Purtroppo oggi è il terzo consiglio straordinario, solo in questa consiliatura, su un tema non solo irrisolto ma che ha portato alla mercificazione della funzione pubblica. Un consiglio con un Sindaco che ha fatto di tutto per nascondersi per non venire a riferire su quanto sta accadendo.
È doverosa una premessa sulle politiche messe in campo per la città in nove anni di governo. Su questo è noto il nostro giudizio, ben circostanziato. Gli esempi dei fallimenti della giunta sono molti: residenza, mobilità, sicurezza, cultura, turismo per non parlare dell’utilizzo dei fondi del PNRR. Temi sui quali in questi anni abbiamo fatto proposte molto concrete, sempre rigettate e spesso nemmeno mai discusse, come sul PNRR: proponevamo un ampio ventaglio di azioni articolate su tre parole chiave: ambiente – casa – lavoro. E sappiamo quali sono state invece le scelte di questa amministrazione. Un fallimento molto ampio che pregiudica il futuro della città. Scelte peraltro condizionate da una commistione evidente tra interessi privati e pubblici.
Oggi siamo obbligati ad affrontare qualcosa di molto profondo, pericoloso, un male che va sradicato senza tentennamenti.
Ci troviamo con un assessore in carcere, un sindaco e il vertice della macchina amministrativa indagati, al pari di diversi dirigenti delle partecipate. Mai nella storia della nostra città era successa una cosa del genere! Mai! Mai un sistema di malgoverno così diffuso si era insinuato nel Comune di Venezia.
Lei ci ha detto che volevate portare la meritocrazia, dare la possibilità a tutti di poter emergere; ci ha detto – sto citando dal suo discorso di insediamento di questa consiliatura – che non avevate come obiettivo conquistare spazi di potere, che volevate lasciare la macchina del comune a persone competenti; diceva che non ci si poteva dividere per orientamenti ideologici, dovevamo tutti pensare che non ci sono differenze se non quelle legate a onestà e disonestà, aggiungendo che la cosa peggiore sono le persone non coerenti, quelle persone che dicono una cosa e ne fanno un’altra.
E oggi?
Oggi assistiamo alla Caporetto di un modo di fare politica, una Caporetto che alle spalle non ha nessun Piave dove attestarsi per riorganizzarsi.
Vede, Signor Sindaco, la magistratura farà il suo percorso, qui non siamo né giudici né avvocati, siamo qui per trarre le conclusioni politiche di quello che sta emergendo con grande forza e che denunciamo da anni. Una vera e propria palude nella quale la commistione tra interessi privati e pubblici è diffusa. E tutto parte dal vertice. Abbiamo sempre detto che il suo modo di intendere il ruolo del Sindaco non era rispettoso delle autonomie di altre istituzioni né tantomeno dell’autonomia della macchina amministrativa.
Lei nella campagna elettorale del 2015 disse che non si sarebbe occupato dei Pili. E invece lo ha fatto. Lo abbiamo denunciato mille volte. Come abbiamo denunciato che il blind trust fosse una presa in giro. Lo ha fatto la stampa. Ora lo fa anche la magistratura. Ribadisco, penalmente non sta a noi dire se è stato commesso un illecito, ma politicamente il giudizio negativo è totale. Non solo, non è stato il solo, secondo quanto sta emergendo, a esercitare una commistione tra affari pubblici e privati. Un assessore è in carcere. E’ stata intaccata la macchina amministrativa comunale e delle partecipate. E lei, da quanto sta emergendo dalle indagini, sapeva. E non ha fatto nulla se non richiamare genericamente all’ordine l’assessore Boraso, quando avrebbe dovuto perlomeno aprire un’indagine interna o, nel caso le sue fonti fossero sicure, togliere le deleghe e andare lei stesso dalla magistratura. Perché non lo ha fatto? Questo dovrebbe fare un Sindaco. Questo dovrebbe fare un amministratore che crede nelle parole che ci ha detto più volte: ONESTÀ.
La responsabilità politica è tutta sua, per di più in un’amministrazione nella quale lei riveste una preminenza assoluta, una macchina amministrativa nella quale ha posto al vertice persone provenienti entrambe dalle sue società, una delle quali era l’amministratore proprio della società che gestisce i Pili.
La commistione tra pubblico e privato è lampante, enorme, più volte denunciata.
Gli atti che paiono illegittimi compiuti da questa amministrazione in settori chiave come l’urbanistica, l’edilizia, il settore delle gare ad evidenza pubblica sono molti. Si è diffuso un sistema diffuso di omertà ai massimi vertici, un voltare lo sguardo dall’altra parte con un fare politica inaccettabile.
Lei è politicamente responsabile di un modus agendi, di un clima all’interno dell’amministrazione che non ha nulla a che fare con i principi ai quali tutti noi, in qualità di amministratori pubblici, dobbiamo attenerci.
Art. 54 della Costituzione:
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore.
Disciplina, da un punto di vista collettivo, indica l’insieme di principi e norme che regolano la convivenza dei componenti di una comunità. Onore significa onestà, lealtà, rettitudine. Non avere onore e disciplinata nell’esercizio delle proprie funzioni equivale a violare le regole della nostra democrazia, a cancellare il mondo valoriale disegnato dalla nostra Costituzione.
Per questo stiamo vivendo un’emergenza democratica, e lei deve farsene carico. Non può cavarsela scaricando l’assessore di turno o, chissà, qualche collaboratore e mantenendo la sostanza del suo agire del tutto inalterato.
Quindi, Signor Sindaco, ora ascolteremo ciò che ha da dirci, ma politicamente il quadro è chiaro.
Mestre e Venezia stanno andando incontro a una tempesta perfetta. Nove anni di amministrazione Brugnaro, nove anni nei quali sono stati gestiti malamente molti fondi pubblici come non se ne vedevano da decenni in città. Purtroppo, le finanze pubbliche si stanno avviando verso anni difficili, i tagli sono già iniziati con questo governo, e francamente, fino a quando ci sarà questa amministrazione, è difficile credere che sarà rifinanziata la legge speciale: con quale faccia può andare a Roma a chiedere soldi per la nostra città quando la mala gestio della sua amministrazione è sotto gli occhi di tutti? Inoltre come pensa di attrarre risorse private: quale imprenditore italiano o estero investirà mai nella nostra città davanti al «Sistema Brugnaro»?
Lei ha il dovere di ristabilire l’immagine di Venezia in Italia e nel mondo. E anche della buona politica.
Oggi ha solo un modo per dimostrare che le sue parole che qui ho ricordato non erano retorica vuota e stantia, ed è quello di sospendere in autotutela chi nella macchina amministrativa oggi è indagato e, un secondo dopo, dimettersi. Azzerare quindi una giunta che vede un assessore in carcere e assessori che, anche nell’ultimo consiglio straordinario, hanno fatto delle affermazioni che oggi suonano come una presa in giro la città per quanto oggi sta emergendo con forza (qui alcuni estratti).
Torniamo alle urne il prima possibile, ristabiliamo quella fiducia tra cittadini e amministrazione. Non esistono scorciatoie. Oggi viviamo sostanzialmente in uno stato d’eccezione che dobbiamo archiviare il prima possibile. Il solo modo per uscire da questa situazione sono le sue dimissioni per ridare la parola ai cittadini.
Venezia e Mestre hanno bisogno di una prospettiva politica nuova che metta al centro reali prospettive di crescita economica e sociale, c’è la forte necessità di rigenerare ambienti urbani e industriali, di politiche di tutela ambientale, di potenziare i servizi sociosanitari. E’ ora di tornare alla Politica intesa come ricerca e perseguimento dell’interesse generale, la città ha bisogno di una netta cesura, una visione di sviluppo economico con una grande attenzione alla qualità della vita delle persone e alla rigenerazione urbana. Una politica nella quale i cittadini si possano riconoscere, un’amministrazione ben differente da quella di oggi.
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