Da anni ormai il centrosinistra veneziano ricopre il ruolo di opposizione in città.
Forse nel 2025, forse 2026, si andrà a elezioni, e le cose potrebbero cambiare.
Seppur Luigi Brugnaro, si sapeva, non è più ricandidabile, dopo l’inchiesta che vede al centro proprio il cosiddetto “Sistema Brugnaro”, sarà sicuramente più ardua la corsa per i partiti che lo hanno sostenuto fino a oggi.
Ardua non vuol dire impossibile. Infatti rimangono fondamentali le scelte e il percorso che il centrosinistra deciderà di mettere in campo.
Pensare di appoggiarsi a un’inchiesta giudiziaria, banale a dirsi, non basterà per vincere.
Ma cosa dovrebbe fare allora il centrosinistra per tornare a governare la città?
Ecco una breve guida per l’uso, un decalogo:
1 IL CANDIDATO
Tutti sappiamo che il centrosinistra per tradizione culturale ha diverse personalità che spiccano e che non sempre riescono a unirsi. Egoismi, individualismi, vecchi rancori e nuove incomprensioni spesso portano a un numero troppo alto di candidati sindaco che hanno un unico risultato: disperdere il voto.
Le elezioni europee hanno regalato un dato estremamente importante: uniti possiamo vincere.
2 RITORNO AL FUTURO
Venezia e Mestre stanno vivendo un periodo di declino. Molte volte abbiamo denunciato inerzia e disinteresse da parte della giunta Brugnaro nel fare delle politiche pensate per invertire una tendenza, una china che noi tutti vediamo.
Ossia una mancanza di visione politica.
Forse anche per il dispiacere di vedere la nostra città in questo stato, molti nostri concittadini si sono avvitati sempre più nel desiderio di ritrovare una Venezia che non esiste più, cadendo nel grave errore di demonizzare nuove opportunità economiche, nuove realtà sociali.
Purtroppo la Venezia che in molti ricordano non ritornerà più, e rincorrerla farà sicuramente più male alla città.
Abbiamo bisogno di un programma che guardi al futuro di Venezia, proiettandola in un mondo più veloce, con nuove economie e nuove esigenze.
3 L’ISOLA CHE NON C’È
Molto spesso abbiamo visto – e vediamo ancora – idee e proposte politiche che non adottano la giusta scala. Il nostro Comune è fatto di diverse città, è necessario far leva su alcune peculiarità, ma al di fuori di una visione d’insieme, sono ben poche le possibilità di riscrivere il futuro di Venezia. Si è troppo abusato e spesso parlato a caso di una “visione metropolitana” ma non si può prescindere da tale idea. Del resto il Sindaco di Venezia è automaticamente Sindaco di una città metropolitana dai confini sbagliati, dalle funzioni mortificate che però non si può ignorare.
Non possiamo parlare di trasporto pubblico locale, di Porto Marghera, di rigenerazione urbana guardando solo il Comune o differenziando i temi tra singole Municipalità. È evidente che dobbiamo proiettarli in una visione metropolitana, altrimenti ad oggi, non riusciremo mai a costruire delle proposte efficaci ed efficienti.
4 PIERO GOBETTI
La figura del candidato e delle persone che faranno parte del percorso, che traineranno il programma, dovrebbero essere persone con cultura, con voglia di studiare e imparare, con capacità di ascoltare e decidere.
Basta esperti di Facebook o spregiudicati che pur d’apparire direbbero di tutto.
Valorizziamo chi ha competenza e pazienza, chi ha valori e interessi. Perché ricordatevi le parole di Piero Gobetti: chi parla solo di politica, di politica non ne capisce nulla.
5 CHE CHI DICE NO
La realtà del nostro Comune è da sempre prolifica di associazioni e comitati che coprono diversi temi.
Ogni comitato ha un’idea e una metodologia precisa per affrontare singole o più tematiche.
Seppur è giusto ascoltare tutte le diverse posizioni, è evidente che per poter governare bisogna sapersi assumere le proprie responsabilità.
Abbiamo quindi bisogno di una figura che sappia ascoltare tutti, ma che non abbia paura di prendere posizioni forti anche se questo vuol dire andare contro ad alcuni. Abbiamo bisogno di un centrosinistra che non abbia paura di perdere qualche preferenza ma che sappia guadagnare voti.
6 ECCE HOMO
Forse perché opposizione, forse per una mancanza di visione, da troppo tempo il centrosinistra non parla più con alcuni mondi.
Non solo, spesso, per rincorrere la notizia, ci si affida a slogan e frasi fatte, allontanando sempre di più la possibilità di un vero, seppur difficile, dialogo.
Ma non è parlando con chi è già d’accordo con noi che vinceremo. Dovremo, e in particolare il candidato, dovrà, avere il coraggio di dialogare anche con quei mondi che non lo accoglieranno a braccia aperte e che, magari, lo fischieranno.
7 LIBERA NOS DOMINE
Se vinceremo, ovviamente la fase più delicata sarà quella della scelta della giunta. Momento in cui ogni partito-movimento civico dovrà giocare il suo ruolo nella fase di contrattazione.
È evidente che dopo dieci anni di Giunta Brugnaro, dove molti assessori erano solo comparse, il centrosinistra dovrà dimostrare di saper dare alla città una rosa di nomi che possano dimostrare un netto distacco da chi c’era prima.
Proprio per questo il candidato dovrà saper rompere alcune dinamiche tossiche che contraddistinguono l’individuazione dei nomi, dovrà avere il coraggio di guardare oltre ad esse, puntando su caratteristiche come la competenza e la freschezza delle idee e della visione.
Modus operandi che, come insegna la storia politica della nostra città, ha saputo regalare una delle migliori giunte: la prima giunta Cacciari.
8 IL PROGRAMMA
Fondamentale è avere il candidato, ma ovviamente ancora più importante è avere il programma.
Guardando i programmi elettorali degli ultimi anni, destra e sinistra, vediamo sempre programmi vasti, pieni di frasi ad effetto e molti punti. Ma se poi dovessimo soffermarci realmente su quanto viene detto e realizzato il più delle volte sono disattesi.
Abbiamo bisogno di un programma di pochi punti, chiari e precisi, che facciano emergere l’idea che abbiamo di città senza lasciare dubbi.
9 VIRTUOSISMI
Nella campagna elettorale che ci aspetta non dovremo commettere due errori.
Il primo è: non basiamo la campagna elettorale sulle vicende giudiziarie. Seppur è evidente che quanto è successo sia grave, dobbiamo vincere per le nostre idee. Il secondo è: non rinneghiamo il nostro passato. Troppo spesso in questi anni, quando veniva a mancare delle argomentazioni, la discussione politica è caduta su: ” quando c’eravate voi “. Sicuramente anche giunte di sinistra avrebbero potuto fare meglio, ma altrettanto sicuramente non hanno fatto peggio di questa amministrazione.
Io non voglio dimenticare i Cacciari, i Costa, solo per citare i primi cittadini, laddove hanno saputo fare buona politica. Anzi. Dovremmo ricordare di più quale fosse il livello della politica, della dialettica e dell’intellighenzia della sinistra veneziana.
Le prossime elezioni saranno molto più complesse di altre. Abbiamo la reale possibilità di giocarcela, il che rende tutto più impegnativo, ma perderla e magari male potrebbe lasciare segni indelebili sul centrosinistra.
Questo sarebbe il momento di far entrare in campo Maradona, cioè quel nome che sicuramente ti fa vincere, anche con l’aiuto della “mano di Dio”.
Ma Maradona non c’è lo abbiamo. E quindi?
Quindi sarà fondamentale, al di là del nome, costruire una squadra di persone competenti che possa accompagnare il percorso, che possano unire e costruire. Sì, è vero, lo si dice ad ogni tornata elettorale. E ciò è vero oggi più che mai per creare anche un clima di entusiasmo senza il quale vincere sarà molto complicato.
Immagine di copertina: da X Sunrise (alba), #Venice (@PGJonesVenice)
L’articolo Vincere a Venezia: istruzioni per l’uso proviene da ytali..