Dichiarazione di appartenenza filosofica.
Semmai mi dovessi investire di un’etichetta filosofica mi dichiarerei membro della setta dei Taoisti Sentimentali (1).
Mi riconosco tale sia nel Metodo (2) che nel Sentimento (3).
Due sono le parabole che mi persuasero.
Sia la prima che la seconda (4) hanno come protagonista una principessa sposa di una bellezza inaudita. Costei, vissuta sino allora amatissima nella splendida reggia del padre, diventò triste al punto di piangere quando dovette andare sposa a un principe lontano, ma quando incontrò quel principe pianse d’aver pianto, tant’era la bellezza del principe e il suo amore per lei.
Quella stessa principessa dalle fattezze di una dea quel giorno che si rimirò nell’acqua specchiandosi tutti i pesci fuggirono inorriditi e spaventati e ciò perché non aveva la faccia di un pesce.
La prima parabola ci parla della morte e la seconda dei limiti congeniti dell’umano.
Non credo proprio che nessun credo filosofico possa andar oltre. Tutto ciò è vero ed elegante!
(1) Il cosiddetti Taoisti Sentimentali non sono quelli classici come Lao Tzu, Lieh Tzu e Chuang Tzu ma sono posteriori. Sono meno speculatori e in certo senso più letterati, semmai queste distinzioni possano avere un senso per l’ideografia.
(2) Il Tao è la Via che si percorre a testa alta passo dopo passo.
(3) Il Sentimento è l’ideogramma radice del Cuore pulsante per il genere dell commozioni.
(4) Le due parabole si trovano nel Lieh Tzu e nel Chuang Tzu
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