
Così in diverse occasioni appare e si delinea una possibile candidatura di Luca Zaia a fare il Sindaco di Venezia.
E perchè mai “sotto traccia”?
A me sembra che le ragioni siano evidenti e vadano considerate con attenzione.
La prima è esplicita ed appare chiara a tutti.
Si chiama “necessità”.
E questa definizione così cruda non è di chi scrive, è comune espressione giornalistica usata.
Infatti il desiderio vero e pubblicamente manifestato era chiaro: rimanere a fare il presidente della Regione Veneto.
Pare proprio non sia possibile anche grazie al “fuoco amico” di coloro che nel centro-destra hanno impedito la modificazione della legge sul terzo mandato.
C’era una via d’uscita.
Quella di divenire Commissario europeo per l’Italia.
Ma qui si percepisce un’altra realtà questa volta non dichiarata ma palpabile.
Il ministro Fitto sarà a detta di molti il candidato del governo italiano anche grazie alla batosta elettorale della Lega che con Salvini, alle Europee, ha lasciato sul campo parte corposa delle proprie armate.
E ciò ha indebolito Zaia, non lo ha aiutato.
La seconda osservazione è frutto dell’istinto, del “naso” si potrebbe dire.
Sembra che l’epoca d’oro di Zaia nel Veneto stia in bilico, stia venendo meno.
Diversi fatti aiutano a motivare queste parole.
Innanzitutto il governo delle grandi città.
Padova Verona e Vicenza vedono il centro sinistra vincitore alle diverse tappe delle amministrative.
Si dirà che il “ventre molle” del Veneto pende ancora verso il centro destra.
Vero.
Ma cambia “casacca”.
Sceglie Fratelli d’Italia quasi a dire a chi fino ad oggi ha presieduto la nostra regione: “la tua epoca è passata”.
E poi le incrinature sono anche molto presenti nel governo di ogni giorno.
Basti citare la crisi di quella che era chiamata la “perla” dell’immagine del Veneto: la sanità.
E non è poco per chi la rivendicava come proprio cavallo di battaglia.
C’è una terza chiave di lettura della debolezza di Zaia nella candidatura veneziana.
Ed è la più importante.
Si chiama “continuità”.
Infatti in questi lunghi anni il presidente della Regione Veneto non si è mai differenziato dalle scelte che hanno portato Venezia ad essere contemporaneamente “affogata” nel turismo e priva di alternative di sviluppo.
Se ci pensate poi la città lagunare è stata sempre l’immagine di copertina del turismo veneto ma non è mai divenuta la “sostanza” di un progetto di sviluppo e di trasformazione della nostra Regione.
Ed allora cosa cambia?
Purtroppo nulla.
E difatti i commentatori possono solo dire che si mettono insieme due “mondi”: Venezia e Zaia.
Ma la realtà di Venezia esprime una enorme fragilità che vuole cura, sostegno e destini diversi da quelli di coltivare solo monocultura e immagine di facciata.
E perchè mai poi Zaia dovrebbe portare novità positive?
Sul serio lo dobbiamo “ospitare” proprio mentre nelle terre venete fa fatica?
Ed ha senso offrire la città per il “riposo del guerriero” ?
Forse è meglio cercare qualcosa di meno noto ma di più costruttivo.
Ce lo segnalano perfino gli imprenditori a partire dai mondi della comunicazione nel Veneto.
Appare infatti la volontà di “contare in prima persona” nella politica.
Di non delegare o fidarsi più di chi in qualche modo aveva rappresentato per molti anni i destini dello sviluppo.
E non mi sembra affatto strano che tutto ciò coincida con la crisi della Lega.
Ed allora hanno ragione quelli che dicono che è sbagliato riporre le proprie speranze su ciò che accade di “non politico” a Venezia.
La “partita” si giocherà sul futuro.
Sulla capacità di non accettare il destino ma di costruirlo.
A partire dal centro-sinistra.
L’articolo Zaia cerca casa a Venezia proviene da ytali..